Nonostante l’esponenziale aumento di consumo delle cosiddette “nuove droghe” o droghe sintetiche, ritenute da molti il “pericolo numero uno” i decessi dipendenti da intossicazione acuta da eroina costituiscono ancor oggi di gran lunga la più frequente causa di morte nella popolazione tossicodipendente. In questo ambito, laddove si verificano assunzioni di gruppo, la (apparente) simultaneità della morte rappresenta un’evenienza difficilmente verificabile ancorché del tutto eccezionale. Per questo si segnala il caso relativo al decesso di due soggetti noti tossicodipendenti, rinvenuti alla fine dell’estate scorsa nel vano carico di un furgone fermo, già da quattro giorni, come da riferimenti testimoniali, all’interno di un parcheggio condominiale. I due cadaveri, l’uno di sesso maschile e l’altro femminile, giacevano affiancati, distesi in decubito laterale destro, con gli arti inferiori leggermente flessi e la testa appoggiata sulla parete sinistra del mezzo; l’attenzione venne subito richiamata dalle evidenti difformità di conservazione tanatologica dei due corpi: nonostante la (ipotetica) permanenza in un ambiente con identiche condizioni microclimatiche, la donna non presentava infatti processi putrefattivi, che nell’uomo erano spinti fino alla fase enfisematosa. Nel corso del sopralluogo, al dorso della mano destra della donna venne poi rilevato un segno d’agopuntura recente con colatura ematica essiccata; tale reperto, congiuntamente al rinvenimento in una scatola di due siringhe da insuline usate ed una fiala di soluzione per iniezione rotta ed affumicata esternamente, orientarono le indagini verso l’ipotesi di una morte da droga. All’autopsia si è rilevato in entrambi i casi la presenza di enfisema acuto e di edema polmonare. I dati tossicologici sono risultati confermativi di due morti dipendenti da intossicazione acuta da eroina combinata con metadone. Gli autori analizzano le risultanze delle indagini svolte allo scopo di interpretare le discrepanze sullo stato di conservazione dei due cadaveri, giungendo alla conclusione che la donna,sempre che l’assunzione della sostanza stupefacente sia stata contemporanea nei due soggetti, sia sopravvissuta all’uomo. Queste conclusioni sono avvalorate, oltre che dal diverso stadio di metabolizzazione della sostanza stupefacente assunta, dal reperto, nella donna, di mioglobina all’interno dei tubuli renali, reperto che ha documentato la possibilità di un prolungato stato agonico.

Su due casi contestuali di morte per overdose da eroina

DI PAOLO, MARCO;GIUSIANI, MARIO
2010-01-01

Abstract

Nonostante l’esponenziale aumento di consumo delle cosiddette “nuove droghe” o droghe sintetiche, ritenute da molti il “pericolo numero uno” i decessi dipendenti da intossicazione acuta da eroina costituiscono ancor oggi di gran lunga la più frequente causa di morte nella popolazione tossicodipendente. In questo ambito, laddove si verificano assunzioni di gruppo, la (apparente) simultaneità della morte rappresenta un’evenienza difficilmente verificabile ancorché del tutto eccezionale. Per questo si segnala il caso relativo al decesso di due soggetti noti tossicodipendenti, rinvenuti alla fine dell’estate scorsa nel vano carico di un furgone fermo, già da quattro giorni, come da riferimenti testimoniali, all’interno di un parcheggio condominiale. I due cadaveri, l’uno di sesso maschile e l’altro femminile, giacevano affiancati, distesi in decubito laterale destro, con gli arti inferiori leggermente flessi e la testa appoggiata sulla parete sinistra del mezzo; l’attenzione venne subito richiamata dalle evidenti difformità di conservazione tanatologica dei due corpi: nonostante la (ipotetica) permanenza in un ambiente con identiche condizioni microclimatiche, la donna non presentava infatti processi putrefattivi, che nell’uomo erano spinti fino alla fase enfisematosa. Nel corso del sopralluogo, al dorso della mano destra della donna venne poi rilevato un segno d’agopuntura recente con colatura ematica essiccata; tale reperto, congiuntamente al rinvenimento in una scatola di due siringhe da insuline usate ed una fiala di soluzione per iniezione rotta ed affumicata esternamente, orientarono le indagini verso l’ipotesi di una morte da droga. All’autopsia si è rilevato in entrambi i casi la presenza di enfisema acuto e di edema polmonare. I dati tossicologici sono risultati confermativi di due morti dipendenti da intossicazione acuta da eroina combinata con metadone. Gli autori analizzano le risultanze delle indagini svolte allo scopo di interpretare le discrepanze sullo stato di conservazione dei due cadaveri, giungendo alla conclusione che la donna,sempre che l’assunzione della sostanza stupefacente sia stata contemporanea nei due soggetti, sia sopravvissuta all’uomo. Queste conclusioni sono avvalorate, oltre che dal diverso stadio di metabolizzazione della sostanza stupefacente assunta, dal reperto, nella donna, di mioglobina all’interno dei tubuli renali, reperto che ha documentato la possibilità di un prolungato stato agonico.
2010
DI PAOLO, Marco; Boccaccino, B; Giusiani, Mario
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