Nello stabilimento della ditta CHIMET spa di Badia al Pino (Arezzo) vengono trattati materiali di risulta provenienti dalla lavorazione di metalli preziosi o comunque contenenti tracce di metalli preziosi. Parte di tali materiali consistono in rottami di crogioli di materiale refrattario utilizzati per le fusioni e contenenti tracce di radioisotopi naturali, la cui presenza comporta possibilità di irraggiamento del personale e, poiché il recupero dei metalli preziosi richiede trattamenti termici (fusioni) ad alta temperatura, possibilità di inalazione da parte del personale di gas radon nonché di radioisotopi discendenti del radon a lunga emivita. Tale situazione ha a suo tempo suggerito, anche tenuto conto delle norme introdotte dal D. Lgs. 230/95, come modificato dal D. Lgs. 241/00, di effettuare una rilevazione delle condizioni di esposizione del personale addetto ai trattamenti suddetti. La descrizione delle campagne di misura all’uopo effettuate dal DICI dell’Università di Pisa e i relativi risultati sono stati oggetto di apposite relazioni (l’ultima redatta nell’aprile 2008), secondo le quali, stante il fatto che non veniva superato in alcun caso l’80% del livello di azione previsto nell’allegato I bis del decreto di cui sopra, l’unico obbligo della CHIMET era la ripetizione delle indagini radioprotezionistiche con periodicità triennale, salvo importanti variazioni nel ciclo/tipologia di lavorazione.

Controllo radiometrico degli ambienti di lavoro presso lo stabilimento della ditta CHIMET spa - Badia al Pino (Arezzo)

CIOLINI, RICCARDO;
2014-01-01

Abstract

Nello stabilimento della ditta CHIMET spa di Badia al Pino (Arezzo) vengono trattati materiali di risulta provenienti dalla lavorazione di metalli preziosi o comunque contenenti tracce di metalli preziosi. Parte di tali materiali consistono in rottami di crogioli di materiale refrattario utilizzati per le fusioni e contenenti tracce di radioisotopi naturali, la cui presenza comporta possibilità di irraggiamento del personale e, poiché il recupero dei metalli preziosi richiede trattamenti termici (fusioni) ad alta temperatura, possibilità di inalazione da parte del personale di gas radon nonché di radioisotopi discendenti del radon a lunga emivita. Tale situazione ha a suo tempo suggerito, anche tenuto conto delle norme introdotte dal D. Lgs. 230/95, come modificato dal D. Lgs. 241/00, di effettuare una rilevazione delle condizioni di esposizione del personale addetto ai trattamenti suddetti. La descrizione delle campagne di misura all’uopo effettuate dal DICI dell’Università di Pisa e i relativi risultati sono stati oggetto di apposite relazioni (l’ultima redatta nell’aprile 2008), secondo le quali, stante il fatto che non veniva superato in alcun caso l’80% del livello di azione previsto nell’allegato I bis del decreto di cui sopra, l’unico obbligo della CHIMET era la ripetizione delle indagini radioprotezionistiche con periodicità triennale, salvo importanti variazioni nel ciclo/tipologia di lavorazione.
2014
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/404283
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