Nel corso di indagini archeologiche nell’antica città romana di Luni furono rinvenute alcune sepolture in un’area pertinente al teatro romano e riutilizzata come area sepolcrale in epoca tardoantica, dopo l’abbandono della città. In una delle tombe erano stati inumati due individui adulti sovrapposti, ma non simultaneamente. L’individuo superiore era in connessione anatomica e quasi completo, ad eccezione dell’estremità superiore del corpo, ed appartiene ad una donna di età adulto-matura (40-50 anni) affetta da artrosi, osteoporosi e frattura del polso. Durante il recupero della sepoltura, sul lato destro del torace, nell’area che nel vivente è occupata dal fegato o dai polmoni, è stata rinvenuta una grossa calcificazione di forma sferica con un diametro di 40-43 mm. La calcificazione è stata sottoposta ad indagini radiologiche (RX e TC) e a microscopia elettronica e composizionale (SEM – EDS). Si tratta di un involucro calcificato con pareti sottili, priva di contenuto, costituito quasi esclusivamente da fosforo e calcio. Il risultato degli esami condotti inducono a pensare che si tratti di una cisti calcificata di Echinococcus granulosus, un parassita che ha il cane come ospite definitivo, ma la cui forma larvale si accresce negli ospiti intermedi, tra cui anche l’uomo. Le uova ingerite accidentalmente si schiudono nell’apparato digerente e attraverso l’intestino i parassiti raggiungono altri organi dove formano cisti con dimensioni che possono arrivare a 5-10 cm di diametro. Uno degli organi maggiormente colpiti è il fegato, come nel nostro caso, che cerca di delimitare la cisti tramite la produzione di una capsula fibrosa che la circonda, generalmente di forma sferica.
Un antico caso di parassitosi zoonotica scoperto a Luni (SP)
MINOZZI S;DE SANCTIS M;CARAMELLA D;GIUFFRA V.
2019-01-01
Abstract
Nel corso di indagini archeologiche nell’antica città romana di Luni furono rinvenute alcune sepolture in un’area pertinente al teatro romano e riutilizzata come area sepolcrale in epoca tardoantica, dopo l’abbandono della città. In una delle tombe erano stati inumati due individui adulti sovrapposti, ma non simultaneamente. L’individuo superiore era in connessione anatomica e quasi completo, ad eccezione dell’estremità superiore del corpo, ed appartiene ad una donna di età adulto-matura (40-50 anni) affetta da artrosi, osteoporosi e frattura del polso. Durante il recupero della sepoltura, sul lato destro del torace, nell’area che nel vivente è occupata dal fegato o dai polmoni, è stata rinvenuta una grossa calcificazione di forma sferica con un diametro di 40-43 mm. La calcificazione è stata sottoposta ad indagini radiologiche (RX e TC) e a microscopia elettronica e composizionale (SEM – EDS). Si tratta di un involucro calcificato con pareti sottili, priva di contenuto, costituito quasi esclusivamente da fosforo e calcio. Il risultato degli esami condotti inducono a pensare che si tratti di una cisti calcificata di Echinococcus granulosus, un parassita che ha il cane come ospite definitivo, ma la cui forma larvale si accresce negli ospiti intermedi, tra cui anche l’uomo. Le uova ingerite accidentalmente si schiudono nell’apparato digerente e attraverso l’intestino i parassiti raggiungono altri organi dove formano cisti con dimensioni che possono arrivare a 5-10 cm di diametro. Uno degli organi maggiormente colpiti è il fegato, come nel nostro caso, che cerca di delimitare la cisti tramite la produzione di una capsula fibrosa che la circonda, generalmente di forma sferica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.