Dalla prima edizione delle linee guida sulla diagnosi di leishmaniosi, avvenuta nel 2007, è stata pubblicata una grossa mole di la- vori sulla leishmaniosi. Alcuni di questi lavori presentano aspetti innovativi da un punto di vista metodologico o aggiungono informazioni importanti su alcuni aspetti specialistici (es. istopatologia, biologia molecolare), ma di fatto la gran parte degli studi, non fa che confermare quanto già presentato nella prima versione delle linee guida. Nonostante la messa a punto di nuovi antigeni o metodi di rilevazione per i test sierologici, tutto sommato la scelta del metodo da utilizzare dipende dalla presentazio- ne clinica, dallo scopo per cui il test viene eseguito (es. screening o diagnostica) e da situazioni epidemiologiche più che da un’effettiva differenza nella resa diagnostica dei diversi test, come già sottolineato nella versione originale delle linee guida. Gli unici elementi di rilievo sono rappresentati dalla possibilità di utilizzare campioni prelevabili con metodiche non invasive quali le urine e i tamponi congiuntivali (questi ultimi in particolare hanno sensibilità e accuratezza diagnostica sovrapponibile ai cam- pioni tradizionali). L’evidenziazione di Leishmania in questi campioni può essere utile per diagnosticare l’infezione, per la formulazione della prognosi (es. associazione tra Leishmania nelle urine e gravità del danno renale) o per monitorare nel tempo la progressione dell’infezione in animali esposti all’infezione (es. positivizzazione dei tamponi congiuntivali).

Leishmaniosi canina aggiornamenti su diagnosi e terapia. Parte I: Approccio diagnostico

LUBAS, GEORGE;
2011-01-01

Abstract

Dalla prima edizione delle linee guida sulla diagnosi di leishmaniosi, avvenuta nel 2007, è stata pubblicata una grossa mole di la- vori sulla leishmaniosi. Alcuni di questi lavori presentano aspetti innovativi da un punto di vista metodologico o aggiungono informazioni importanti su alcuni aspetti specialistici (es. istopatologia, biologia molecolare), ma di fatto la gran parte degli studi, non fa che confermare quanto già presentato nella prima versione delle linee guida. Nonostante la messa a punto di nuovi antigeni o metodi di rilevazione per i test sierologici, tutto sommato la scelta del metodo da utilizzare dipende dalla presentazio- ne clinica, dallo scopo per cui il test viene eseguito (es. screening o diagnostica) e da situazioni epidemiologiche più che da un’effettiva differenza nella resa diagnostica dei diversi test, come già sottolineato nella versione originale delle linee guida. Gli unici elementi di rilievo sono rappresentati dalla possibilità di utilizzare campioni prelevabili con metodiche non invasive quali le urine e i tamponi congiuntivali (questi ultimi in particolare hanno sensibilità e accuratezza diagnostica sovrapponibile ai cam- pioni tradizionali). L’evidenziazione di Leishmania in questi campioni può essere utile per diagnosticare l’infezione, per la formulazione della prognosi (es. associazione tra Leishmania nelle urine e gravità del danno renale) o per monitorare nel tempo la progressione dell’infezione in animali esposti all’infezione (es. positivizzazione dei tamponi congiuntivali).
2011
Paltrinieri, S; Fondati, A; Lubas, George; Gradoni, L; Crotti, A; Oliva, G; Maroli, M; Roura, X; Zatelli, A; Zini, E.
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