Nietzsche arriva per la prima volta a Torino il 5 aprile 1888. L’impressione è subito positiva: una città luminosa, seria e solenne. In Piazza Carlo Alberto, un edicolante al quale ha chiesto informazioni gli offre una quieta sistemazione: una piccola camera all’ultimo piano proprio nei pressi, con affaccio sull’aristocratico centro cittadino, a una cinquantina di passi da Palazzo Carignano, «il mio grandioso vis-à-vis». Inizia qui l’amore incondizionato di Nietzsche per Torino, una città che fa subito sua e che occupa un posto privilegiato, nella triade delle sue dimore d’elezione, Torino, Nizza e Sils-Maria. Dopo un’estate burrascosa, per condizioni fisiche, psicologiche e atmosferiche, trascorsa in Engadina, Nietzsche torna a Torino per il suo secondo soggiorno: è il 21 settembre del 1888, i saturi colori autunnali «giorno dopo giorno riemergono con la stessa irriducibile perfezione e luminosità solare». Nietzsche non si è mai sentito tanto bendisposto e pervaso da forza positiva: impensabile che soltanto pochi mesi dopo sia destinato a sprofondare nel buio della follia. Le Lettere da Torino (a cura di G. Campioni, Adelphi, Milano 2008, Collana: “Piccola Biblioteca”) testimoniano, per la prima volta in traduzione italiana, questo secondo incontro di Nietzsche con Torino, dal 26 settembre 1888 al 6 gennaio 1889. Qui Nietzsche ritrova le atmosfere consuete e, anzi, il rapporto con la città e coi suoi abitanti si intensifica fino ad assumere toni fatalisticamente entusiasti. Torino affascina Nietzsche con i suoi ampi portici e le piazze luminose, la Galleria, i teatri e i caffè; con la sua gente, affabile e dignitosa. Ma Torino è anche lo scenario dei suoi ultimi scritti: Il crepuscolo degli idoli, Anticristo, Nietzsche contra Wagner e soprattutto Ecce homo, la straordinaria autobiografia nella quale impressioni personali e conquiste filosofiche si mescolano in un’originale messa in scena, quasi un gesto di estrema sublimazione e comunicazione al mondo. Le ultime lettere illuminano in maniera forse inaspettata proprio Ecce homo, nel quale ritroviamo intatti tutti gli elementi che fanno della città sabauda il luogo ideale per l’ultima, esplosiva e combattiva filosofia di Nietzsche. Un Nietzsche inedito, umano e partecipe, proiettato al futuro ma insieme consapevole di una ineluttabile tragicità insita nei giorni a venire. Fino al cosiddetti “biglietti della follia”, nei quali Nietzsche, assunti su di sé “tutti i nomi della storia”, con toni esaltati lancia i suoi proclami al mondo firmandosi “Dioniso”, “Cesare” o “Il Crocifisso”.

Lettere da Torino

CAMPIONI, GIULIANO
2008-01-01

Abstract

Nietzsche arriva per la prima volta a Torino il 5 aprile 1888. L’impressione è subito positiva: una città luminosa, seria e solenne. In Piazza Carlo Alberto, un edicolante al quale ha chiesto informazioni gli offre una quieta sistemazione: una piccola camera all’ultimo piano proprio nei pressi, con affaccio sull’aristocratico centro cittadino, a una cinquantina di passi da Palazzo Carignano, «il mio grandioso vis-à-vis». Inizia qui l’amore incondizionato di Nietzsche per Torino, una città che fa subito sua e che occupa un posto privilegiato, nella triade delle sue dimore d’elezione, Torino, Nizza e Sils-Maria. Dopo un’estate burrascosa, per condizioni fisiche, psicologiche e atmosferiche, trascorsa in Engadina, Nietzsche torna a Torino per il suo secondo soggiorno: è il 21 settembre del 1888, i saturi colori autunnali «giorno dopo giorno riemergono con la stessa irriducibile perfezione e luminosità solare». Nietzsche non si è mai sentito tanto bendisposto e pervaso da forza positiva: impensabile che soltanto pochi mesi dopo sia destinato a sprofondare nel buio della follia. Le Lettere da Torino (a cura di G. Campioni, Adelphi, Milano 2008, Collana: “Piccola Biblioteca”) testimoniano, per la prima volta in traduzione italiana, questo secondo incontro di Nietzsche con Torino, dal 26 settembre 1888 al 6 gennaio 1889. Qui Nietzsche ritrova le atmosfere consuete e, anzi, il rapporto con la città e coi suoi abitanti si intensifica fino ad assumere toni fatalisticamente entusiasti. Torino affascina Nietzsche con i suoi ampi portici e le piazze luminose, la Galleria, i teatri e i caffè; con la sua gente, affabile e dignitosa. Ma Torino è anche lo scenario dei suoi ultimi scritti: Il crepuscolo degli idoli, Anticristo, Nietzsche contra Wagner e soprattutto Ecce homo, la straordinaria autobiografia nella quale impressioni personali e conquiste filosofiche si mescolano in un’originale messa in scena, quasi un gesto di estrema sublimazione e comunicazione al mondo. Le ultime lettere illuminano in maniera forse inaspettata proprio Ecce homo, nel quale ritroviamo intatti tutti gli elementi che fanno della città sabauda il luogo ideale per l’ultima, esplosiva e combattiva filosofia di Nietzsche. Un Nietzsche inedito, umano e partecipe, proiettato al futuro ma insieme consapevole di una ineluttabile tragicità insita nei giorni a venire. Fino al cosiddetti “biglietti della follia”, nei quali Nietzsche, assunti su di sé “tutti i nomi della storia”, con toni esaltati lancia i suoi proclami al mondo firmandosi “Dioniso”, “Cesare” o “Il Crocifisso”.
2008
9788845922626
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/119816
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