Empoli antifascista. I fatti del 1° marzo 1921, la clandestinità e la Resistenza

Il libro ripercorre la storia 'lunga' dell'antifascismo empolese tra fascismo, guerra mondiale e resistenza. La prima parte ricostruisce l’eccidio del 1 marzo 1921, cioè l'uccisione da parte della folla empolese di nove marinai e carabinieri che venivano trasportati da Livorno a Firenze per sostituire i ferrovieri in sciopero a seguito dell'uccisione, per mano fascista, di Spartaco Lavagnini. L'evento tragico di Empoli si situa nel contesto violento di quegli anni, ma è anche assurto a luogo della memoria della identità cittadina. Paolo Pezzino ha ricostruito la dinamica dei fatti, momento per momento, sulla base di una ponderosa documentazione archivistica, e fornendo una rilettura complessiva dell’episodio, nel quale interagiscono violenza squadristica, pulsioni politiche di natura rivoluzionaria, indiscriminata repressione delle istituzioni statali. La seconda parte, scritta da Gianluca Fulvetti, segue la parabola antifascista durante gli anni della dittatura, mostrando la tenacia di più di una generazione di giovani, e meno giovani, empolesi. In mezzo a mille difficoltà e di fronte a strutture repressive fasciste sempre più decise, questi mantengono in vita per un quindicennio una struttura clandestina (quella del Partito comunista) che si alimenta (e alimenta a propria volta) una permanente ‘alterità’ di una parte almeno della popolazione rispetto al fascismo. Infine, il libro sintetizza brevemente gli eventi che, di fronte alle manifestazioni tipiche del secondo conflitto mondiale (bombardamenti, stragi di civili) vedono ancora l’antifascismo crescere e nutrire quelle culture politiche che saranno protagoniste del percorso verso la stagione della pace e della democrazia repubblicana.