Il panorama delle vicende di danni maturati tra coniugi evidenzia che lo spirito di tolleranza che anima i rapporti familiari si pone come un filtro a monte delle controversie destinate a pervenire al vaglio giudiziale, ritardando tale passaggio oppure escludendolo del tutto. Questo schermo non opera soltanto relativamente agli illeciti colposi che siano causa di pregiudizi di lieve entità e per i quali si tende sovente ad omettere di attivare la stessa tutela assicurativa. Nei rapporti tra coniugi, la tolleranza riguarda anche gli episodi più gravi che sfuggono a tale copertura, precipuamente gli episodi di violenza fisica e psicologica che sempre più diffusamente si verificano all’interno delle mura domestiche nonché la violazione dei doveri nascenti dal matrimonio. Nel caso delle violenze domestiche, lo stato di soggezione psicologica in cui versa la vittima viene meno unicamente con la chiusura del rapporto. Nel caso della trasgressione dei doveri coniugali, il solido radicamento della solidarietà ed i condizionamenti sociali inducono la vittima a sopportare le infrazioni finché dura il legame e a lamentarle unicamente al momento della formalizzazione della sospensione o dell’interruzione del vincolo. D’altra parte, dinanzi alla prospettiva di un’applicazione delle regole aquiliane ai rapporti coniugali, emerge la necessità di tenere in opportuna considerazione le implicazioni della sovrapposizione delle regole di responsabilità ad una realtà tanto peculiare. A guidare l’approccio valutativo nel raffronto tra l’ampia sfera delle posizioni in conflitto astrattamente meritevoli di protezione e nella definizione della reale consistenza delle scriminanti di contenuto generale si pone una regola perfettamente idonea a recepire la specificità del rapporto tra le parti, stante la sua natura bilaterale: la regola della correttezza che si ritiene possa operare ben oltre l’area contrattuale e che in ambito aquiliano trovi un bacino d’elezione proprio nell’ambito dei rapporti familiari.

Tolleranza e correttezza negli illeciti tra coniugi

FAVILLI, CHIARA
2008-01-01

Abstract

Il panorama delle vicende di danni maturati tra coniugi evidenzia che lo spirito di tolleranza che anima i rapporti familiari si pone come un filtro a monte delle controversie destinate a pervenire al vaglio giudiziale, ritardando tale passaggio oppure escludendolo del tutto. Questo schermo non opera soltanto relativamente agli illeciti colposi che siano causa di pregiudizi di lieve entità e per i quali si tende sovente ad omettere di attivare la stessa tutela assicurativa. Nei rapporti tra coniugi, la tolleranza riguarda anche gli episodi più gravi che sfuggono a tale copertura, precipuamente gli episodi di violenza fisica e psicologica che sempre più diffusamente si verificano all’interno delle mura domestiche nonché la violazione dei doveri nascenti dal matrimonio. Nel caso delle violenze domestiche, lo stato di soggezione psicologica in cui versa la vittima viene meno unicamente con la chiusura del rapporto. Nel caso della trasgressione dei doveri coniugali, il solido radicamento della solidarietà ed i condizionamenti sociali inducono la vittima a sopportare le infrazioni finché dura il legame e a lamentarle unicamente al momento della formalizzazione della sospensione o dell’interruzione del vincolo. D’altra parte, dinanzi alla prospettiva di un’applicazione delle regole aquiliane ai rapporti coniugali, emerge la necessità di tenere in opportuna considerazione le implicazioni della sovrapposizione delle regole di responsabilità ad una realtà tanto peculiare. A guidare l’approccio valutativo nel raffronto tra l’ampia sfera delle posizioni in conflitto astrattamente meritevoli di protezione e nella definizione della reale consistenza delle scriminanti di contenuto generale si pone una regola perfettamente idonea a recepire la specificità del rapporto tra le parti, stante la sua natura bilaterale: la regola della correttezza che si ritiene possa operare ben oltre l’area contrattuale e che in ambito aquiliano trovi un bacino d’elezione proprio nell’ambito dei rapporti familiari.
2008
Favilli, Chiara
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/119378
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