All’inizio del 2007 l’Unione Europea (UE) ha presentato una nuova politica energetica con l’obiettivo che, entro il 2020, il 20% dei consumi energetici nei 25 Stati membri provenga da fonti rinnovabili, tra le quali le biomasse. L’Italia, con una superficie forestale di 8675100 ha (circa il 29% della superficie territoriale nazionale), potrebbe trarre notevoli vantaggi per quanto riguarda lo sfruttamento delle biomassa lignocellulosica a fini energetici. L’installazione di piccoli impianti di gassificazione (nell’ordine di poche centinaia di kWe), di semplice e sicura conduzione, dimensionati per le effettive caratteristiche e potenzialità del territorio in termini di biomassa disponibile e capacità di approvvigionamento, con conseguenti bassi costi di trasporto e minimo impatto ambientale sul territorio, consentirebbe di valorizzare al meglio le risorse disponibili nonché di sviluppare un sistema economico sinergico di attività connesse alla pulizia, trattamento e mantenimento di boschi e fossi e al recupero degli scarti agricoli. Il presente lavoro riguarda lo studio di fattibilità tecnico-economica di un piccolo impianto di gassificazione di biomassa legnosa (manutenzione boschiva, scarti di potatura, ecc.) abbinato ad un motore endotermico per la produzione di energia elettrica e calore, da collocare nel territorio del Comune di Villa Basilica (LU), caratterizzato da un’ampia superficie boschiva. La tecnologia di gassificazione scelta è quella a letto fisso di tipo downdraft, che meglio delle altre si adatta all’abbinamento con un motore endotermico. Particolare attenzione è stata dedicata all’individuazione dell’utilizzatore dell’energia termica residua per la produzione di calore in cogenerazione, in modo da elevare il rendimento globale di conversione energetica ad oltre il 50%, effettuando inoltre il dimensionamento del sistema di trasporto e cessione del calore. L’analisi economica ha dimostrato la remuneratività dell’investimento alla luce degli attuali incentivi.

Studio di fattibilità tecnico-economica di un piccolo impianto cogenerativo con gassificazione di biomassa lignocellulosica

R. GABBRIELLI;FRIGO S;
2009-01-01

Abstract

All’inizio del 2007 l’Unione Europea (UE) ha presentato una nuova politica energetica con l’obiettivo che, entro il 2020, il 20% dei consumi energetici nei 25 Stati membri provenga da fonti rinnovabili, tra le quali le biomasse. L’Italia, con una superficie forestale di 8675100 ha (circa il 29% della superficie territoriale nazionale), potrebbe trarre notevoli vantaggi per quanto riguarda lo sfruttamento delle biomassa lignocellulosica a fini energetici. L’installazione di piccoli impianti di gassificazione (nell’ordine di poche centinaia di kWe), di semplice e sicura conduzione, dimensionati per le effettive caratteristiche e potenzialità del territorio in termini di biomassa disponibile e capacità di approvvigionamento, con conseguenti bassi costi di trasporto e minimo impatto ambientale sul territorio, consentirebbe di valorizzare al meglio le risorse disponibili nonché di sviluppare un sistema economico sinergico di attività connesse alla pulizia, trattamento e mantenimento di boschi e fossi e al recupero degli scarti agricoli. Il presente lavoro riguarda lo studio di fattibilità tecnico-economica di un piccolo impianto di gassificazione di biomassa legnosa (manutenzione boschiva, scarti di potatura, ecc.) abbinato ad un motore endotermico per la produzione di energia elettrica e calore, da collocare nel territorio del Comune di Villa Basilica (LU), caratterizzato da un’ampia superficie boschiva. La tecnologia di gassificazione scelta è quella a letto fisso di tipo downdraft, che meglio delle altre si adatta all’abbinamento con un motore endotermico. Particolare attenzione è stata dedicata all’individuazione dell’utilizzatore dell’energia termica residua per la produzione di calore in cogenerazione, in modo da elevare il rendimento globale di conversione energetica ad oltre il 50%, effettuando inoltre il dimensionamento del sistema di trasporto e cessione del calore. L’analisi economica ha dimostrato la remuneratività dell’investimento alla luce degli attuali incentivi.
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