La monografia affronta il tema della riforma del sistema delle aziende pubbliche . La scienza economico-aziendale ha analizzato i processi di riforma del sistema pubblico seguendo le prospettive di indagine tipiche dei suoi studi: la gestione, la rilevazione e l’organizzazione. Il presente lavoro si concentra sui processi di cambiamento che riguardano i sistemi contabili degli enti locali partendo dal presupposto che studiarne l’evoluzione e le dinamiche di sviluppo richiede un approccio che tenga in considerazione non solo gli aspetti che attengono alle tecniche contabili strictu sensu, ma che riguardi l’intero sistema aziendale. Si ritiene necessario considerare le ripercussioni reciproche che si instaurano tra il sistema contabile in quanto tale, le variabili organizzative ed il sistema di governance inquadrando il tutto in un contesto aziendale, che per natura, è particolarmente esposto alle variabili esterne e ai condizionamenti sociali ed istituzionali. La riforma dei sistemi contabili si inserisce in un ambito in cui operano importanti meccanismi di autotutela, di staticità, che implicano la necessità di tenere distinti gli intenti auspicati dalle riforme e gli esiti effettivi che da esse sono scaturiti. L’atteggiamento adempimentale, la tendenza a rispettare il dettato esteriore della norma, piuttosto che recepirne appieno le logiche di fondo, sono solo alcuni delle critiche che vengono mosse alle amministrazioni pubbliche. È importante in tal senso precisare che gli enti locali territoriali, ed in particolare i comuni, costituiscono un quadro molto articolato dove convivono realtà di grandissime dimensioni con altre molto piccole, contesti economici, sociali ed istituzionali molto differenti. La generalizzabilità delle riflessioni deve, pertanto, trovare immediato riscontro in un’attività di declinazione atta a circoscrivere gli ambiti di coinvolgimento e di applicazione. La configurazione dei sistemi contabili, da almeno un ventennio, si trova centro di un intenso dibattito che ha coinvolto gli operatori, gli organi politico-istituzionali ed, ovviamente, il mondo accademico travalicando gli stessi confini nazionali è ampliando il panorama ad un contesto internazionale. Gli enti locali italiani si trovano a rivestire, dal punto di vista contabile, una posizione intermedia in cui convivono i prospetti consuntivi di matrice tipicamente economico-patrimoniale, con un sistema di programmazione e rendicontazione, che essendo diretta conseguenza della funzione autorizzatoria, è ancora incentrato sulle fasi e sulla dimensione giuridico-finanziaria. La possibilità di mantenere separate la fase di rilevazione dei fatti aziendali, rispetto al contenuto del sistema di rendicontazione ha contribuito ad alimentare la possibilità di configurare diversi assetti contabili che spaziano da quello finanziario esteso (o minimale) a quelli integrati e paralleli, con tutti i problemi di conciliabilità e utilità informativa che discende dalle diverse impostazioni. L’emanazione di principi contabili internazionali per il settore pubblico offre un ulteriore elemento di stimolo che deriva dall’esigenza di consentire una comparazione sovranazionale dei risultati conseguiti dagli enti locali operanti nei diversi contesti nazionali. L’esame della realtà evidenzia l’esistenza di un'asincronia, tra i cambiamenti istituzionali ed organizzativi e quelli dei sistemi in-formativi. Mentre le riforme dei primi hanno saputo imprimere al sistema la propria portata innovativa i cambiamenti contabili, per contro, hanno conseguito contenuti meno significativi. Gli esiti delle riforme contabili, invece di esprimere una coerenza strumentale rispetto alle accresciute esigenze informative, hanno ottenuto esiti limitati perpetuando, di fatto, un assetto in-centrato sulla dimensione finanziaria Quali sono dunque le motivazioni a cui ricondurre tale situazione? Perché gli intenti di riforma in ambito contabile, non riescono ad imprimere quel tenore di crescita che si verificano in altri contesti della pubblica amministrazione? Qual è dunque il nesso logico che si origina tra fattori di spinta e di resistenza e la situazione di immobilismo di molti comuni italiani? Posti i summenzionati quesiti di ricerca il presente lavoro nel primo capitolo affronta le problematiche di ordine metodologico ed esamina le posizioni dottrinali espresse in merito al sistema delle aziende pubbliche ed ai suoi processi di riforma, nella profonda convinzione che porsi di fronte ad ogni intento di ricerca prefiguri la necessità di garantire il riscontro della teoria nei fatti quale assioma fondamentale dell’Economia aziendale. Nel secondo capitolo vengono esaminati gli elementi caratte-rizzanti dei processi di riforma soffermandosi sugli effetti delle riforme, sulla loro valenza e sugli ambiti in cui operano, mettendo in relazione questi aspetti con il ruolo della componente politica e manageriale e con processo di creazione di valore pubblico. Delineato il quadro in cui è possibile inserire le riforme contabili, il terzo capitolo si sofferma sull’analisi del sistema contabile degli enti locali concentrandosi sugli aspetti di coesistenza e conciliabilità tra le contabilità, nonché sulle implicazioni che le varie impostazioni comportano sull’informativa contabile e sui processi di accountability pubblica. Il quarto capitolo analizza il ruolo del processo di armonizza-zione internazionale valutandone la portata ed il significato nel contesto nazionale, concentrando la propria attenzione sul grado di conoscenza e sulle attese che gli operatori nutrono nei confronti dei principi contabili internazionali. L’ultimo capitolo avvalendosi di un’indagine empirica che ha coinvolto i comuni italiani di rilevanti dimensioni analizza la propensione al cambiamento e all’innovazione nell’ambito dei sistemi contabili pubblici, seguendo un modello di analisi che misura il livello delle spinte innovative rispetto ai fattori di resistenza valu-tandone l’impatto finale.

Riforme dei sistemi contabili pubblici tra spinte innovative e resistenze al cambiamento

LAZZINI, SIMONE
2008-01-01

Abstract

La monografia affronta il tema della riforma del sistema delle aziende pubbliche . La scienza economico-aziendale ha analizzato i processi di riforma del sistema pubblico seguendo le prospettive di indagine tipiche dei suoi studi: la gestione, la rilevazione e l’organizzazione. Il presente lavoro si concentra sui processi di cambiamento che riguardano i sistemi contabili degli enti locali partendo dal presupposto che studiarne l’evoluzione e le dinamiche di sviluppo richiede un approccio che tenga in considerazione non solo gli aspetti che attengono alle tecniche contabili strictu sensu, ma che riguardi l’intero sistema aziendale. Si ritiene necessario considerare le ripercussioni reciproche che si instaurano tra il sistema contabile in quanto tale, le variabili organizzative ed il sistema di governance inquadrando il tutto in un contesto aziendale, che per natura, è particolarmente esposto alle variabili esterne e ai condizionamenti sociali ed istituzionali. La riforma dei sistemi contabili si inserisce in un ambito in cui operano importanti meccanismi di autotutela, di staticità, che implicano la necessità di tenere distinti gli intenti auspicati dalle riforme e gli esiti effettivi che da esse sono scaturiti. L’atteggiamento adempimentale, la tendenza a rispettare il dettato esteriore della norma, piuttosto che recepirne appieno le logiche di fondo, sono solo alcuni delle critiche che vengono mosse alle amministrazioni pubbliche. È importante in tal senso precisare che gli enti locali territoriali, ed in particolare i comuni, costituiscono un quadro molto articolato dove convivono realtà di grandissime dimensioni con altre molto piccole, contesti economici, sociali ed istituzionali molto differenti. La generalizzabilità delle riflessioni deve, pertanto, trovare immediato riscontro in un’attività di declinazione atta a circoscrivere gli ambiti di coinvolgimento e di applicazione. La configurazione dei sistemi contabili, da almeno un ventennio, si trova centro di un intenso dibattito che ha coinvolto gli operatori, gli organi politico-istituzionali ed, ovviamente, il mondo accademico travalicando gli stessi confini nazionali è ampliando il panorama ad un contesto internazionale. Gli enti locali italiani si trovano a rivestire, dal punto di vista contabile, una posizione intermedia in cui convivono i prospetti consuntivi di matrice tipicamente economico-patrimoniale, con un sistema di programmazione e rendicontazione, che essendo diretta conseguenza della funzione autorizzatoria, è ancora incentrato sulle fasi e sulla dimensione giuridico-finanziaria. La possibilità di mantenere separate la fase di rilevazione dei fatti aziendali, rispetto al contenuto del sistema di rendicontazione ha contribuito ad alimentare la possibilità di configurare diversi assetti contabili che spaziano da quello finanziario esteso (o minimale) a quelli integrati e paralleli, con tutti i problemi di conciliabilità e utilità informativa che discende dalle diverse impostazioni. L’emanazione di principi contabili internazionali per il settore pubblico offre un ulteriore elemento di stimolo che deriva dall’esigenza di consentire una comparazione sovranazionale dei risultati conseguiti dagli enti locali operanti nei diversi contesti nazionali. L’esame della realtà evidenzia l’esistenza di un'asincronia, tra i cambiamenti istituzionali ed organizzativi e quelli dei sistemi in-formativi. Mentre le riforme dei primi hanno saputo imprimere al sistema la propria portata innovativa i cambiamenti contabili, per contro, hanno conseguito contenuti meno significativi. Gli esiti delle riforme contabili, invece di esprimere una coerenza strumentale rispetto alle accresciute esigenze informative, hanno ottenuto esiti limitati perpetuando, di fatto, un assetto in-centrato sulla dimensione finanziaria Quali sono dunque le motivazioni a cui ricondurre tale situazione? Perché gli intenti di riforma in ambito contabile, non riescono ad imprimere quel tenore di crescita che si verificano in altri contesti della pubblica amministrazione? Qual è dunque il nesso logico che si origina tra fattori di spinta e di resistenza e la situazione di immobilismo di molti comuni italiani? Posti i summenzionati quesiti di ricerca il presente lavoro nel primo capitolo affronta le problematiche di ordine metodologico ed esamina le posizioni dottrinali espresse in merito al sistema delle aziende pubbliche ed ai suoi processi di riforma, nella profonda convinzione che porsi di fronte ad ogni intento di ricerca prefiguri la necessità di garantire il riscontro della teoria nei fatti quale assioma fondamentale dell’Economia aziendale. Nel secondo capitolo vengono esaminati gli elementi caratte-rizzanti dei processi di riforma soffermandosi sugli effetti delle riforme, sulla loro valenza e sugli ambiti in cui operano, mettendo in relazione questi aspetti con il ruolo della componente politica e manageriale e con processo di creazione di valore pubblico. Delineato il quadro in cui è possibile inserire le riforme contabili, il terzo capitolo si sofferma sull’analisi del sistema contabile degli enti locali concentrandosi sugli aspetti di coesistenza e conciliabilità tra le contabilità, nonché sulle implicazioni che le varie impostazioni comportano sull’informativa contabile e sui processi di accountability pubblica. Il quarto capitolo analizza il ruolo del processo di armonizza-zione internazionale valutandone la portata ed il significato nel contesto nazionale, concentrando la propria attenzione sul grado di conoscenza e sulle attese che gli operatori nutrono nei confronti dei principi contabili internazionali. L’ultimo capitolo avvalendosi di un’indagine empirica che ha coinvolto i comuni italiani di rilevanti dimensioni analizza la propensione al cambiamento e all’innovazione nell’ambito dei sistemi contabili pubblici, seguendo un modello di analisi che misura il livello delle spinte innovative rispetto ai fattori di resistenza valu-tandone l’impatto finale.
2008
Lazzini, Simone
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