Il presente lavoro, muovendo dall'analisi di concrete realtà aziendali, è volto a verificare la coerenza dei percorsi di sviluppo osservati relativamente ad alcune imprese di successo rispetto ad alcuni tra i più noti modelli di crescita proposti dalla letteratura. Una prima ipotesi formulata dagli autori è quella di un progressiva divaricazione tra le proposizioni avanzate dagli studi sul ciclo di vita di derivazione anglosassone - condotti a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 e riconducibili all’approccio evolutivo nell’ambito delle teorie organizzative (Solari, 1997) - e la dinamica strategico-organizzativa manifestata dalle imprese studiate. Accanto a tale ipotesi, che conferma l’impostazione più tipicamente europea e ribadisce quanto sostenuto in alcuni recenti studi sulle imprese ‘minori’ (Arcari, 1999; Boldizzoni, Sala, Serio; 2000; Preti, 2000) se ne fa strada una seconda: la possibilità di prefigurare il percorso di sviluppo quantitativo-qualitativo in termini di sostanziale continuità culturale. Il possesso di determinate caratteristiche strutturali e funzionali consentirebbe alle imprese di innestare dinamiche evolutive da uno stadio artigianale della produzione a configurazioni organizzative che rivelano la presenza di significativi elementi caratterizzanti quello che viene oramai comunemente definito modello post-fordista.
Tra imprenditorialità artigiana e post fordismo: riflessioni sulla dinamica organizzativa della media impresa
BONTI, MARIACRISTINA;
2002-01-01
Abstract
Il presente lavoro, muovendo dall'analisi di concrete realtà aziendali, è volto a verificare la coerenza dei percorsi di sviluppo osservati relativamente ad alcune imprese di successo rispetto ad alcuni tra i più noti modelli di crescita proposti dalla letteratura. Una prima ipotesi formulata dagli autori è quella di un progressiva divaricazione tra le proposizioni avanzate dagli studi sul ciclo di vita di derivazione anglosassone - condotti a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 e riconducibili all’approccio evolutivo nell’ambito delle teorie organizzative (Solari, 1997) - e la dinamica strategico-organizzativa manifestata dalle imprese studiate. Accanto a tale ipotesi, che conferma l’impostazione più tipicamente europea e ribadisce quanto sostenuto in alcuni recenti studi sulle imprese ‘minori’ (Arcari, 1999; Boldizzoni, Sala, Serio; 2000; Preti, 2000) se ne fa strada una seconda: la possibilità di prefigurare il percorso di sviluppo quantitativo-qualitativo in termini di sostanziale continuità culturale. Il possesso di determinate caratteristiche strutturali e funzionali consentirebbe alle imprese di innestare dinamiche evolutive da uno stadio artigianale della produzione a configurazioni organizzative che rivelano la presenza di significativi elementi caratterizzanti quello che viene oramai comunemente definito modello post-fordista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.