Il reperto descritto in questo lavoro proviene dalla tomba N. 132-I della necropoli di Montescaglioso Belvedere (Matera, VI sec. a.C.). Montescaglioso è una cittadina situata su di una collina a 20 chilometri dalla costa ionica. Il sito si trova lungo la valle del fiume Bradano, la più antica via di collegamento della costa ionica con l’interno. Lo scheletro era incompleto, mancando sia le vertebre cervicali sia la maggior parte delle vertebre toraciche, entrambe le clavicole, la parte inferiore della scapola sinistra, le coste, le epifisi prossimali e distali di entrambe le tibie, le epifisi distali di entrambi i femori e la maggior parte delle ossa della mano e del piede. Le ossa apparivano fragili ed in cattivo stato di conservazione. Il sesso è stato diagnosticato come femminile sulla base della morfometria della pelvi e delle analisi metriche e morfologiche dello scheletro post-craniale. L’età stimata alla morte (ottenuta mediante l’analisi dell’usura dentaria e della obliterazione delle suture craniche) è risultata tra i 40 e i 50 anni, supportata anche dall’analisi visiva macroscopica delle ossa che risultavano fortemente osteoporotiche. La statura è stata valutata in 158 cm (Trotter e Gleser, 1952). Il soggetto mostra estese ossificazioni a carico della colonna vertebrale. La caratteristica più rilevante è un'ampia area di proliferazione ossea compatta dall’aspetto mammellonato nella porzione prossimo-laterale della tibia sinistra e nella zona laterale nel terzo metatarsale sinistro. La proliferazione ossea sulla tibia misura 20 mm in spessore e 145 mm in lunghezza (secondo l’asse longitudinale dell’osso) e causava la fusione dell’epifisi prossimale della fibula in corrispondenza dell'articolazione tibio-fibulare prossimale. Sul terzo metatarsale la produzione di osso neoformato misura 10 mm in spessore e 50 mm in lunghezza (secondo l’asse antero-posteriore del metatarsale) con fusione del corrispondente osso cuneiforme. I margini delle proliferazioni ossee mostrano lievi segni di lesioni periostali. Ad un’analisi radiografica, l’ossificazione sulla tibia è risultata radiopaca e priva di una trama rilevabile, con un coinvolgimento appena percettibile della cavità medullare. Anche la porzione distale della tibia mostrava una ristretta regione radiopaca, probabilmente collegata alla stessa patologia. Sul terzo metatarsale, l’aspetto della proliferazione ossea presenta le stesse caratteristiche di quello della tibia, ma la sostanza radiopaca ha qui estesamente invaso la cavità medullare fino quasi ad obliterarla. La ricerca della possibile causa di questa patologia ci ha portato a considerare sia lesioni tumorali (osteosarcoma, condrosarcoma, osteosarcoma parosteale) che proliferazioni osteomielitiche/periostotiche (osteomielite attiva da blastomicosi, osteomielite aspecifica, osteoma, flebite, meloreostosi) (Ortner e Putschar, 1985; Resnick, 1995). Al momento attuale delle ricerche si possono escludere cause tumorali per la produzione di osso neoformato osservata, mentre nell’ambito osteomieliti/periostiti sembra più probabile una fenomeno proliferativo che abbia coinvolto il periostio (periostite).

Un caso di periostite dalla tomba N.132-I della necropoli di Montescaglioso Belvedere (sec. VI a.C., Matera)

MARCHI, DAMIANO;
2001-01-01

Abstract

Il reperto descritto in questo lavoro proviene dalla tomba N. 132-I della necropoli di Montescaglioso Belvedere (Matera, VI sec. a.C.). Montescaglioso è una cittadina situata su di una collina a 20 chilometri dalla costa ionica. Il sito si trova lungo la valle del fiume Bradano, la più antica via di collegamento della costa ionica con l’interno. Lo scheletro era incompleto, mancando sia le vertebre cervicali sia la maggior parte delle vertebre toraciche, entrambe le clavicole, la parte inferiore della scapola sinistra, le coste, le epifisi prossimali e distali di entrambe le tibie, le epifisi distali di entrambi i femori e la maggior parte delle ossa della mano e del piede. Le ossa apparivano fragili ed in cattivo stato di conservazione. Il sesso è stato diagnosticato come femminile sulla base della morfometria della pelvi e delle analisi metriche e morfologiche dello scheletro post-craniale. L’età stimata alla morte (ottenuta mediante l’analisi dell’usura dentaria e della obliterazione delle suture craniche) è risultata tra i 40 e i 50 anni, supportata anche dall’analisi visiva macroscopica delle ossa che risultavano fortemente osteoporotiche. La statura è stata valutata in 158 cm (Trotter e Gleser, 1952). Il soggetto mostra estese ossificazioni a carico della colonna vertebrale. La caratteristica più rilevante è un'ampia area di proliferazione ossea compatta dall’aspetto mammellonato nella porzione prossimo-laterale della tibia sinistra e nella zona laterale nel terzo metatarsale sinistro. La proliferazione ossea sulla tibia misura 20 mm in spessore e 145 mm in lunghezza (secondo l’asse longitudinale dell’osso) e causava la fusione dell’epifisi prossimale della fibula in corrispondenza dell'articolazione tibio-fibulare prossimale. Sul terzo metatarsale la produzione di osso neoformato misura 10 mm in spessore e 50 mm in lunghezza (secondo l’asse antero-posteriore del metatarsale) con fusione del corrispondente osso cuneiforme. I margini delle proliferazioni ossee mostrano lievi segni di lesioni periostali. Ad un’analisi radiografica, l’ossificazione sulla tibia è risultata radiopaca e priva di una trama rilevabile, con un coinvolgimento appena percettibile della cavità medullare. Anche la porzione distale della tibia mostrava una ristretta regione radiopaca, probabilmente collegata alla stessa patologia. Sul terzo metatarsale, l’aspetto della proliferazione ossea presenta le stesse caratteristiche di quello della tibia, ma la sostanza radiopaca ha qui estesamente invaso la cavità medullare fino quasi ad obliterarla. La ricerca della possibile causa di questa patologia ci ha portato a considerare sia lesioni tumorali (osteosarcoma, condrosarcoma, osteosarcoma parosteale) che proliferazioni osteomielitiche/periostotiche (osteomielite attiva da blastomicosi, osteomielite aspecifica, osteoma, flebite, meloreostosi) (Ortner e Putschar, 1985; Resnick, 1995). Al momento attuale delle ricerche si possono escludere cause tumorali per la produzione di osso neoformato osservata, mentre nell’ambito osteomieliti/periostiti sembra più probabile una fenomeno proliferativo che abbia coinvolto il periostio (periostite).
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/192432
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact