L’esigenza di razionalizzazione delle strategie di difesa delle colture ha determinato un crescente interesse nella verifica delle relazioni tra agrotecnica e dinamica delle malerbe. Tale esigenza risulta di particolare interesse nella coltura del mais sia per l’importanza economica di questa specie, che per il fatto che la sua produttività risulta fortemente penalizzata dalle malerbe sotto il profilo quantitativo e qualitativo. Tra le maggiori differenze della maiscoltura attuale rispetto a quella del passato spicca il drastico ritardo nell’epoca di raccolta. Tale epoca, un tempo tipicamente ricadente in fine estate, risulta oggi frequentemente posticipata di alcuni mesi e viene talvolta effettuata persino in pieno inverno. Purtroppo l’ormai diffusa tendenza climatica imperniata sull’incremento della temperatura determina autunni miti durante i quali di verificano ancora “somme termiche”in grado di consentire una consistente produzione di seme delle infestanti anche nei periodi successivi alla completa senescenza della coltura. L’obiettivo del presente lavoro è stato duplice: 1) verificare se, ed in che misura, tale ritardo può implicare un incremento dei semi delle malerbe annualmente prodotti; 2) indagare se alcune specie siano in incremento nelle fitocenosi infestanti proprio per questo cambiamento dell’agrotecnica. L’idea di valutare tale produzione di seme è scaturita dal fatto che essa costituisce l’”input” annuale della cosiddetta “seedbank” del suolo che assume un ruolo cruciale nel modulare la dinamica di emergenza e quindi di infestazione delle successive colture.

Ruolo dell'epoce di raccolta nella disseminazione di malerbe nella coltura del mais ( Zea mais L.) in Toscana

BENVENUTI S;MACCHIA, MARIO
2007-01-01

Abstract

L’esigenza di razionalizzazione delle strategie di difesa delle colture ha determinato un crescente interesse nella verifica delle relazioni tra agrotecnica e dinamica delle malerbe. Tale esigenza risulta di particolare interesse nella coltura del mais sia per l’importanza economica di questa specie, che per il fatto che la sua produttività risulta fortemente penalizzata dalle malerbe sotto il profilo quantitativo e qualitativo. Tra le maggiori differenze della maiscoltura attuale rispetto a quella del passato spicca il drastico ritardo nell’epoca di raccolta. Tale epoca, un tempo tipicamente ricadente in fine estate, risulta oggi frequentemente posticipata di alcuni mesi e viene talvolta effettuata persino in pieno inverno. Purtroppo l’ormai diffusa tendenza climatica imperniata sull’incremento della temperatura determina autunni miti durante i quali di verificano ancora “somme termiche”in grado di consentire una consistente produzione di seme delle infestanti anche nei periodi successivi alla completa senescenza della coltura. L’obiettivo del presente lavoro è stato duplice: 1) verificare se, ed in che misura, tale ritardo può implicare un incremento dei semi delle malerbe annualmente prodotti; 2) indagare se alcune specie siano in incremento nelle fitocenosi infestanti proprio per questo cambiamento dell’agrotecnica. L’idea di valutare tale produzione di seme è scaturita dal fatto che essa costituisce l’”input” annuale della cosiddetta “seedbank” del suolo che assume un ruolo cruciale nel modulare la dinamica di emergenza e quindi di infestazione delle successive colture.
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