Il comparire di un’iconografia di profonda simbologia cristologica legata al patrimonio visivo del mondo paloecristiano in un’opera di età protocarolingia come il ms. 490 della Biblioteca Capitolare di Lucca apre diversi interrogativi di carattere culturale, iconologico e stilistico. Se infatti il rimando a temi dei primi secoli del Cristianesimo si andava in quei decenni delineando, a partire da Roma, come una precisa moda legata al rinnovato culto per i martiri da poco traslati intra moenia e alle relative imprese architettoniche promosse dai pontefici, richiamate anche altrove da significativi episodi architettonici e artistici, l’analisi iconografica e stilistica della pagina miniata lucchese qui offerta denota una cultura profondamente aggiornata alla luce dei più recenti risultati della pittura su pergamena in Italia centrosettentrionale come pure echi della scultura in pietra del secolo VIII nelle stesse regioni. Tali rimandi sono tali da far ritenere la comparsa della rara iconografia non un esempio della sopravvivenza di un’immagine antica con il suo contenuto culturale quanto invece un caso di matura e compiuta scelta iconologica tesa a riproporre questa prestigiosa e significativa figurazione con un nuovo contenuto, adombrante un omaggio all’opera del vescovo lucchese Giovanni I, da poco defunto, da parte del fratello e successore Jacopo, entro il secondo decennio del IX secolo.

Mimesis e reinterpretazione. Temi e iconografie di eredità tardoantica nelle arti figurative dell’Italia altomedievale: il Buon Pastore e il MS. 490 della Biblioterca Capitolare di Lucca

ASCANI, VALERIO
2014-01-01

Abstract

Il comparire di un’iconografia di profonda simbologia cristologica legata al patrimonio visivo del mondo paloecristiano in un’opera di età protocarolingia come il ms. 490 della Biblioteca Capitolare di Lucca apre diversi interrogativi di carattere culturale, iconologico e stilistico. Se infatti il rimando a temi dei primi secoli del Cristianesimo si andava in quei decenni delineando, a partire da Roma, come una precisa moda legata al rinnovato culto per i martiri da poco traslati intra moenia e alle relative imprese architettoniche promosse dai pontefici, richiamate anche altrove da significativi episodi architettonici e artistici, l’analisi iconografica e stilistica della pagina miniata lucchese qui offerta denota una cultura profondamente aggiornata alla luce dei più recenti risultati della pittura su pergamena in Italia centrosettentrionale come pure echi della scultura in pietra del secolo VIII nelle stesse regioni. Tali rimandi sono tali da far ritenere la comparsa della rara iconografia non un esempio della sopravvivenza di un’immagine antica con il suo contenuto culturale quanto invece un caso di matura e compiuta scelta iconologica tesa a riproporre questa prestigiosa e significativa figurazione con un nuovo contenuto, adombrante un omaggio all’opera del vescovo lucchese Giovanni I, da poco defunto, da parte del fratello e successore Jacopo, entro il secondo decennio del IX secolo.
2014
Ascani, Valerio
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