I progressi in ambito viticolo sono stati possibili grazie anche al contributo della ricerca che, iniziata intorno agli anni 70', ha affrontato varie problematiche dando un valido contributo all'ampliamento della piattaforma ampelografica. Inoltre, a seguito della presentazione nel 1991 di un programma di ricerca da parte dal Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose dell'Università di Pisa per la "Valorizzazione del "Vermentino" per la zona di Massa Marittima, l'Amministrazione Provinciale di Grosseto decise di promuovere un progetto più ampio comprendente una serie di tematiche per rispondere alle esigenze di tutte le zone a Denominazione di Origine allora esistenti, finanziato ai sensi dei Reg. CEE 2052/88 e 2051/93. Tale progetto, con responsabilità scientifica affidata al succitato Dipartimento ed al Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell'Università di Firenze, ha lo scopo di fornire le basi per il rinnovamento e la valorizzazione della viticoltura di questa provincia e prevede, tra l'altro, la selezione clonale dei vitigni "Vermentino" ed "Ansonica". L'esigenza di acquisire elementi utili alla realizzazione dei nuovi impianti è giustificata dal fatto che dopo circa un ventennio di blocco degli impianti, di premi per l'espianto dei vigneti che hanno ridotto la superficie viticola ai circa 7.000 ha, all’inizio degli anni 90’ attuali, si è finalmente avuta nel un'inversione di tendenza, rappresentata dalla realizzazione di nuovi vigneti e la richiesta di nuovi impianti per 670 ettari, e di 410 ha di reimpianti che porterà nell’anno 2.000 ad una superficie investita a vite di circa 9.000 ettari per l’intera provincia di Grosseto. Nel 1997 è stato avviato, mediante un bando dell'A.R.S.I.A. un progetto di selezione clonale del "Sangiovese" nella zona di produzione del vino "Morellino di Scansano", successivamente finanziato dall’Amministrazione provinciale di Grosseto, condotto dal Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose dell'Università di Pisa con lo scopo di giungere all'omologazione di cloni del "Sangiovese" selezionati in zona al fine di valorizzare meglio le caratteristiche dei biotipi autoctoni e ottenere possibilmente vini dotati di maggiore tipicità. L'esigenza di un supporto scientifico è fondamentale per effettuare scelte in fase di impianto e di gestione del vigneto che siano volte alla razionalizzazione delle tecniche e a produrre uve di elevata qualità, visto che l'orientamento seguito dai viticoltori della Maremma è quello della Denominazione di Origine. Infatti, sono ben otto i vini che fino ad oggi hanno ottenuto il riconoscimento della D.O.C. in provincia di Grosseto: Bianco di Pitigliano, Parrina, Morellino di Scansano, Monteregio di Massa Marittima, Ansonica dell'Argentario, Montecucco, Sovana e Capalbio.

I vini di Maremma

SCALABRELLI, GIANCARLO
2008-01-01

Abstract

I progressi in ambito viticolo sono stati possibili grazie anche al contributo della ricerca che, iniziata intorno agli anni 70', ha affrontato varie problematiche dando un valido contributo all'ampliamento della piattaforma ampelografica. Inoltre, a seguito della presentazione nel 1991 di un programma di ricerca da parte dal Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose dell'Università di Pisa per la "Valorizzazione del "Vermentino" per la zona di Massa Marittima, l'Amministrazione Provinciale di Grosseto decise di promuovere un progetto più ampio comprendente una serie di tematiche per rispondere alle esigenze di tutte le zone a Denominazione di Origine allora esistenti, finanziato ai sensi dei Reg. CEE 2052/88 e 2051/93. Tale progetto, con responsabilità scientifica affidata al succitato Dipartimento ed al Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell'Università di Firenze, ha lo scopo di fornire le basi per il rinnovamento e la valorizzazione della viticoltura di questa provincia e prevede, tra l'altro, la selezione clonale dei vitigni "Vermentino" ed "Ansonica". L'esigenza di acquisire elementi utili alla realizzazione dei nuovi impianti è giustificata dal fatto che dopo circa un ventennio di blocco degli impianti, di premi per l'espianto dei vigneti che hanno ridotto la superficie viticola ai circa 7.000 ha, all’inizio degli anni 90’ attuali, si è finalmente avuta nel un'inversione di tendenza, rappresentata dalla realizzazione di nuovi vigneti e la richiesta di nuovi impianti per 670 ettari, e di 410 ha di reimpianti che porterà nell’anno 2.000 ad una superficie investita a vite di circa 9.000 ettari per l’intera provincia di Grosseto. Nel 1997 è stato avviato, mediante un bando dell'A.R.S.I.A. un progetto di selezione clonale del "Sangiovese" nella zona di produzione del vino "Morellino di Scansano", successivamente finanziato dall’Amministrazione provinciale di Grosseto, condotto dal Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose dell'Università di Pisa con lo scopo di giungere all'omologazione di cloni del "Sangiovese" selezionati in zona al fine di valorizzare meglio le caratteristiche dei biotipi autoctoni e ottenere possibilmente vini dotati di maggiore tipicità. L'esigenza di un supporto scientifico è fondamentale per effettuare scelte in fase di impianto e di gestione del vigneto che siano volte alla razionalizzazione delle tecniche e a produrre uve di elevata qualità, visto che l'orientamento seguito dai viticoltori della Maremma è quello della Denominazione di Origine. Infatti, sono ben otto i vini che fino ad oggi hanno ottenuto il riconoscimento della D.O.C. in provincia di Grosseto: Bianco di Pitigliano, Parrina, Morellino di Scansano, Monteregio di Massa Marittima, Ansonica dell'Argentario, Montecucco, Sovana e Capalbio.
2008
Scalabrelli, Giancarlo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/119486
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