Lo studio indaga su una serie di iniziative promosse dai Salviati, mettendo a fuoco i rapporti tra la famiglia nobile, le strutture residenziali, il linguaggio architettonico e i progettisti. Per i Salviati le committenze più numerose e di maggior rilievo risultano presenti nel ‘500, e in particolare nella seconda metà del secolo, anche se significativi episodi è possibile rinvenire già a partire dal quarto decennio del ‘400, in corrispondenza dell’ascesa del loro prestigio sociale, culturale ed economico. Si assiste così alla trasformazione piuttosto precoce, già a partire dal 1437, della “casa medievale” in San Procolo a Firenze in un grande palazzo rinascimentale sull’archetipo del Palazzo Medici, eseguita con la partecipazione delle maestranze michelozziane, che lavorarono anche nella villa suburbana della famiglia di Ponte alla Badia. Particolarmente fecondi risultano, comunque, nel ‘500 i rapporti tra i Salviati e la cultura coeva. I lavori risultano commissionati ad architetti quali Giovan Battista da Sangallo, Nanni di Baccio Bigio, Carlo Maderno e Francesco da Volterra,Alessandro Allori, Giambologna e Jacopo Piccardi. Nel’600 Gherardi Silvani divenne il punto di riferimento dei Salviati di Firenze . Nell’800, invece, la ricerca della cultura importata sostituì le precedenti scelte culturali legate alla tradizione locale e vide i protagonisti quali Gaetano Baccani e Joseph Antoine Frœlicher.

Le committenze della famiglia Salviati in Toscana tra il 500 e l'800: momenti significativi per l'architettura

KARWACKA, EWA JOLANTA
2003-01-01

Abstract

Lo studio indaga su una serie di iniziative promosse dai Salviati, mettendo a fuoco i rapporti tra la famiglia nobile, le strutture residenziali, il linguaggio architettonico e i progettisti. Per i Salviati le committenze più numerose e di maggior rilievo risultano presenti nel ‘500, e in particolare nella seconda metà del secolo, anche se significativi episodi è possibile rinvenire già a partire dal quarto decennio del ‘400, in corrispondenza dell’ascesa del loro prestigio sociale, culturale ed economico. Si assiste così alla trasformazione piuttosto precoce, già a partire dal 1437, della “casa medievale” in San Procolo a Firenze in un grande palazzo rinascimentale sull’archetipo del Palazzo Medici, eseguita con la partecipazione delle maestranze michelozziane, che lavorarono anche nella villa suburbana della famiglia di Ponte alla Badia. Particolarmente fecondi risultano, comunque, nel ‘500 i rapporti tra i Salviati e la cultura coeva. I lavori risultano commissionati ad architetti quali Giovan Battista da Sangallo, Nanni di Baccio Bigio, Carlo Maderno e Francesco da Volterra,Alessandro Allori, Giambologna e Jacopo Piccardi. Nel’600 Gherardi Silvani divenne il punto di riferimento dei Salviati di Firenze . Nell’800, invece, la ricerca della cultura importata sostituì le precedenti scelte culturali legate alla tradizione locale e vide i protagonisti quali Gaetano Baccani e Joseph Antoine Frœlicher.
2003
Karwacka, EWA JOLANTA
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/80691
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact