Il libro discute il rapporto fra retorica, filosofia e potere nel Gorgia senza dare per scontato un presupposto diffuso ma ingiustificato, e cioè che il problema dell’anonimità di Platone nei dialoghi si risolva individuando in Socrate il suo portavoce. Nel Gorgia Socrate sminuisce la retorica: non è una vera arte ma un’attività parassitaria che adula i potenti come un servo il padrone. I suoi interlocutori esaltano invece la straordinaria efficacia della parola persuasiva: penetrando nelle anime degli ascoltatori, il retore le plasma a piacere, genera consenso, e si avvale così di un potere illimitato. Un’analisi accurata degli aspetti drammatici del testo mostra all’opera nel dialogo una retorica filosofica polifonica, che tutti i personaggi contribuiscono a costruire. Dall’analisi della confutazione di Gorgia emerge come Socrate stesso debba a più riprese fare appello alle emozioni dell’interlocutore — e del pubblico che assiste alla discussione — per portare il retore alle ammissioni che gli saranno fatali. D’altro canto sempre dal tessuto drammatico emerge la funzione fondamentale di Gorgia che, proprio grazie alla retorica, rende possibile a Socrate continuare a parlare con interlocutori, come Callicle, infastiditi dalle sue tesi e apertamente ostili. Permane una differenza fra retorica filosofica e retorica adulatoria? Una delle tesi fondamentali del libro è che ciò non si possa comprendere senza riflettere teoricamente sulle condizioni di possibilità del desiderio di verità e del desiderio di riconoscimento tematizzate nel mito finale.
Retorica e potere. Una lettura del Gorgia di Platone
FUSSI, ALESSANDRA
2006-01-01
Abstract
Il libro discute il rapporto fra retorica, filosofia e potere nel Gorgia senza dare per scontato un presupposto diffuso ma ingiustificato, e cioè che il problema dell’anonimità di Platone nei dialoghi si risolva individuando in Socrate il suo portavoce. Nel Gorgia Socrate sminuisce la retorica: non è una vera arte ma un’attività parassitaria che adula i potenti come un servo il padrone. I suoi interlocutori esaltano invece la straordinaria efficacia della parola persuasiva: penetrando nelle anime degli ascoltatori, il retore le plasma a piacere, genera consenso, e si avvale così di un potere illimitato. Un’analisi accurata degli aspetti drammatici del testo mostra all’opera nel dialogo una retorica filosofica polifonica, che tutti i personaggi contribuiscono a costruire. Dall’analisi della confutazione di Gorgia emerge come Socrate stesso debba a più riprese fare appello alle emozioni dell’interlocutore — e del pubblico che assiste alla discussione — per portare il retore alle ammissioni che gli saranno fatali. D’altro canto sempre dal tessuto drammatico emerge la funzione fondamentale di Gorgia che, proprio grazie alla retorica, rende possibile a Socrate continuare a parlare con interlocutori, come Callicle, infastiditi dalle sue tesi e apertamente ostili. Permane una differenza fra retorica filosofica e retorica adulatoria? Una delle tesi fondamentali del libro è che ciò non si possa comprendere senza riflettere teoricamente sulle condizioni di possibilità del desiderio di verità e del desiderio di riconoscimento tematizzate nel mito finale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.