Questo quarto volume dell’Epistolario di Friedrich Nietzsche contiene tutte le lettere che egli scrisse, e che ci sono pervenute, dal gennaio 1880 al dicembre 1884. La traduzione è condotta sulla base del testo stabilito in: F. Nietzsche, Briefwechsel. Kritische Gesamtausgabe,herausgegeben von Giorgio Colli und Mazzino Montinari (KGB). La traduzione è stata rivista dal curatore Giuliano Campioni, responsabile dell'opera. L’edizione italiana dell’Epistolario non comprende le lettere a Nietzsche, di cui tuttavia si è fatto largo uso, insieme ad altre testimonianze e documenti, nel commento (Notizie e note, pp. 279 in corpo minore). Le lettere inedite sono state collocate cronologicamente nel testo, e segnalate con il numero della lettera precedente seguito da a (e, nel caso di una seconda lettera in successione, da b). Rispetto all’edizione tedesca sono stati corretti, nel caso di provate nuove datazioni o di eventuali sviste, l’ordine e la numerazione delle lettere. Si è inoltre ritenuto opportuno pubblicare, in una Appendice, le dodici Urabschriften del periodo 1880-1884, non solo per il loro valore documentario, ma anche perché non sono da considerarsi, comunque, pure e semplici invenzioni di Elisabeth Nietzsche. L'apparato critico (pp.565-828 in corpo minore) si presenta come il più ricco di riferimenti e aggiornamenti rispetto a tutte le edizioni esistenti dei carteggi di Nietzsche con fonti e riferimenti del tutto inediti. Le lettere comprese in questo quarto volume dell’Epistolario illuminano un periodo della vita di Nietzsche fecondo e drammatico. Dopo le dimissioni dall’Università di Basilea per motivi di salute, il filosofo inizia la sua inquieta esistenza di "fugitivus errans" verso il Sud, nella ricerca ossessiva della «luminosità di un cielo sereno» – la sola condizione climatica in cui gli sembri di poter vivere e lavorare. Ma tra il 1880 e il 1881 domina un’atroce sofferenza fisica: Nietzsche si sente «come un animale alla tortura», sottoposto a una tensione quasi insostenibile. Il rimedio è l’«assoluta solitudine, non per capriccio, bensì come condizione nella quale forse riuscirò a sopravvivere ancora un paio d’anni», ed è in questa fase di estremo malessere che nascono opere come "Aurora" e "La gaia scienza", le quali assumono il significato di «saturnali di uno spirito ... invaso dalla speranza, dalla speranza di salute, dall’ebbrezza della convalescenza». L’incontro con Lou von Salomé – nella primavera del 1882 – e i progetti di lavoro in comune con la giovane russa e Paul Rée trasmettono così al filosofo una energia e una vitalità nuove, che tuttavia serviranno solo a rendere ancora più devastante la delusione, giacché con la fine burrascosa del sodalizio svanirà per sempre «la speranza di avere incontrato un essere affine». Oltre a decretare la rottura con Lou e Paul, le lettere di questo periodo denunciano il ruolo nefasto svolto dalla sorella, cui vengono indirizzate le frasi forse più aspre che Nietzsche abbia mai pronunciato. La composizione dello Zarathustra apparirà allora l’esercizio di arte alchemica capace di «trasformare in oro il fango» delle esperienze vissute. Nondimeno l’epistolario rivela la crescente solitudine e la dolorosa estraniazione da vecchi amici e conoscenti, mentre sullo sfondo permane l’ombra di Wagner, la cui morte, nel febbraio 1883, segna uno spartiacque.

EPISTOLARIO 1880-1884, vol. IV, ediz. Colli-Montinari

CAMPIONI, GIULIANO
2004-01-01

Abstract

Questo quarto volume dell’Epistolario di Friedrich Nietzsche contiene tutte le lettere che egli scrisse, e che ci sono pervenute, dal gennaio 1880 al dicembre 1884. La traduzione è condotta sulla base del testo stabilito in: F. Nietzsche, Briefwechsel. Kritische Gesamtausgabe,herausgegeben von Giorgio Colli und Mazzino Montinari (KGB). La traduzione è stata rivista dal curatore Giuliano Campioni, responsabile dell'opera. L’edizione italiana dell’Epistolario non comprende le lettere a Nietzsche, di cui tuttavia si è fatto largo uso, insieme ad altre testimonianze e documenti, nel commento (Notizie e note, pp. 279 in corpo minore). Le lettere inedite sono state collocate cronologicamente nel testo, e segnalate con il numero della lettera precedente seguito da a (e, nel caso di una seconda lettera in successione, da b). Rispetto all’edizione tedesca sono stati corretti, nel caso di provate nuove datazioni o di eventuali sviste, l’ordine e la numerazione delle lettere. Si è inoltre ritenuto opportuno pubblicare, in una Appendice, le dodici Urabschriften del periodo 1880-1884, non solo per il loro valore documentario, ma anche perché non sono da considerarsi, comunque, pure e semplici invenzioni di Elisabeth Nietzsche. L'apparato critico (pp.565-828 in corpo minore) si presenta come il più ricco di riferimenti e aggiornamenti rispetto a tutte le edizioni esistenti dei carteggi di Nietzsche con fonti e riferimenti del tutto inediti. Le lettere comprese in questo quarto volume dell’Epistolario illuminano un periodo della vita di Nietzsche fecondo e drammatico. Dopo le dimissioni dall’Università di Basilea per motivi di salute, il filosofo inizia la sua inquieta esistenza di "fugitivus errans" verso il Sud, nella ricerca ossessiva della «luminosità di un cielo sereno» – la sola condizione climatica in cui gli sembri di poter vivere e lavorare. Ma tra il 1880 e il 1881 domina un’atroce sofferenza fisica: Nietzsche si sente «come un animale alla tortura», sottoposto a una tensione quasi insostenibile. Il rimedio è l’«assoluta solitudine, non per capriccio, bensì come condizione nella quale forse riuscirò a sopravvivere ancora un paio d’anni», ed è in questa fase di estremo malessere che nascono opere come "Aurora" e "La gaia scienza", le quali assumono il significato di «saturnali di uno spirito ... invaso dalla speranza, dalla speranza di salute, dall’ebbrezza della convalescenza». L’incontro con Lou von Salomé – nella primavera del 1882 – e i progetti di lavoro in comune con la giovane russa e Paul Rée trasmettono così al filosofo una energia e una vitalità nuove, che tuttavia serviranno solo a rendere ancora più devastante la delusione, giacché con la fine burrascosa del sodalizio svanirà per sempre «la speranza di avere incontrato un essere affine». Oltre a decretare la rottura con Lou e Paul, le lettere di questo periodo denunciano il ruolo nefasto svolto dalla sorella, cui vengono indirizzate le frasi forse più aspre che Nietzsche abbia mai pronunciato. La composizione dello Zarathustra apparirà allora l’esercizio di arte alchemica capace di «trasformare in oro il fango» delle esperienze vissute. Nondimeno l’epistolario rivela la crescente solitudine e la dolorosa estraniazione da vecchi amici e conoscenti, mentre sullo sfondo permane l’ombra di Wagner, la cui morte, nel febbraio 1883, segna uno spartiacque.
2004
8845918335
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/90872
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