Il volume delinea i presupposti filosofici e culturali della filologia di Gottfried Hermann (1772-1848), valutandone l'enorme impatto sulla tradizione ecdotica dei tragici greci e in particolare di Eschilo. Il capitoli 1-2 studiano lo sviluppo della teoria metrica elaborata da Hermann a partire da presupposti filosofici kantiani, e il modo in cui essa si tradusse in un approccio ai testi che accanto a luminosi successi (tra questi l'intuizione, con oltre dieci anni di anticipo rispetto a Boeckh, della necessità di individuare i segnali di fine verso nelle parti liriche, come lo iato e la sillaba adiaphoros) produsse anche un approccio eccessivamente regolarizzante e tendente a introdurre nei testi modifiche superflue. Il capitolo 3 si concentra sula produzione dell'anno 1816, che vide i più grandi contributi di Hermann al testo dell'Agamennone raccolti nelle note alla traduzione di W. von Humboldt e la pubblicazione della summa del pensiero metrico hermanniano, gli Elementa doctrinae metricae. Nel capitolo 4 viene esaminata la fase matura del pensiero filologico di Hermann, con l'elaborazione di un metodo che attraverso il confronto critico con la grande figura di R. Bentley e di altri maestri della filologia inglese di matrice induttivo-empirica, rivendica le esigenze di un approccio al testo attento ai valori della poesia e alla libertà creativa dei poeti sul piano linguistico. Nel capitolo 5 è analizzato il progressivo sorgere in Hermann di una attenzione marcata alla dimensione scenica dei testi, che si manifesta nel quadro della dura polemica che lo oppone a K.O. Müller a proposito delle Eumenidi. Nel senso capitolo, infine viene esaminata la grande edizione postuma del 1852, nel tentativo di dare un quadro equilibrato dei grandi contributi offerti da Hermann al progresso dell'ecdotica eschilea e delle pericolose tentazioni regolarizzanti che spesso si traducono in ipotesi di lacune e in congetture arbitrarie. Nell'insieme il volume propone, attraverso lo studio dell'attività di Hermann sull'Agamennone, una riflessione sui nodi essenziali del metodo filologico applicato a testi poetici, che affiorano in un momento in cui i filologi tedeschi e inglesi propongono due vie diverse per trasformare la filologia in scienza a pieno titolo. In appendice è contenuto un repertorio completo delle congetture al testo dell'Agamennone di Eschilo proposte da Hermann.

“Sed nullus editorum vidit”. La filologia di Gottfried Hermann e l’Agamennone di Eschilo

MEDDA, ENRICO
2006-01-01

Abstract

Il volume delinea i presupposti filosofici e culturali della filologia di Gottfried Hermann (1772-1848), valutandone l'enorme impatto sulla tradizione ecdotica dei tragici greci e in particolare di Eschilo. Il capitoli 1-2 studiano lo sviluppo della teoria metrica elaborata da Hermann a partire da presupposti filosofici kantiani, e il modo in cui essa si tradusse in un approccio ai testi che accanto a luminosi successi (tra questi l'intuizione, con oltre dieci anni di anticipo rispetto a Boeckh, della necessità di individuare i segnali di fine verso nelle parti liriche, come lo iato e la sillaba adiaphoros) produsse anche un approccio eccessivamente regolarizzante e tendente a introdurre nei testi modifiche superflue. Il capitolo 3 si concentra sula produzione dell'anno 1816, che vide i più grandi contributi di Hermann al testo dell'Agamennone raccolti nelle note alla traduzione di W. von Humboldt e la pubblicazione della summa del pensiero metrico hermanniano, gli Elementa doctrinae metricae. Nel capitolo 4 viene esaminata la fase matura del pensiero filologico di Hermann, con l'elaborazione di un metodo che attraverso il confronto critico con la grande figura di R. Bentley e di altri maestri della filologia inglese di matrice induttivo-empirica, rivendica le esigenze di un approccio al testo attento ai valori della poesia e alla libertà creativa dei poeti sul piano linguistico. Nel capitolo 5 è analizzato il progressivo sorgere in Hermann di una attenzione marcata alla dimensione scenica dei testi, che si manifesta nel quadro della dura polemica che lo oppone a K.O. Müller a proposito delle Eumenidi. Nel senso capitolo, infine viene esaminata la grande edizione postuma del 1852, nel tentativo di dare un quadro equilibrato dei grandi contributi offerti da Hermann al progresso dell'ecdotica eschilea e delle pericolose tentazioni regolarizzanti che spesso si traducono in ipotesi di lacune e in congetture arbitrarie. Nell'insieme il volume propone, attraverso lo studio dell'attività di Hermann sull'Agamennone, una riflessione sui nodi essenziali del metodo filologico applicato a testi poetici, che affiorano in un momento in cui i filologi tedeschi e inglesi propongono due vie diverse per trasformare la filologia in scienza a pieno titolo. In appendice è contenuto un repertorio completo delle congetture al testo dell'Agamennone di Eschilo proposte da Hermann.
2006
Medda, Enrico
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