L'individuo oggetto di questo studio proviene dalla collezione 'Favara' e prende il nome dal medico (Francesco Aurelio Favara) che diresse le operazioni di esumazione in un quadrato del cimitero comunale di Siracusa nel 1909. La collezione è costituita dai resti scheletrici di 70 persone morte nel 1901 ed è corredata da un catalogo in cui sono stati riportati i dati anagrafici essenziali (nome, cognome, età alla morte) per tutti gli individui; per alcuni sono disponibili altre informazioni quali lo stato civile e la causa della morte. Dai dati registrati nel catalogo Favara risulta che l'individuo 4882, di professione sarto, morì a trentasei anni in seguito a tubercolosi polmonare. Lo scheletro risulta incompleto, mancano infatti i coxali, le patelle, le tibie e alcune ossa delle mani e dei piedi. Le ossa dello scheletro post-craniale mostrano fenomeni di tipo proliferativo e/o osteoporotico ed in alcune articolazioni (gomiti e polso destro) sinostosi. Il cranio e la mandibola non presentano alterazioni patologiche evidenti. Mentre nel gomito sinistro la fusione interessa solo l'ulna e l'omero, nel destro essa coinvolge tutte e tre le ossa; inoltre l'avambraccio destro appare colpito da considerevoli fenomeni proliferativi e di riassorbimento (periostite/osteomielite) che coinvolgono pure le ossa del carpo (che sono fuse tra loro e con il radio) e da osteoporosi. L'arto superiore sinistro presenta inoltre osteomielite sulle diafisi delle tre ossa, ma non osteopenia. Nelle scapole e nelle clavicole prevalgono fenomeni di proliferazione ossea, in particolare a livello delle aree d'attacco di legamenti e muscoli. La colonna vertebrale e le coste non manifestano segni evidenti di patologie, chiaramente rilevabili invece nello sterno, fortemente deformato da processi proliferativi. Il sacro è interessato da forte osteopenia che colpisce anche gli arti inferiori, in particolare le fibule. Oltre alle alterazioni fin qui descritte, le ossa presentano l'incompleta fusione delle epifisi con le diafisi delle ossa lunghe, dei piatti vertebrali, dei processi spinosi nelle vertebre e delle teste delle coste con i tubercoli. La prima vertebra sacrale non è completamente fusa con la seconda. Il catalogo Favara riporta come causa di morte dell'individuo 4882 la tubercolosi polmonare. Nell'antichità, la tubercolosi era una malattia che si contraeva dal Micobacterium bovis attraverso l'ingestione d'alimenti infetti. Quindi l'infezione partiva dall'intestino. In seguito si è differenziata una variante umana del Micobacterium che viene trasmessa per via aerea e coinvolge primariamente i polmoni. Solo le forme più gravi arrivano a coinvolgere l'apparato scheletrico. Visto l'aspetto patologico delle ossa appartenenti al soggetto studiato (fenomeni osteoporotici, osteomielitici e sinostosi) abbiamo orientato la nostra ricerca verso una forma molto grave di tubercolosi polmonare, che quindi avrebbe coinvolto anche lo scheletro. In tali circostanze, il Micobacterium provoca lesioni (segni di periostite o alterazioni della corticale) sulle coste o a carico della colonna vertebrale (Resnick, 1989). Anche se le coste sono coinvolte (molto lievemente), le vertebre non presentano nessuna alterazione patologica compatibile con la tubercolosi polmonare. Abbiamo allora preso in considerazione la tubercolosi ossea, in cui si hanno fenomeni osteomielitici e artritici entro i tre anni dall'infezione primaria. In questo tipo di tubercolosi, le articolazioni più colpite sono l'anca, il ginocchio, il gomito e il polso (Felice, 1994). A parte il fatto che non sono presenti nell'individuo 48882 né l'anca, né il ginocchio, le alterazioni tubercolotiche portano maggiormente a fenomeni litici, mentre nel nostro caso la produzione d'osso neoformato è la caratteristica più evidente dello scheletro post craniale. Comunque, sebbene il tipo di alterazioni osservate sugli arti dell'individuo 4882 e la loro distribuzione siano molto rare in un quadro di tubercolosi ossea, l'eventualità che tale patologia sia la responsabile delle alterazioni scheletriche da noi osservate non può essere del tutto esclusa. L'alterazione scheletrica più evidente che ha colpito l'individuo 4882 è sicuramente la fusione di entrambe le articolazioni del gomito. Questa caratteristica, insieme alla presenza delle alterazioni legate ad osteomielite ed artrite, permette di prendere in considerazione anche l'eventualità di un'infezione causata dal virus del vaiolo. Tale infezione, infatti, può essere accompagnata da complicazioni che coinvolgono l'apparato scheletrico: in questi casi il virus manifesta una particolare affinità per il gomito e frequentemente si manifesta bilateralmente, con alterazioni che possono condurre ad anchilosi; osteomieliti e artriti settiche sono inoltre complicazioni ben documentate che fanno seguito all'infezione vaiolosa (Resnick, 1989). Allo stadio attuale della ricerca, non è ancora possibile formulare una diagnosi precisa delle cause responsabili delle alterazioni patologiche osservate nel soggetto da noi studiato. Vista la mancata fusione delle epifisi con le diafisi che si osserva in molti distretti scheletrici, è possibile ipotizzare che l'individuo fosse affetto da una qualche alterazione metabolica di tipo congenito (anemia falciforme, talassemia…), che potrebbe aver indebolito le difese immunitarie del soggetto favorendo l'attacco da parte di agenti patogeni. Quest'ultima ipotesi potrebbe spiegare un coinvolgimento così massiccio dello scheletro postcraniale, anche nel caso in cui l'agente infettante fosse stato il Micobacterium. Non è però da escludere la possibilità che le alterazioni patologiche osservate siano il risultato delle complicazioni di un'infezione vaiolosa che, come riportato in letteratura, (Davidson e Palmer, 1963) interferiscono con la crescita.

Un caso di osteomielite ematogena di origine tubercolare in uno scheletro della collezione "Favara" custodita presso il museo di antropologia ed etnografia di Firenze

MARCHI, DAMIANO;
2001-01-01

Abstract

L'individuo oggetto di questo studio proviene dalla collezione 'Favara' e prende il nome dal medico (Francesco Aurelio Favara) che diresse le operazioni di esumazione in un quadrato del cimitero comunale di Siracusa nel 1909. La collezione è costituita dai resti scheletrici di 70 persone morte nel 1901 ed è corredata da un catalogo in cui sono stati riportati i dati anagrafici essenziali (nome, cognome, età alla morte) per tutti gli individui; per alcuni sono disponibili altre informazioni quali lo stato civile e la causa della morte. Dai dati registrati nel catalogo Favara risulta che l'individuo 4882, di professione sarto, morì a trentasei anni in seguito a tubercolosi polmonare. Lo scheletro risulta incompleto, mancano infatti i coxali, le patelle, le tibie e alcune ossa delle mani e dei piedi. Le ossa dello scheletro post-craniale mostrano fenomeni di tipo proliferativo e/o osteoporotico ed in alcune articolazioni (gomiti e polso destro) sinostosi. Il cranio e la mandibola non presentano alterazioni patologiche evidenti. Mentre nel gomito sinistro la fusione interessa solo l'ulna e l'omero, nel destro essa coinvolge tutte e tre le ossa; inoltre l'avambraccio destro appare colpito da considerevoli fenomeni proliferativi e di riassorbimento (periostite/osteomielite) che coinvolgono pure le ossa del carpo (che sono fuse tra loro e con il radio) e da osteoporosi. L'arto superiore sinistro presenta inoltre osteomielite sulle diafisi delle tre ossa, ma non osteopenia. Nelle scapole e nelle clavicole prevalgono fenomeni di proliferazione ossea, in particolare a livello delle aree d'attacco di legamenti e muscoli. La colonna vertebrale e le coste non manifestano segni evidenti di patologie, chiaramente rilevabili invece nello sterno, fortemente deformato da processi proliferativi. Il sacro è interessato da forte osteopenia che colpisce anche gli arti inferiori, in particolare le fibule. Oltre alle alterazioni fin qui descritte, le ossa presentano l'incompleta fusione delle epifisi con le diafisi delle ossa lunghe, dei piatti vertebrali, dei processi spinosi nelle vertebre e delle teste delle coste con i tubercoli. La prima vertebra sacrale non è completamente fusa con la seconda. Il catalogo Favara riporta come causa di morte dell'individuo 4882 la tubercolosi polmonare. Nell'antichità, la tubercolosi era una malattia che si contraeva dal Micobacterium bovis attraverso l'ingestione d'alimenti infetti. Quindi l'infezione partiva dall'intestino. In seguito si è differenziata una variante umana del Micobacterium che viene trasmessa per via aerea e coinvolge primariamente i polmoni. Solo le forme più gravi arrivano a coinvolgere l'apparato scheletrico. Visto l'aspetto patologico delle ossa appartenenti al soggetto studiato (fenomeni osteoporotici, osteomielitici e sinostosi) abbiamo orientato la nostra ricerca verso una forma molto grave di tubercolosi polmonare, che quindi avrebbe coinvolto anche lo scheletro. In tali circostanze, il Micobacterium provoca lesioni (segni di periostite o alterazioni della corticale) sulle coste o a carico della colonna vertebrale (Resnick, 1989). Anche se le coste sono coinvolte (molto lievemente), le vertebre non presentano nessuna alterazione patologica compatibile con la tubercolosi polmonare. Abbiamo allora preso in considerazione la tubercolosi ossea, in cui si hanno fenomeni osteomielitici e artritici entro i tre anni dall'infezione primaria. In questo tipo di tubercolosi, le articolazioni più colpite sono l'anca, il ginocchio, il gomito e il polso (Felice, 1994). A parte il fatto che non sono presenti nell'individuo 48882 né l'anca, né il ginocchio, le alterazioni tubercolotiche portano maggiormente a fenomeni litici, mentre nel nostro caso la produzione d'osso neoformato è la caratteristica più evidente dello scheletro post craniale. Comunque, sebbene il tipo di alterazioni osservate sugli arti dell'individuo 4882 e la loro distribuzione siano molto rare in un quadro di tubercolosi ossea, l'eventualità che tale patologia sia la responsabile delle alterazioni scheletriche da noi osservate non può essere del tutto esclusa. L'alterazione scheletrica più evidente che ha colpito l'individuo 4882 è sicuramente la fusione di entrambe le articolazioni del gomito. Questa caratteristica, insieme alla presenza delle alterazioni legate ad osteomielite ed artrite, permette di prendere in considerazione anche l'eventualità di un'infezione causata dal virus del vaiolo. Tale infezione, infatti, può essere accompagnata da complicazioni che coinvolgono l'apparato scheletrico: in questi casi il virus manifesta una particolare affinità per il gomito e frequentemente si manifesta bilateralmente, con alterazioni che possono condurre ad anchilosi; osteomieliti e artriti settiche sono inoltre complicazioni ben documentate che fanno seguito all'infezione vaiolosa (Resnick, 1989). Allo stadio attuale della ricerca, non è ancora possibile formulare una diagnosi precisa delle cause responsabili delle alterazioni patologiche osservate nel soggetto da noi studiato. Vista la mancata fusione delle epifisi con le diafisi che si osserva in molti distretti scheletrici, è possibile ipotizzare che l'individuo fosse affetto da una qualche alterazione metabolica di tipo congenito (anemia falciforme, talassemia…), che potrebbe aver indebolito le difese immunitarie del soggetto favorendo l'attacco da parte di agenti patogeni. Quest'ultima ipotesi potrebbe spiegare un coinvolgimento così massiccio dello scheletro postcraniale, anche nel caso in cui l'agente infettante fosse stato il Micobacterium. Non è però da escludere la possibilità che le alterazioni patologiche osservate siano il risultato delle complicazioni di un'infezione vaiolosa che, come riportato in letteratura, (Davidson e Palmer, 1963) interferiscono con la crescita.
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