Si fornisce una lettura complessiva delle rime michelangiolesche, evidenziando una costante struttura sillogistica costruita attorno a un concetto portante. La logica dell’enunciato è rigorosa, anche se coglierla è spesso reso arduo dalla forma involuta, contorta ed ellittica deliberatamente conferita dall’artista alle sue poesie. Si ricostruisce il percorso compositivo (per via di aggiungere e non di levare, quindi opposto alla scultura), si discute la fondamentale distinzione critica berniana (ma già pichiana) fra cose e parole, si fornisce infine l’interpretazione di testi particolarmente oscuri del corpus legati al tema dello sguardo e della vista, quali le misteriose terzine dell’occhio, lette come una sorta di parziale autoritratto allo specchio dell’artista.
Lo sguardo di Michelangelo, poeta del «dunque»: proposte esegetiche
MASI, GIORGIO
2009-01-01
Abstract
Si fornisce una lettura complessiva delle rime michelangiolesche, evidenziando una costante struttura sillogistica costruita attorno a un concetto portante. La logica dell’enunciato è rigorosa, anche se coglierla è spesso reso arduo dalla forma involuta, contorta ed ellittica deliberatamente conferita dall’artista alle sue poesie. Si ricostruisce il percorso compositivo (per via di aggiungere e non di levare, quindi opposto alla scultura), si discute la fondamentale distinzione critica berniana (ma già pichiana) fra cose e parole, si fornisce infine l’interpretazione di testi particolarmente oscuri del corpus legati al tema dello sguardo e della vista, quali le misteriose terzine dell’occhio, lette come una sorta di parziale autoritratto allo specchio dell’artista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.