La creazione di valore economico, come noto, è condizione per la sopravvivenza e lo sviluppo delle unità aziendali operanti nei diversi contesti economici. Lo studio dell’attitudine delle aziende a creare valore presuppone l’osservazione della redditività e del costo delle fonti di finanziamento. Ragionando secondo la logica del coeteris paribus, appare evidente come il valore creato da qualsiasi unità produttiva cresca al diminuire del costo del capitale investito. Il costo del capitale, peraltro, è una grandezza che risulta influenzata dall’agire composito di alcune variabili, tra cui, in primis, quelle riferibili al rischio operativo e finanziario. A parità di rendimento del capitale, dunque, i suddetti rischi costituiscono le principali leve (driver) su cui agire allo scopo di contenere il costo del capitale e, quindi, di massimizzare il valore dell’azienda. Il presente lavoro si basa sull’analisi del secondo driver di valore citato, ossia il rischio finanziario. Con esclusivo riferimento all’aspetto sopra delineato, la ricerca mira ad individuare gli effetti della politica finanziaria sul costo del capitale. A tale scopo, è stata condotta un’indagine empirica su un campione di aziende appartenenti al distretto cartario lucchese (cartiere e cartotecniche, che operano per la realizzazione di carta tissue) con riguardo ai periodi amministrativi del triennio 2004-2006. Dai bilanci riclassificati e dalle informazioni acquisite, sottoponendo specifici questionari alle aziende campionate, sono state determinate le variabili necessarie per la stima del costo medio ponderato del capitale, ottenuto, per quanto attiene al costo del capitale proprio, mediante l’impiego del Capital Asset Pricing Model (CAPM). I risultati della ricerca sono stati utilizzati per osservare le variazioni sia del costo delle singole fonti di finanziamento (capitale proprio e capitale di debito) sia del rapporto tra ciascuna delle suddette fonti di finanziamento e il capitale investito, al variare del rapporto di leverage. In termini più generali, dunque, l’indagine condotta mira a delineare alcune conclusioni relative alla variabilità del costo medio ponderato del capitale (nel linguaggio anglosassone WACC) in relazione al mutamento della struttura finanziaria.

Un’analisi delle relazioni tra la struttura finanziaria e il costo del capitale nelle aziende del distretto cartario lucchese. Alcune evidenze empiriche

BERNINI, FRANCESCA;
2009-01-01

Abstract

La creazione di valore economico, come noto, è condizione per la sopravvivenza e lo sviluppo delle unità aziendali operanti nei diversi contesti economici. Lo studio dell’attitudine delle aziende a creare valore presuppone l’osservazione della redditività e del costo delle fonti di finanziamento. Ragionando secondo la logica del coeteris paribus, appare evidente come il valore creato da qualsiasi unità produttiva cresca al diminuire del costo del capitale investito. Il costo del capitale, peraltro, è una grandezza che risulta influenzata dall’agire composito di alcune variabili, tra cui, in primis, quelle riferibili al rischio operativo e finanziario. A parità di rendimento del capitale, dunque, i suddetti rischi costituiscono le principali leve (driver) su cui agire allo scopo di contenere il costo del capitale e, quindi, di massimizzare il valore dell’azienda. Il presente lavoro si basa sull’analisi del secondo driver di valore citato, ossia il rischio finanziario. Con esclusivo riferimento all’aspetto sopra delineato, la ricerca mira ad individuare gli effetti della politica finanziaria sul costo del capitale. A tale scopo, è stata condotta un’indagine empirica su un campione di aziende appartenenti al distretto cartario lucchese (cartiere e cartotecniche, che operano per la realizzazione di carta tissue) con riguardo ai periodi amministrativi del triennio 2004-2006. Dai bilanci riclassificati e dalle informazioni acquisite, sottoponendo specifici questionari alle aziende campionate, sono state determinate le variabili necessarie per la stima del costo medio ponderato del capitale, ottenuto, per quanto attiene al costo del capitale proprio, mediante l’impiego del Capital Asset Pricing Model (CAPM). I risultati della ricerca sono stati utilizzati per osservare le variazioni sia del costo delle singole fonti di finanziamento (capitale proprio e capitale di debito) sia del rapporto tra ciascuna delle suddette fonti di finanziamento e il capitale investito, al variare del rapporto di leverage. In termini più generali, dunque, l’indagine condotta mira a delineare alcune conclusioni relative alla variabilità del costo medio ponderato del capitale (nel linguaggio anglosassone WACC) in relazione al mutamento della struttura finanziaria.
2009
Bernini, Francesca; LA ROSA, F.
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