Il saggio di Chiara Savettieri sui ritratti realizzati da Ferdinand Hodler durante la malattia terminale della compagna Valentine, e l’analisi di Chris Townsend su Bretonnes di Felix Delmarle, raffigurante in stile futurista donne di una comunità di pescatori in lutto, mitigano le generalizzazioni di Ariès sul disciplinamento del morire e del culto dei defunti. L’agonia della compagna indusse Hodler a mobilizzare la tecnica pittorica per registrare oggettivamente il deperimento fisico ma anche captare empaticamente l’esperienza soggettiva del dolore fisico della moribonda. Delmarle invece configura una comunità che, pur transitando nel sistema produttivo moderno, estende forme tradizionali di compianto e integrazione dei defunti nel corpo sociale, e resiste al paradigma scientifico e capitalista. Il saggio di Jonathan F. Walz complementa quello di Savettieri, analizzando come la diagnosi di diabete nel 1921 spinse Chalers Demuth a riconfigurare il proprio habitus sociale, leggere la fenomenologia della propria vulnerabilità fisica alla luce del concetto luterano di svuotamento (kenosis) redentivo, e concettualizzare una formula di ritrattistica antimimetica, attraverso cui l’artista celebrò l’amicizia e i legami spirituali della comunità di modernisti americani attorno ad Alfred Stieglitz. Viceversa, Sergio Cortesini suggerisce che la serie Natural History di Damien Hirst, iniziata nel 1991, rappresenti il congedo dai tentativi di dare un senso umanistico alla morte. Alludendo al morire umano con corpi di animali, Hirst non articola più un significato né per l’ambiente sociale, né sul piano soggettivo ed esistenzialista. Morire, nell’era dell’efficientismo produttivo e della biopolitica, è solo l’evidenza del cadavere animale, rispetto al quale l’impulso plastico teorizzato da Debray sembra ormai inattuale.

Mortalità e lutto nell'arte contemporanea

CORTESINI, SERGIO;SAVETTIERI, CHIARA
2016-01-01

Abstract

Il saggio di Chiara Savettieri sui ritratti realizzati da Ferdinand Hodler durante la malattia terminale della compagna Valentine, e l’analisi di Chris Townsend su Bretonnes di Felix Delmarle, raffigurante in stile futurista donne di una comunità di pescatori in lutto, mitigano le generalizzazioni di Ariès sul disciplinamento del morire e del culto dei defunti. L’agonia della compagna indusse Hodler a mobilizzare la tecnica pittorica per registrare oggettivamente il deperimento fisico ma anche captare empaticamente l’esperienza soggettiva del dolore fisico della moribonda. Delmarle invece configura una comunità che, pur transitando nel sistema produttivo moderno, estende forme tradizionali di compianto e integrazione dei defunti nel corpo sociale, e resiste al paradigma scientifico e capitalista. Il saggio di Jonathan F. Walz complementa quello di Savettieri, analizzando come la diagnosi di diabete nel 1921 spinse Chalers Demuth a riconfigurare il proprio habitus sociale, leggere la fenomenologia della propria vulnerabilità fisica alla luce del concetto luterano di svuotamento (kenosis) redentivo, e concettualizzare una formula di ritrattistica antimimetica, attraverso cui l’artista celebrò l’amicizia e i legami spirituali della comunità di modernisti americani attorno ad Alfred Stieglitz. Viceversa, Sergio Cortesini suggerisce che la serie Natural History di Damien Hirst, iniziata nel 1991, rappresenti il congedo dai tentativi di dare un senso umanistico alla morte. Alludendo al morire umano con corpi di animali, Hirst non articola più un significato né per l’ambiente sociale, né sul piano soggettivo ed esistenzialista. Morire, nell’era dell’efficientismo produttivo e della biopolitica, è solo l’evidenza del cadavere animale, rispetto al quale l’impulso plastico teorizzato da Debray sembra ormai inattuale.
2016
9788843081530
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Cortesini_766943.pdf

solo utenti autorizzati

Tipologia: Versione finale editoriale
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 3.01 MB
Formato Adobe PDF
3.01 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/766943
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact