La finezza, la persistenza e la complessità aromatica di un vino sono molto ricercate dal consumatore moderno. Attualmente la microstruttura di un vino (aromi, polifenoli) è più importante della macrostruttura (alcool, acidi). In effetti, tutti i vini hanno una macrostruttura, ma non tutti possiedono una microstruttura apprezzabile, infatti, i grandi vini valgono e sono tali per il loro aroma e non certo per il solo contenuto in alcool e acidi. Oltre alla indiscussa impronta varietale, molti altri fattori concorrono a determinare le caratteristiche qualitative dell’uva e quindi del vino e tra questi importanza rilevante rivestono le tecniche di conduzione del vigneto, rivolte a massimizzare le potenzialità dell’uva. Alla gestione della chioma della vite si guarda ultimamente con molta attenzione vista l’azione determinante che essa ha sulla qualità dell’uva in funzione del vino che si intende ottenere. Nel presente lavoro di tesi si è valutata la risposta di piante del vitigno Ciliegiolo alla sfogliatura (rimozione di 7-8 foglie alla base del germoglio uvifero), eseguita in due momenti fenologici differenti, e cioè all’allegagione e all’invaiatura, mentre parcelle non defogliante hanno costituito il controllo. Durante la stagione 2006 sono stati monitorati i principali parametri vegetativi e produttivi e la composizione delle uve durante il periodo di maturazione, La sfogliatura non ha prodotto differenze significative fra i trattamenti per i parametri analizzati, se non un incremento del contenuto in antociani al momento della vendemmia nelle uve provenienti da piante sfogliate all’allegagione. E’ in ogni caso da rilevare come alla vendemmia si registra una diminuzione della dimensione dell’acino nelle piante sfogliate all’allegagione, anche se questo non è risultato statisticamente rilevante rispetto al controllo. Conseguentemente, si è avuto un leggero incremento della concentrazione di quasi tutti i più importanti componenti dell’uva, che lascia intendere come la pratica della sfogliatura precoce sia idonea a valorizzare le potenzialità qualitative del vitigno Ciliegiolo. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questa ipotesi e per verificare le possibilità di migliorare anche la qualità del vino prodotto.

Effetto dell'epoca di defogliazione sulla qualità delle uve e del vino nel vitigno Ciliegiolo

SCALABRELLI, GIANCARLO;D'ONOFRIO, CLAUDIO;
2010-01-01

Abstract

La finezza, la persistenza e la complessità aromatica di un vino sono molto ricercate dal consumatore moderno. Attualmente la microstruttura di un vino (aromi, polifenoli) è più importante della macrostruttura (alcool, acidi). In effetti, tutti i vini hanno una macrostruttura, ma non tutti possiedono una microstruttura apprezzabile, infatti, i grandi vini valgono e sono tali per il loro aroma e non certo per il solo contenuto in alcool e acidi. Oltre alla indiscussa impronta varietale, molti altri fattori concorrono a determinare le caratteristiche qualitative dell’uva e quindi del vino e tra questi importanza rilevante rivestono le tecniche di conduzione del vigneto, rivolte a massimizzare le potenzialità dell’uva. Alla gestione della chioma della vite si guarda ultimamente con molta attenzione vista l’azione determinante che essa ha sulla qualità dell’uva in funzione del vino che si intende ottenere. Nel presente lavoro di tesi si è valutata la risposta di piante del vitigno Ciliegiolo alla sfogliatura (rimozione di 7-8 foglie alla base del germoglio uvifero), eseguita in due momenti fenologici differenti, e cioè all’allegagione e all’invaiatura, mentre parcelle non defogliante hanno costituito il controllo. Durante la stagione 2006 sono stati monitorati i principali parametri vegetativi e produttivi e la composizione delle uve durante il periodo di maturazione, La sfogliatura non ha prodotto differenze significative fra i trattamenti per i parametri analizzati, se non un incremento del contenuto in antociani al momento della vendemmia nelle uve provenienti da piante sfogliate all’allegagione. E’ in ogni caso da rilevare come alla vendemmia si registra una diminuzione della dimensione dell’acino nelle piante sfogliate all’allegagione, anche se questo non è risultato statisticamente rilevante rispetto al controllo. Conseguentemente, si è avuto un leggero incremento della concentrazione di quasi tutti i più importanti componenti dell’uva, che lascia intendere come la pratica della sfogliatura precoce sia idonea a valorizzare le potenzialità qualitative del vitigno Ciliegiolo. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questa ipotesi e per verificare le possibilità di migliorare anche la qualità del vino prodotto.
2010
Scalabrelli, Giancarlo; D'Onofrio, Claudio; Ferroni, G; Luparini, R.
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