Con il Coriolanus e Timon of Athens, entrambe del 1607/1608, Shakespeare aveva toccato il fondo buio della sua tragedia. Non c’è da stupirsi se, giunto al fondo di questo experiment with darkness, come è stato definito da un critico il periodo delle sue tragedie maggiori, Shakespeare abbia restituito al mondo della luce, della speranza e della serenità le creature della sua mente. Il saggio indaga le cause che lo spinsero ad accogliere una prospettiva totalmente diversa rivolta verso la luce, nelle opere del suo ultimo periodo, Pericles, Cymbeline, Winter’s Tale e The Tempest, soffermandosi con particolare attenzione sull’ultimo dramma shakespeariano.
Lo splendido nuovo mondo dell'ultimo Shakespeare
RIZZARDI, BIANCAMARIA
2009-01-01
Abstract
Con il Coriolanus e Timon of Athens, entrambe del 1607/1608, Shakespeare aveva toccato il fondo buio della sua tragedia. Non c’è da stupirsi se, giunto al fondo di questo experiment with darkness, come è stato definito da un critico il periodo delle sue tragedie maggiori, Shakespeare abbia restituito al mondo della luce, della speranza e della serenità le creature della sua mente. Il saggio indaga le cause che lo spinsero ad accogliere una prospettiva totalmente diversa rivolta verso la luce, nelle opere del suo ultimo periodo, Pericles, Cymbeline, Winter’s Tale e The Tempest, soffermandosi con particolare attenzione sull’ultimo dramma shakespeariano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.