Premessa – I. Il feudo forme contrattuali e situazioni istituzionali (Linee di un inquadramento teorico) – i. Brevi note introduttive – ii. Tra preesistenze consuetudinarie e sopravvenienze istituzionali: i contenuti e lo spazio della mentalità feudale – iii. Un interludio di ricostruzione concettuale: lo schema feudale nel volgarismo giuridico – iv. La res feudalis: un mèro cespite di ricchezza, non necessariamente a contenuto fondiario od immobiliare – v. L’intima connotazione dello schema feudale: un rapporto geneticamente reale – vi. La naturale causa liberalitatis – vii. Lo schema complessivo e tipico di un modello di traslazione di Gewere con fine costitutivo di rendita – viii. Analoghi schemi di relazione beneficiale: dazioni di Gewere denominate ex causa vel obiecto contractus. L’esempio dei Buccellarii – ix. Il Saio, o Sago – x. Il caballarius – xi. Il contratto di soccida – xii. Approssimazioni alla mentalità feudale. Lo schema feudale come contenitore naturale di una serie tendenzialmente indefinita di relazioni intersoggettive tipiche: un’ipotesi da vagliare – a) Marchio Obertus nel 988: Gewere e Launechild – b) Rodolfo da Casole alla metà del secolo XI: incastellazioni e dazioni in feudo – xiii. Tipizzazioni pratiche della forma feudi – xiv. Feudi ministeriali: l’ordo cocariae delle cucine vescovili lunensi – xv. Feudi nobili, feudi collativi di dignità – II. Tra retorica ed enciclopedia: l’ontologismo linguistico del giurista medievale – i. Premessa bolognese – ii. Le Istituzioni di Giustiniano – iii. Una massima d’essenziale afferenza retorica. – iv. Un interludio gnoseologico: dalla tu/pwsij alla consequentia – v. I fondamenti retorico-glossatori dell’interpretazione giuridica – III. Postliminium Codicis (di un archetipo degli Statuta Collegii almi Studii Pisani, delle sue impensabili vicissitudini e della grettezza di Felino Sandei) – i. Non un exemplar, ma soltanto una prima, provvisoria stesura – ii. Una precoce riforma statutaria introdotta da Felino Sandei, la sua tirchieria ed il fondamento giuratorio degli statuti – iii. La riforma feliniana: un tentativo di datazione e di lettura – iv. La Promulgazione dello Statuto ad opera degli Ufficiali dello Studio: la novazione del suo titolo di validità e di efficacia – v. Lo smarrimento del codice ed il suo fortunoso salvataggio sul banco di un pizzicagnolo – vi. La lunga via del rientro del codice alla patria accademica pisana – Appendice: Tavola comparativa della denominazione e numerazione delle rubriche dello Statuto prima e dopo la probatio degli Ufficiali dello Studio fiorentino – IV. Usi beneficiali della ‘commenda’. Vicende di terminologia giuridica tra Diritto Canonico e Diritto Patrio toscano – i. Esordio: le censure di Pompeo Neri all’istituto della commenda – ii. Archetipi canonistici. L’uso beneficiale del contratto di commenda: suoi esiti tridentini. Il giudizio di fra’ Paolo Sarpi – iii. L’instaurazione cosimiana in Toscana e le sue basi di consenso politico e sociale: le ambiguità del titolo di nobiltà nelle terre granducali e l’istituzione dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano – iv. La normativa statutaria dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano in materia di commenda – v. Linee di un’interversione causale – vi. In traccia di un contratto di Diritto Patrio: secolarizzazione giurisdizionale della commenda – vii. La commenda trai due diritti – viii. Francesco Ansaldi e la sua sistemazione di giurisprudenza consulente in materia commendaria – ix. La commenda nella sistematizzazione delle massime rotali – x. Un Diritto Feudale patrio: profili di un sistema di confusione giuridica – V. Interessi politici e formati istituzionali (la ‘piccola patria’ e la genesi dell’idea federale: brevi note esegetiche) – i. La ‘piccola patria’: le lontane origini di un mito illuministico – ii. Fondazione e personalità dello Stato e costruzione dell’obbligazione politica – iii. Abbandono dello schema soltanto feudale – iv. Discontinua vitalità della tradizione dei Libri feudorum – v. L’alternativa nuova del dominato territoriale. La gestione della res domestica come simulacro del gubernaculum politico: rex tamquam pater – vi. Genesi alternativa dell’obbligazione federale – vii. L’antica libertà ridonda negli ordinamenti nuovi: nascita del partito costituzionale. La lucidità illuministica di Gian Rinaldo Carli – viii. Il disegno compromissorio di Gioberti – ix. Il rigore di Cattaneo – x. Un’ultima messa a punto, a mo’ di poscritto – VI. La Legislazione toscana di Lorenzo Cantini negli ordinamenti del Regno Etrusco tra Jurisdiktions- e Rechtsstaat – i. «Legislazione toscana»: un compendio di problemi interpretativi – ii. Modelli montesquviani per un intervento d’erudizione normativa. Gli strumenti della recensione: «… una Raccolta formata» di Costituzioni e Leggi patrie – iii. Lo «spirito delle leggi» toscane tra suggestioni montesquviane e trame istituzionali – iv. Lontano dalla tradizione vichiana – v. Lungo le pagine della raccolta cantiniana: l’incompletezza necessaria dell’ordinamento giuridico toscano – vi. Il dato strutturale: analisi quantitativa ed alcune prospezioni statistiche di carattere sincronico – vii. Nella diacronia del precedente giurisprudenziale e normativo: la «Legislazione toscana» di Lorenzo Cantini e la strumentazione del Jurisdiktionsstaat – viii. Un tardivo strumento della pratica forense toscana – Appendice – a) Tavola alfabetica dei diversi modi di denominazione dei provvedimenti recensiti dalla Legislazione toscana di Lorenzo Cantini – b) Tavola statistica dei diversi modi di denominazione dei provvedimenti recensiti dalla Legislazione toscana di Lorenzo Cantini – VII. Sul lessico istituzionale e politico: schede estemporanee di lettura e riflessione – i. Risorgimento – ii. Stato laico – iii. Globalizzazione e ceti – iv. Etica della rivendicazione – v. Diritto soggettivo – vi. Una logica penultima – Indice dei nomi

Moleskine storico-giuridico Appunti e schede tra storia, diritto e politicaA

MONTORZI, MARIO
2009-01-01

Abstract

Premessa – I. Il feudo forme contrattuali e situazioni istituzionali (Linee di un inquadramento teorico) – i. Brevi note introduttive – ii. Tra preesistenze consuetudinarie e sopravvenienze istituzionali: i contenuti e lo spazio della mentalità feudale – iii. Un interludio di ricostruzione concettuale: lo schema feudale nel volgarismo giuridico – iv. La res feudalis: un mèro cespite di ricchezza, non necessariamente a contenuto fondiario od immobiliare – v. L’intima connotazione dello schema feudale: un rapporto geneticamente reale – vi. La naturale causa liberalitatis – vii. Lo schema complessivo e tipico di un modello di traslazione di Gewere con fine costitutivo di rendita – viii. Analoghi schemi di relazione beneficiale: dazioni di Gewere denominate ex causa vel obiecto contractus. L’esempio dei Buccellarii – ix. Il Saio, o Sago – x. Il caballarius – xi. Il contratto di soccida – xii. Approssimazioni alla mentalità feudale. Lo schema feudale come contenitore naturale di una serie tendenzialmente indefinita di relazioni intersoggettive tipiche: un’ipotesi da vagliare – a) Marchio Obertus nel 988: Gewere e Launechild – b) Rodolfo da Casole alla metà del secolo XI: incastellazioni e dazioni in feudo – xiii. Tipizzazioni pratiche della forma feudi – xiv. Feudi ministeriali: l’ordo cocariae delle cucine vescovili lunensi – xv. Feudi nobili, feudi collativi di dignità – II. Tra retorica ed enciclopedia: l’ontologismo linguistico del giurista medievale – i. Premessa bolognese – ii. Le Istituzioni di Giustiniano – iii. Una massima d’essenziale afferenza retorica. – iv. Un interludio gnoseologico: dalla tu/pwsij alla consequentia – v. I fondamenti retorico-glossatori dell’interpretazione giuridica – III. Postliminium Codicis (di un archetipo degli Statuta Collegii almi Studii Pisani, delle sue impensabili vicissitudini e della grettezza di Felino Sandei) – i. Non un exemplar, ma soltanto una prima, provvisoria stesura – ii. Una precoce riforma statutaria introdotta da Felino Sandei, la sua tirchieria ed il fondamento giuratorio degli statuti – iii. La riforma feliniana: un tentativo di datazione e di lettura – iv. La Promulgazione dello Statuto ad opera degli Ufficiali dello Studio: la novazione del suo titolo di validità e di efficacia – v. Lo smarrimento del codice ed il suo fortunoso salvataggio sul banco di un pizzicagnolo – vi. La lunga via del rientro del codice alla patria accademica pisana – Appendice: Tavola comparativa della denominazione e numerazione delle rubriche dello Statuto prima e dopo la probatio degli Ufficiali dello Studio fiorentino – IV. Usi beneficiali della ‘commenda’. Vicende di terminologia giuridica tra Diritto Canonico e Diritto Patrio toscano – i. Esordio: le censure di Pompeo Neri all’istituto della commenda – ii. Archetipi canonistici. L’uso beneficiale del contratto di commenda: suoi esiti tridentini. Il giudizio di fra’ Paolo Sarpi – iii. L’instaurazione cosimiana in Toscana e le sue basi di consenso politico e sociale: le ambiguità del titolo di nobiltà nelle terre granducali e l’istituzione dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano – iv. La normativa statutaria dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano in materia di commenda – v. Linee di un’interversione causale – vi. In traccia di un contratto di Diritto Patrio: secolarizzazione giurisdizionale della commenda – vii. La commenda trai due diritti – viii. Francesco Ansaldi e la sua sistemazione di giurisprudenza consulente in materia commendaria – ix. La commenda nella sistematizzazione delle massime rotali – x. Un Diritto Feudale patrio: profili di un sistema di confusione giuridica – V. Interessi politici e formati istituzionali (la ‘piccola patria’ e la genesi dell’idea federale: brevi note esegetiche) – i. La ‘piccola patria’: le lontane origini di un mito illuministico – ii. Fondazione e personalità dello Stato e costruzione dell’obbligazione politica – iii. Abbandono dello schema soltanto feudale – iv. Discontinua vitalità della tradizione dei Libri feudorum – v. L’alternativa nuova del dominato territoriale. La gestione della res domestica come simulacro del gubernaculum politico: rex tamquam pater – vi. Genesi alternativa dell’obbligazione federale – vii. L’antica libertà ridonda negli ordinamenti nuovi: nascita del partito costituzionale. La lucidità illuministica di Gian Rinaldo Carli – viii. Il disegno compromissorio di Gioberti – ix. Il rigore di Cattaneo – x. Un’ultima messa a punto, a mo’ di poscritto – VI. La Legislazione toscana di Lorenzo Cantini negli ordinamenti del Regno Etrusco tra Jurisdiktions- e Rechtsstaat – i. «Legislazione toscana»: un compendio di problemi interpretativi – ii. Modelli montesquviani per un intervento d’erudizione normativa. Gli strumenti della recensione: «… una Raccolta formata» di Costituzioni e Leggi patrie – iii. Lo «spirito delle leggi» toscane tra suggestioni montesquviane e trame istituzionali – iv. Lontano dalla tradizione vichiana – v. Lungo le pagine della raccolta cantiniana: l’incompletezza necessaria dell’ordinamento giuridico toscano – vi. Il dato strutturale: analisi quantitativa ed alcune prospezioni statistiche di carattere sincronico – vii. Nella diacronia del precedente giurisprudenziale e normativo: la «Legislazione toscana» di Lorenzo Cantini e la strumentazione del Jurisdiktionsstaat – viii. Un tardivo strumento della pratica forense toscana – Appendice – a) Tavola alfabetica dei diversi modi di denominazione dei provvedimenti recensiti dalla Legislazione toscana di Lorenzo Cantini – b) Tavola statistica dei diversi modi di denominazione dei provvedimenti recensiti dalla Legislazione toscana di Lorenzo Cantini – VII. Sul lessico istituzionale e politico: schede estemporanee di lettura e riflessione – i. Risorgimento – ii. Stato laico – iii. Globalizzazione e ceti – iv. Etica della rivendicazione – v. Diritto soggettivo – vi. Una logica penultima – Indice dei nomi
2009
Montorzi, Mario
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/127854
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