Due diversi dibatti hanno coinvolto negli ultimi anni la comunità scientifica sociologica sul tema del rapporto fra sociologia e politiche pubbliche, riprendendo una discussione sul ruolo della sociologia nella società che nel corso della storia della disciplina ha visto tra i protagonisti alcuni dei suoi più noti esponenti (da Weber a Foote Whyte, passando per Merton, Robert Lynd e Alvin Gouldner). Il primo, lanciato nel 2004 con il Presidential Address dell’American Sociological Association di Michael Burawoy (2005), e ancora recentemente ripreso da Martinelli (2008), ha ampliato la discussione sui temi della sociologia pubblica e del rapporto tra scienza sociologica, società, politiche e policy makers. Il secondo, ospitato dalla rivista Stato e Mercato, e articolato nei contributi di Trigilia, Granovetter e Crouch, ha posto sul tavolo ipotesi e interrogativi intorno al problema della presunta minore capacità della sociologia economica (da ora in poi SE), rispetto all’economia, di esercitare un’influenza sulle politiche e l’opinione pubblica, a dispetto dei progressi della disciplina e della crescente capacità di offrire spiegazioni scientifiche ai fenomeni economici. Lo scambio di idee coinvolge almeno tre piani diversi: la conoscenza e il possibile utilizzo dei risultati per affrontare/risolvere problemi di ordine pratico; il ruolo della scienza sociologica nella società e nel sistema politico e gli effetti sulla relazione fra ricercatori e interlocutori istituzionali; il contributo della SE alla risoluzione di problemi di ordine pratico e il confronto con la scienza economica e il suo apparente successo. Tutti risultano di particolare stimolo, anche ad approfondire alcune questioni specifiche. Come tentiamo di fare in queste pagine, provando a ragionare sulla SE all’intersezione fra contenuti, paradigmi di riferimento e metodi, e rapporto con la società e la politica, utilizzando processi e risultati di alcuni lavori di ricerca (Villa 2007, e 2008) motivati da aspettative di innovazione dei modi di funzionamento di alcuni sistemi di politica sociale locale. Lo scopo è individuare alcuni limiti e potenzialità della ricerca-azione come metodo di indagine e come strumento di interazione fra scienza sociologica e società in grado di favorire avanzamenti di natura sia teorica che pratica. Ma anche proporre un piano della discussione che, senz’altro, richiede un superiore livello di esplicitazione teorica e una più vasta e articolata messa alla prova sul campo.

Tra scienza e senso comune. Pratiche di ricerca-azione e processi di innovazione istituzionale locale

VILLA, MATTEO
2008-01-01

Abstract

Due diversi dibatti hanno coinvolto negli ultimi anni la comunità scientifica sociologica sul tema del rapporto fra sociologia e politiche pubbliche, riprendendo una discussione sul ruolo della sociologia nella società che nel corso della storia della disciplina ha visto tra i protagonisti alcuni dei suoi più noti esponenti (da Weber a Foote Whyte, passando per Merton, Robert Lynd e Alvin Gouldner). Il primo, lanciato nel 2004 con il Presidential Address dell’American Sociological Association di Michael Burawoy (2005), e ancora recentemente ripreso da Martinelli (2008), ha ampliato la discussione sui temi della sociologia pubblica e del rapporto tra scienza sociologica, società, politiche e policy makers. Il secondo, ospitato dalla rivista Stato e Mercato, e articolato nei contributi di Trigilia, Granovetter e Crouch, ha posto sul tavolo ipotesi e interrogativi intorno al problema della presunta minore capacità della sociologia economica (da ora in poi SE), rispetto all’economia, di esercitare un’influenza sulle politiche e l’opinione pubblica, a dispetto dei progressi della disciplina e della crescente capacità di offrire spiegazioni scientifiche ai fenomeni economici. Lo scambio di idee coinvolge almeno tre piani diversi: la conoscenza e il possibile utilizzo dei risultati per affrontare/risolvere problemi di ordine pratico; il ruolo della scienza sociologica nella società e nel sistema politico e gli effetti sulla relazione fra ricercatori e interlocutori istituzionali; il contributo della SE alla risoluzione di problemi di ordine pratico e il confronto con la scienza economica e il suo apparente successo. Tutti risultano di particolare stimolo, anche ad approfondire alcune questioni specifiche. Come tentiamo di fare in queste pagine, provando a ragionare sulla SE all’intersezione fra contenuti, paradigmi di riferimento e metodi, e rapporto con la società e la politica, utilizzando processi e risultati di alcuni lavori di ricerca (Villa 2007, e 2008) motivati da aspettative di innovazione dei modi di funzionamento di alcuni sistemi di politica sociale locale. Lo scopo è individuare alcuni limiti e potenzialità della ricerca-azione come metodo di indagine e come strumento di interazione fra scienza sociologica e società in grado di favorire avanzamenti di natura sia teorica che pratica. Ma anche proporre un piano della discussione che, senz’altro, richiede un superiore livello di esplicitazione teorica e una più vasta e articolata messa alla prova sul campo.
2008
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