La tubercolosi (TB) è una malattia antichissima che probabilmente si manifestò tra gli uomini in forma sporadica fin dalla preistoria, quando ancora essi vivevano allo stato nomade o in piccoli gruppi dispersi. Con la stabilizzazione, legata allo sviluppo delle prime tecniche agricole e all’allevamento del bestiame, la malattia si fece più frequente ma non tanto da diventare endemica. Il carattere più o meno sporadico malattia si trasformò in epidemico in epoca medievale, con l’urbanizzazione e l’aumento della densità demografica, per esplodere esponenzialmente nel XVIII secolo, con la rivoluzione industriale. Tra il ‘700 e i primi dell’800 l’incidenza della tubercolosi raggiunse livelli mai registrati, sia nell’Europa Occidentale sia negli Stati Uniti. Da allora la sua diffusione ha gradualmente interessato tutto il mondo, raggiungendo i paesi dell’Europa orientale e, come risultato della colonizzazione, l’Asia, l’America del Sud e l’Africa dove, fino ad allora, era sconosciuta. La tubercolosi costituisce ancora oggi una malattia infettiva con un elevato tasso di mortalità, mietendo, solo nei paesi in via di sviluppo, 2 milioni di vittime l’anno. Nei paesi industrializzati, dopo il declino conosciuto fino alla metà degli anni 80, lo spettro della TB è tornato ad affacciarsi diventando un grave problema di salute pubblica, soprattutto per le popolazioni più a rischio quali gli immigrati e gli ammalati di AIDS. Uno degli aspetti più critici relativi al controllo della TB è sempre stato quello di poter diagnosticare la malattia in tempi rapidi, così da intraprendere subito la terapia farmacologica e mettere in atto tutte le misure necessarie al contenimento della stessa. Alla fine del XIX secolo si verificarono due eventi che ebbero un impatto decisivo sulla diagnosi della tubercolosi: la scoperta di Mycobacterium tuberculosis da parte di Robert Koch nel 1882, e la scoperta dei raggi X ad opera di Wilhelm Konrad Röntgen nel 1895. A partire dagli esordi del XX secolo, tre sono i criteri a disposizione dei clinici per fare diagnosi di TB: il metodo radiologico, il metodo immuno-sierologico, e quello microbiologico. In questo lavoro sono stati descritti i percorsi storici seguiti dalla diagnostica di laboratorio, la cui evoluzione ha sempre mirato a realizzare una diagnosi sempre più precoce e semplice della malattia. Per quel che concerne la presenza della malattia nell’uomo nell’antichità è riportato un aggiornamento della bibliografia paleopatologica che, nell’ultimo quinquennio, ha notevolmente modificato gli assetti fin’ora noti.

La Tubercolosi. Storia della diagnosi di laboratorio dall'antichità agli esordi del terzo millennio

CIRANNI, ROSALBA
2011-01-01

Abstract

La tubercolosi (TB) è una malattia antichissima che probabilmente si manifestò tra gli uomini in forma sporadica fin dalla preistoria, quando ancora essi vivevano allo stato nomade o in piccoli gruppi dispersi. Con la stabilizzazione, legata allo sviluppo delle prime tecniche agricole e all’allevamento del bestiame, la malattia si fece più frequente ma non tanto da diventare endemica. Il carattere più o meno sporadico malattia si trasformò in epidemico in epoca medievale, con l’urbanizzazione e l’aumento della densità demografica, per esplodere esponenzialmente nel XVIII secolo, con la rivoluzione industriale. Tra il ‘700 e i primi dell’800 l’incidenza della tubercolosi raggiunse livelli mai registrati, sia nell’Europa Occidentale sia negli Stati Uniti. Da allora la sua diffusione ha gradualmente interessato tutto il mondo, raggiungendo i paesi dell’Europa orientale e, come risultato della colonizzazione, l’Asia, l’America del Sud e l’Africa dove, fino ad allora, era sconosciuta. La tubercolosi costituisce ancora oggi una malattia infettiva con un elevato tasso di mortalità, mietendo, solo nei paesi in via di sviluppo, 2 milioni di vittime l’anno. Nei paesi industrializzati, dopo il declino conosciuto fino alla metà degli anni 80, lo spettro della TB è tornato ad affacciarsi diventando un grave problema di salute pubblica, soprattutto per le popolazioni più a rischio quali gli immigrati e gli ammalati di AIDS. Uno degli aspetti più critici relativi al controllo della TB è sempre stato quello di poter diagnosticare la malattia in tempi rapidi, così da intraprendere subito la terapia farmacologica e mettere in atto tutte le misure necessarie al contenimento della stessa. Alla fine del XIX secolo si verificarono due eventi che ebbero un impatto decisivo sulla diagnosi della tubercolosi: la scoperta di Mycobacterium tuberculosis da parte di Robert Koch nel 1882, e la scoperta dei raggi X ad opera di Wilhelm Konrad Röntgen nel 1895. A partire dagli esordi del XX secolo, tre sono i criteri a disposizione dei clinici per fare diagnosi di TB: il metodo radiologico, il metodo immuno-sierologico, e quello microbiologico. In questo lavoro sono stati descritti i percorsi storici seguiti dalla diagnostica di laboratorio, la cui evoluzione ha sempre mirato a realizzare una diagnosi sempre più precoce e semplice della malattia. Per quel che concerne la presenza della malattia nell’uomo nell’antichità è riportato un aggiornamento della bibliografia paleopatologica che, nell’ultimo quinquennio, ha notevolmente modificato gli assetti fin’ora noti.
2011
Ciranni, Rosalba
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