La presenza nel substrato di metalli pesanti riveste grande importanza in quanto fattore di stress capace di alterarne fino a compromettere, il delicato equilibrio di un determinato habitat. Dal punto di vista floristico-vegetazionale, uno dei principali effetti di queste situazioni di stress è rappresentato dalla scomparsa delle specie più sensibili e dal contemporaneo prevalere di quelle resistenti (es. le piante accumulatrici), dotate di meccanismi morfofisiologici tali da consentirne l'uso come depuratori dell'ambiente o come bioindicatori e quindi importanti in campo applicativo. Su di esse si possono infatti basare i metodi di fitodepurazione particolarmente adatti al trattamento in situ di suoli inquinati e soprattutto di acque superficiali inquinate. Nell'ambito di una linea di ricerca volta allo studio di tali problematiche da un punto di vista ecologico, è stato analizzato l'effetto dei metalli pesanti (in particolare Cu e Cd) su germinazione e crescita di due specie di Typha (T. latifolia e T. angustifolia) ampiamente diffuse negli habitat palustri di molte regioni e interessanti in quanto piante utili sia per la loro elevata produzione di biomassa sia per un loro potenziale utilizzo in acque a forte concentrazione di nutrienti e/o inquinanti. Lo studio è stato articolato in tre fasi principali:1. germinazione e crescita iniziale in funzione di Cu, Cd e Zn (0, 10 e 20µM); 2. sviluppo in coltura idroponica in presenza di Cu 10µM; 3. assorbimento e distribuzione di Cu nelle varie porzioni delle piante allevate a partire da rizoma. In entrambe le specie, la presenza di metalli pesanti mentre influenza positivamente la percentuale di germinazione che talvolta come nel caso del Cu, supera del 50% quella del controllo, riduce drasticamente la crescita iniziale delle plantule. Particolarmente colpita risulta la radice il cui allungamento viene sempre inibito dalla presenza di Cu e Cd. Questo risultato peraltro riportato per molte specie erbacee e/o arboree (1, 2), porterebbe ad ipotizzare per Typha un utilizzo come bioindicatore per mettere rapidamente in evidenza livelli anormali di questi elementi nell'ambiente. L'effetto dei metalli soprattutto sullo sviluppo delle radici si evidenzia anche dalle prove condotte in coltura idroponica nonostante l'elemento di stress (in questo caso Cu) sia stato fornito in una fase successiva su piante dotate già di due foglie. Anche in questo caso infatti il Cu non determina effetti apprezzabili sulla componente aerea che non presenta né riduzione di crescita né clorosi o necrosi, mentre agisce profondamente sulla radice la cui lunghezza in entrambe le specie decresce del 50% rispetto al controllo. Interessanti risultati si evincono dalle analisi dei contenuti di Cu in radici, rizoma, e foglie delle due piante delle due specie allevate a partire da rizomi. In entrambe le specie non sembrano esistere meccanismi di esclusione in quanto il rame viene evidentemente accumulato nella pianta e soprattutto nelle radici. In T. angustifolia la traslocazione del Cu al rizoma e da qui alle foglie è controllata in misura maggiore e la capacità di accumulo è nettamente più elevata rispetto a T. latifoli

Caratteristiche ecofisiologiche di Typha angustifolia L. e T. latifolia L. II Effetto dei metalli pesanti su crescita e assorbimento ionico.

LOMBARDI, TIZIANA;
1999-01-01

Abstract

La presenza nel substrato di metalli pesanti riveste grande importanza in quanto fattore di stress capace di alterarne fino a compromettere, il delicato equilibrio di un determinato habitat. Dal punto di vista floristico-vegetazionale, uno dei principali effetti di queste situazioni di stress è rappresentato dalla scomparsa delle specie più sensibili e dal contemporaneo prevalere di quelle resistenti (es. le piante accumulatrici), dotate di meccanismi morfofisiologici tali da consentirne l'uso come depuratori dell'ambiente o come bioindicatori e quindi importanti in campo applicativo. Su di esse si possono infatti basare i metodi di fitodepurazione particolarmente adatti al trattamento in situ di suoli inquinati e soprattutto di acque superficiali inquinate. Nell'ambito di una linea di ricerca volta allo studio di tali problematiche da un punto di vista ecologico, è stato analizzato l'effetto dei metalli pesanti (in particolare Cu e Cd) su germinazione e crescita di due specie di Typha (T. latifolia e T. angustifolia) ampiamente diffuse negli habitat palustri di molte regioni e interessanti in quanto piante utili sia per la loro elevata produzione di biomassa sia per un loro potenziale utilizzo in acque a forte concentrazione di nutrienti e/o inquinanti. Lo studio è stato articolato in tre fasi principali:1. germinazione e crescita iniziale in funzione di Cu, Cd e Zn (0, 10 e 20µM); 2. sviluppo in coltura idroponica in presenza di Cu 10µM; 3. assorbimento e distribuzione di Cu nelle varie porzioni delle piante allevate a partire da rizoma. In entrambe le specie, la presenza di metalli pesanti mentre influenza positivamente la percentuale di germinazione che talvolta come nel caso del Cu, supera del 50% quella del controllo, riduce drasticamente la crescita iniziale delle plantule. Particolarmente colpita risulta la radice il cui allungamento viene sempre inibito dalla presenza di Cu e Cd. Questo risultato peraltro riportato per molte specie erbacee e/o arboree (1, 2), porterebbe ad ipotizzare per Typha un utilizzo come bioindicatore per mettere rapidamente in evidenza livelli anormali di questi elementi nell'ambiente. L'effetto dei metalli soprattutto sullo sviluppo delle radici si evidenzia anche dalle prove condotte in coltura idroponica nonostante l'elemento di stress (in questo caso Cu) sia stato fornito in una fase successiva su piante dotate già di due foglie. Anche in questo caso infatti il Cu non determina effetti apprezzabili sulla componente aerea che non presenta né riduzione di crescita né clorosi o necrosi, mentre agisce profondamente sulla radice la cui lunghezza in entrambe le specie decresce del 50% rispetto al controllo. Interessanti risultati si evincono dalle analisi dei contenuti di Cu in radici, rizoma, e foglie delle due piante delle due specie allevate a partire da rizomi. In entrambe le specie non sembrano esistere meccanismi di esclusione in quanto il rame viene evidentemente accumulato nella pianta e soprattutto nelle radici. In T. angustifolia la traslocazione del Cu al rizoma e da qui alle foglie è controllata in misura maggiore e la capacità di accumulo è nettamente più elevata rispetto a T. latifoli
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