Sebbene negli ultimi anni in tema di “governo del territorio” sia ormai acquisita la necessità di procedere alla Valutazione Ambientale e nello specifico alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica, direttiva 2001/42/CE) e molto si sia riflettuto sulla sua applicazione ai piani ed ai programmi strategici, un ampio gap è ancora evidente quando si tratta di valutazione degli strumenti che intervengono nell’ultima fase del processo di pianificazione (strumenti attuativi/operativi). La ricerca affronta il tema del rapporto tra pratica valutativa e iter pianificatorio, con l’obiettivo di individuare quale sia il passaggio critico che arresta il processo di valutazione proprio nella fase più delicata, in cui i principi stabiliti nei piani generali intervengono sul territorio definendone le trasformazioni reali. In particolare vengono analizzate le normative regionali in materia di Valutazione e di Pianificazione Urbanistica, e si tenta una prima classificazione delle regioni italiane in relazione sia ad aspetti più immediati, quali il livello di corrispondenza tra le leggi regionali e la direttiva europea e la loro capacità di prescrivere strumenti di valutazione specifici, sia aspetti relativi alla capacità di prefigurare metodologie operative efficaci in virtù della esistenza di apparati tecnico/amministrativi efficienti o della attuazione di consuetudini consolidate di valutazione anche al di fuori di un apparato normativo specifico. I risultati delle prime indagini, che vengono presentati in questa sede, fanno riferimento alla situazione normativa delle regioni al settembre 2007, ossia ad un delicato momento di transizione normativa, in cui l’Italia, con l’entrata in vigore il 31 luglio 2007 del poco soddisfacente D.Lgs. 152/2006, aveva da poco adeguato la propria normativa nazionale e stava affrontando la scrittura del Decreto Correttivo, approvato pochi mesi dopo come D.Lgs. 4/2008 (in vigore dal 13 febbraio2008).

La valutazione ambientale strategica nella legislazione regionale,

SANTINI, LUISA
2009-01-01

Abstract

Sebbene negli ultimi anni in tema di “governo del territorio” sia ormai acquisita la necessità di procedere alla Valutazione Ambientale e nello specifico alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica, direttiva 2001/42/CE) e molto si sia riflettuto sulla sua applicazione ai piani ed ai programmi strategici, un ampio gap è ancora evidente quando si tratta di valutazione degli strumenti che intervengono nell’ultima fase del processo di pianificazione (strumenti attuativi/operativi). La ricerca affronta il tema del rapporto tra pratica valutativa e iter pianificatorio, con l’obiettivo di individuare quale sia il passaggio critico che arresta il processo di valutazione proprio nella fase più delicata, in cui i principi stabiliti nei piani generali intervengono sul territorio definendone le trasformazioni reali. In particolare vengono analizzate le normative regionali in materia di Valutazione e di Pianificazione Urbanistica, e si tenta una prima classificazione delle regioni italiane in relazione sia ad aspetti più immediati, quali il livello di corrispondenza tra le leggi regionali e la direttiva europea e la loro capacità di prescrivere strumenti di valutazione specifici, sia aspetti relativi alla capacità di prefigurare metodologie operative efficaci in virtù della esistenza di apparati tecnico/amministrativi efficienti o della attuazione di consuetudini consolidate di valutazione anche al di fuori di un apparato normativo specifico. I risultati delle prime indagini, che vengono presentati in questa sede, fanno riferimento alla situazione normativa delle regioni al settembre 2007, ossia ad un delicato momento di transizione normativa, in cui l’Italia, con l’entrata in vigore il 31 luglio 2007 del poco soddisfacente D.Lgs. 152/2006, aveva da poco adeguato la propria normativa nazionale e stava affrontando la scrittura del Decreto Correttivo, approvato pochi mesi dopo come D.Lgs. 4/2008 (in vigore dal 13 febbraio2008).
2009
Casini, C; Santini, Luisa
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