Il lavoro analizza la materia delle valutazioni in sede di relazione di stima prevista, appunto, dal legislatore civilistico in caso di trasformazione di società a base personalistica in società di tipo capitalistico, esaminando tanto la situazione preesistente alla riforma del diritto societario, quanto, soprattutto, quella che si è delineata con l’introduzione della nuova normativa. Il primo capitolo è rivolto all’analisi della funzione della relazione di stima, senza per altro trascurare il significato del rinvio agli artt. 2343 e 2465 cod. civile che disciplinano il conferimento di beni e crediti, e delle finalità sottostanti all’operazione di trasformazione nella fattispecie considerata, da società di persone in società di capitali. Nel secondo capitolo sono prese in esame le due logiche valutative, quella dei criteri di bilancio e l’altra dei valori correnti di sostituzione, teorizzate dalla dottrina e diffusesi, sia pure in diverso grado, nella prassi operativa, prima della riforma del diritto societario, con l’obiettivo di risalire alle implicazioni sulle condizioni di operatività dell’azienda e di economicità della sua gestione, collegate all’adozione dell’uno o dell’altro dei suddetti criteri valutativi. L’indagine svolta nel terzo capitolo verte sulla nuova normativa concernente la valutazione dell’esperto, al fine di analizzare le implicazioni connesse all’impiego dei «valori attuali», nonché sulle principali modalità applicative del metodo patrimoniale semplice e, da ultimo, sul nuovo rapporto delineatosi, dopo la riforma, tra relazione di stima e bilancio straordinario di trasformazione, come sulle possibilità e sui limiti, soprattutto con riferimento all’operatività aziendale, ravvisabili nel nuovo impianto normativo.
La relazione di stima nella trasformazione societaria. Prime note interpretative dell’art. 2500-ter Cod. Civ
GONNELLA, ENRICO
2004-01-01
Abstract
Il lavoro analizza la materia delle valutazioni in sede di relazione di stima prevista, appunto, dal legislatore civilistico in caso di trasformazione di società a base personalistica in società di tipo capitalistico, esaminando tanto la situazione preesistente alla riforma del diritto societario, quanto, soprattutto, quella che si è delineata con l’introduzione della nuova normativa. Il primo capitolo è rivolto all’analisi della funzione della relazione di stima, senza per altro trascurare il significato del rinvio agli artt. 2343 e 2465 cod. civile che disciplinano il conferimento di beni e crediti, e delle finalità sottostanti all’operazione di trasformazione nella fattispecie considerata, da società di persone in società di capitali. Nel secondo capitolo sono prese in esame le due logiche valutative, quella dei criteri di bilancio e l’altra dei valori correnti di sostituzione, teorizzate dalla dottrina e diffusesi, sia pure in diverso grado, nella prassi operativa, prima della riforma del diritto societario, con l’obiettivo di risalire alle implicazioni sulle condizioni di operatività dell’azienda e di economicità della sua gestione, collegate all’adozione dell’uno o dell’altro dei suddetti criteri valutativi. L’indagine svolta nel terzo capitolo verte sulla nuova normativa concernente la valutazione dell’esperto, al fine di analizzare le implicazioni connesse all’impiego dei «valori attuali», nonché sulle principali modalità applicative del metodo patrimoniale semplice e, da ultimo, sul nuovo rapporto delineatosi, dopo la riforma, tra relazione di stima e bilancio straordinario di trasformazione, come sulle possibilità e sui limiti, soprattutto con riferimento all’operatività aziendale, ravvisabili nel nuovo impianto normativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
