Introduzione. Le polveri sottili disperse in atmosfera producono, anche entro pochi giorni dagli incrementi delle concentrazioni, effetti nocivi sulla salute essenzialmente per patologie cardio-respiratorie. Alcuni studi hanno evidenziato associazioni dei livelli del PM10 aereodisperso sia con i ricoveri per infarto miocardio, sia con le morti cardiache extraospedaliere. La morte improvvisa per cause coronariche costituisce un serio problema di sanità pubblica in quanto rappresenta una grossa proporzione della mortalità cardiovascolare. Questo lavoro si svolge nell’ambito dello Studio Italiano sui Suscettibili a Temperatura e Inquinamento (SISTI) per valutare l’associazione delle concentrazioni di PM10 nell’atmosfera di 8 aree urbane con la mortalità extra-ospedaliera per malattie coronariche. Tale relazione viene valutata in funzione di possibili modificatori di effetto quali i ricoveri avvenuti tra un mese e due anni prima del decesso e alcune caratteristiche indviduali. Metodi: Nel periodo in studio (1997-2004) sono stati selezionati i decessi per malattie coronariche (ICD.9=410-414) di soggetti adulti (età 35+ anni) che non si trovavano in strutture ospedaliere (22000 decessi pari al 7% della mortalità totale). Per ogni deceduto si è recuperata l’informazione sui ricoveri avvenuti nei due anni precedenti escludendo chi aveva avuto ricoveri nel mese precedente il decesso. Le misurazioni di PM10 provengono da stazioni fisse di monitoraggio della qualità dell’aria orientate alla stima della esposizione della popolazione generale. E’ stata effettuata una analisi “case-crossover” città specifica dove i giorni di controllo sono stati scelti secondo una modalità “time stratified”(stesso giorno della settimana all’interno dello stesso mese e dello stesso anno). I modelli di regressione (logistica condizionata) tenevano conto della temperatura apparente (per le temperature fredde nei 6 giorni precedenti cioè a lag 1-6 e per quelle calde il giorno stesso e quello precedente cioè a lag 0-1), delle festività e delle epidemie influenzali. La stima “pooled” del rischio viene espressa come incremento percentuale per incrementi di 10 µg/m3 di PM10. Risultati: Incrementi della concentrazione di PM10 (lag 0-1) risultano associati ai decessi extraospedalieri per malattie coronariche. Per incrementi di 10 µg/m3 nelle polveri:si osserva un aumento del rischio di decesso per tali patologie di 1.32% (I.C.95% = 0.18;2.46). Tale associazione risulta più evidente nei soggetti con oltre 65 anni: 1.61% (I.C.95% =0.56;2.67). Le analisi limitate a questi soggetti indicano associazioni più forti per le donne (2.31% , I.C.95% =0.55;4.10) e per i residenti al Nord Italia (1.82% , L.C.95% =0.48;3.17. Le comorbidità prese in esame al momento attuale sono: malattie ischemiche, ipertensione, scompenso cardiaco e disturbi circolatori dell’encefalo. Il rischio di morire risulta statisticamente significativo tra gli individui che non presentano ricoveri per nessuna di queste patologie, con rischi che oscillano tra l’ 1.48% e l’ 1.89%. Il ricovero per ipertensione risulta modificare l’associazione (2.49% , I.C.95%=0.11;4.92). Discussione: L’esposizione a polveri sottili in atmosfera si conferma come fattore di rischio per patologie coronariche e l’aver sofferto nel passato di disturbi ipertensivi conferisce maggiore vulnerabilità ai soggetti. Esaminando le caratteristiche individuali risultano più colpiti i soggetti con oltre 65 anni, i residenti al Nord Italia e le donne. I risultati hanno interesse per la comprensione dei meccanismi biologici che sottendono l’azione degli inquinanti.

Malattie coronariche e PM10. Effetti acuti sulla mortalità extra-ospedaliera in 8 città italiane: ruolo delle comorbidità e delle caratteristiche individuali. Studio SISTI

VIGOTTI, MARIA ANGELA;
2006-01-01

Abstract

Introduzione. Le polveri sottili disperse in atmosfera producono, anche entro pochi giorni dagli incrementi delle concentrazioni, effetti nocivi sulla salute essenzialmente per patologie cardio-respiratorie. Alcuni studi hanno evidenziato associazioni dei livelli del PM10 aereodisperso sia con i ricoveri per infarto miocardio, sia con le morti cardiache extraospedaliere. La morte improvvisa per cause coronariche costituisce un serio problema di sanità pubblica in quanto rappresenta una grossa proporzione della mortalità cardiovascolare. Questo lavoro si svolge nell’ambito dello Studio Italiano sui Suscettibili a Temperatura e Inquinamento (SISTI) per valutare l’associazione delle concentrazioni di PM10 nell’atmosfera di 8 aree urbane con la mortalità extra-ospedaliera per malattie coronariche. Tale relazione viene valutata in funzione di possibili modificatori di effetto quali i ricoveri avvenuti tra un mese e due anni prima del decesso e alcune caratteristiche indviduali. Metodi: Nel periodo in studio (1997-2004) sono stati selezionati i decessi per malattie coronariche (ICD.9=410-414) di soggetti adulti (età 35+ anni) che non si trovavano in strutture ospedaliere (22000 decessi pari al 7% della mortalità totale). Per ogni deceduto si è recuperata l’informazione sui ricoveri avvenuti nei due anni precedenti escludendo chi aveva avuto ricoveri nel mese precedente il decesso. Le misurazioni di PM10 provengono da stazioni fisse di monitoraggio della qualità dell’aria orientate alla stima della esposizione della popolazione generale. E’ stata effettuata una analisi “case-crossover” città specifica dove i giorni di controllo sono stati scelti secondo una modalità “time stratified”(stesso giorno della settimana all’interno dello stesso mese e dello stesso anno). I modelli di regressione (logistica condizionata) tenevano conto della temperatura apparente (per le temperature fredde nei 6 giorni precedenti cioè a lag 1-6 e per quelle calde il giorno stesso e quello precedente cioè a lag 0-1), delle festività e delle epidemie influenzali. La stima “pooled” del rischio viene espressa come incremento percentuale per incrementi di 10 µg/m3 di PM10. Risultati: Incrementi della concentrazione di PM10 (lag 0-1) risultano associati ai decessi extraospedalieri per malattie coronariche. Per incrementi di 10 µg/m3 nelle polveri:si osserva un aumento del rischio di decesso per tali patologie di 1.32% (I.C.95% = 0.18;2.46). Tale associazione risulta più evidente nei soggetti con oltre 65 anni: 1.61% (I.C.95% =0.56;2.67). Le analisi limitate a questi soggetti indicano associazioni più forti per le donne (2.31% , I.C.95% =0.55;4.10) e per i residenti al Nord Italia (1.82% , L.C.95% =0.48;3.17. Le comorbidità prese in esame al momento attuale sono: malattie ischemiche, ipertensione, scompenso cardiaco e disturbi circolatori dell’encefalo. Il rischio di morire risulta statisticamente significativo tra gli individui che non presentano ricoveri per nessuna di queste patologie, con rischi che oscillano tra l’ 1.48% e l’ 1.89%. Il ricovero per ipertensione risulta modificare l’associazione (2.49% , I.C.95%=0.11;4.92). Discussione: L’esposizione a polveri sottili in atmosfera si conferma come fattore di rischio per patologie coronariche e l’aver sofferto nel passato di disturbi ipertensivi conferisce maggiore vulnerabilità ai soggetti. Esaminando le caratteristiche individuali risultano più colpiti i soggetti con oltre 65 anni, i residenti al Nord Italia e le donne. I risultati hanno interesse per la comprensione dei meccanismi biologici che sottendono l’azione degli inquinanti.
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