La normativa in materia di pratiche commerciali scorrette di cui agli artt. 18 – 27 d.lgs. n. 206/2005 (Codice del consumo), nel prevedere forme di tutela di carattere collettivo-preventivo avverso tali pratiche, lascia aperto il problema della tutela di tipo individuale-successivo del soggetto leso da una pratica scorretta. Nell’affrontare questo aspetto, ci si sofferma sull’ipotesi di annullabilità per vizio del consenso del contratto alla cui conclusione il singolo consumatore sia stato indotto da un comportamento della controparte integrante di estremi di una pratica scorretta; più specificamente, si esamina la possibile operatività delle norme del codice civile in materia di dolo negoziale in relazione al concreto riscontro di comportamenti qualificabili come pratica ingannevole ai sensi della normativa speciale. La soluzione prospettata è quella della possibile incidenza di tale ultima normativa sull’operatività del rimedio previsto dall’art. 1439 c.c. sotto un duplice profilo. Da un lato, la ricaduta delle disposizioni in materia di pratiche ingannevoli sembra, infatti, cogliersi in sede di concreta applicazione del rimedio, nel senso che l’accertata ingannevolezza del comportamento del contraente professionale vale ad agevolare la prova degli elementi richiesti dall’art. 1439 ai fini dell’annullamento del contratto. Sotto diverso profilo, dalla configurazione della pratica ingannevole ai termini della normativa speciale possono trarsi indicazioni per la soluzione di taluni problemi interpretativi della formula dell’art. 1439 c.c. e che vanno in direzione di un allargamento del suo ambito di operatività. Viene, altresì, rilevato come all’omissione di talune informazioni rilevanti, idonea ad integrare una pratica ingannevole ai sensi dell’art. 22, comma 1, lo stesso codice del consumo, in altro contesto, ricolleghi particolari conseguenze sul piano del singolo rapporto contrattuale, che possono vedersi come forme di tutela più incisive rispetto al rimedio dell’annullamento.

Pratiche commerciali ingannevoli ed effetti sul contratto: alcune osservazioni ed un'ipotesi

CHERUBINI, MARIA CARLA
2008-01-01

Abstract

La normativa in materia di pratiche commerciali scorrette di cui agli artt. 18 – 27 d.lgs. n. 206/2005 (Codice del consumo), nel prevedere forme di tutela di carattere collettivo-preventivo avverso tali pratiche, lascia aperto il problema della tutela di tipo individuale-successivo del soggetto leso da una pratica scorretta. Nell’affrontare questo aspetto, ci si sofferma sull’ipotesi di annullabilità per vizio del consenso del contratto alla cui conclusione il singolo consumatore sia stato indotto da un comportamento della controparte integrante di estremi di una pratica scorretta; più specificamente, si esamina la possibile operatività delle norme del codice civile in materia di dolo negoziale in relazione al concreto riscontro di comportamenti qualificabili come pratica ingannevole ai sensi della normativa speciale. La soluzione prospettata è quella della possibile incidenza di tale ultima normativa sull’operatività del rimedio previsto dall’art. 1439 c.c. sotto un duplice profilo. Da un lato, la ricaduta delle disposizioni in materia di pratiche ingannevoli sembra, infatti, cogliersi in sede di concreta applicazione del rimedio, nel senso che l’accertata ingannevolezza del comportamento del contraente professionale vale ad agevolare la prova degli elementi richiesti dall’art. 1439 ai fini dell’annullamento del contratto. Sotto diverso profilo, dalla configurazione della pratica ingannevole ai termini della normativa speciale possono trarsi indicazioni per la soluzione di taluni problemi interpretativi della formula dell’art. 1439 c.c. e che vanno in direzione di un allargamento del suo ambito di operatività. Viene, altresì, rilevato come all’omissione di talune informazioni rilevanti, idonea ad integrare una pratica ingannevole ai sensi dell’art. 22, comma 1, lo stesso codice del consumo, in altro contesto, ricolleghi particolari conseguenze sul piano del singolo rapporto contrattuale, che possono vedersi come forme di tutela più incisive rispetto al rimedio dell’annullamento.
2008
Cherubini, MARIA CARLA
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