Questo lavoro triennale di ricerca tenta di porsi come una possibilità relazionale (al limite), che separa/unisce la didattica della matematica e la riflessione filosofica, ma anche e soprattutto la didattica della matematica in differenti tradizioni culturali (in questo caso specifico Italia e Cina). Quindi, in altre parole, qui proviamo a porci nel fra che questi ambiti paiono mostrare specificandosi. Che cosa accade, quando la didattica della matematica italiana (potremmo anche dire più genericamente la didattica della matematica occidentale) entra in contatto con quella cinese? Per comprendere questo percorso di ricerca crediamo si possano identificare due aspetti fondamentali: 1) i contesti culturali; 2) gli esempi. Quando costruiamo un percorso, un progetto di lavoro esso porta con sé una serie di contesti impliciti (soprattutto culturali) che, se non considerati, ostacolano la comprensione del progetto stesso. In questa prospettiva l'esempio risulta essere in grado di mostrare come i backgrounds interagiscono e connotano il progetto stesso proprio a partire dal dato culturale in cui si inseriscono. Sulla base di queste considerazioni abbiamo tentato di ricondurre, con un processo bottom-up, le esperienze didattiche al quadro di riferimento teorico, facendone emergere gli impensati. Non solo, ma queste analisi ci conducono ad identificare l'esempio come strumento descrittivo per una semiotica, che consente processi di significazione solo all'interno della civiltà (quindi di una serie di backgrounds, di contesti espliciti ed impliciti) in cui si mostra e viene collocato. Le domande di ricerca che da queste analisi sono state individuate sono le seguenti: E' possibile formare un'insegnante attraverso il paradigma della differenza? Se sì, come è possibile farlo? Può questo processo, che investe le metodologie didattiche, permettere all'insegnante di cogliere gli impliciti, i backgrounds, gli impensati che ogni scelta didattica comporta? Se sì, come è possibile? Per indagare queste domande di ricerca, avendo come “segnavia” le differenze che si mostrano nell’esplicitarsi dei background culturali attraverso gli esempi che svelano queste stesse differenze, abbiamo costruito il progetto di formazione insegnanti e la serie di attività che hanno tentato di modificare le rappresentazioni, le convinzioni e le modalità di operare didatticamente nella classe, da parte degli insegnanti stessi. Per fare ciò il disegno della ricerca pone al centro la trasposizione come elemento a cui esporre gli insegnanti proprio durante l’attività di formazione, per poi costruire, con loro, partendo dalla trasposizione stessa, possibili percorsi didattici. Tale prospettiva è volta a collegare il paradigma della differenza (che diviene trasposizione della variazione) ai processi d'insegnamento-apprendimento della didattica della matematica. Questa diventa quindi la chiave di lettura attraverso cui rileggere il quadro generale del progetto di ricerca. La trasposizione, quindi, diviene per noi il quadro di riferimento teorico, le “lenti” attraverso la quale si cerca di realizzare un continuo passaggio attraverso le differenze (di artefatti, dei problemi con variazione, delle cannucce, etc., e di culture) che sono implicite nelle metodologie didattiche.

数学 [shùxué] matematica, sguardi (d)alla Cina, [...] ogni pensiero, nel farsi incontro all’altro si interroga sul proprio impensato https://morethesis.unimore.it/theses/browse/by_autore/r.html

Alessandro Ramploud
Primo
Conceptualization
2015-01-01

Abstract

Questo lavoro triennale di ricerca tenta di porsi come una possibilità relazionale (al limite), che separa/unisce la didattica della matematica e la riflessione filosofica, ma anche e soprattutto la didattica della matematica in differenti tradizioni culturali (in questo caso specifico Italia e Cina). Quindi, in altre parole, qui proviamo a porci nel fra che questi ambiti paiono mostrare specificandosi. Che cosa accade, quando la didattica della matematica italiana (potremmo anche dire più genericamente la didattica della matematica occidentale) entra in contatto con quella cinese? Per comprendere questo percorso di ricerca crediamo si possano identificare due aspetti fondamentali: 1) i contesti culturali; 2) gli esempi. Quando costruiamo un percorso, un progetto di lavoro esso porta con sé una serie di contesti impliciti (soprattutto culturali) che, se non considerati, ostacolano la comprensione del progetto stesso. In questa prospettiva l'esempio risulta essere in grado di mostrare come i backgrounds interagiscono e connotano il progetto stesso proprio a partire dal dato culturale in cui si inseriscono. Sulla base di queste considerazioni abbiamo tentato di ricondurre, con un processo bottom-up, le esperienze didattiche al quadro di riferimento teorico, facendone emergere gli impensati. Non solo, ma queste analisi ci conducono ad identificare l'esempio come strumento descrittivo per una semiotica, che consente processi di significazione solo all'interno della civiltà (quindi di una serie di backgrounds, di contesti espliciti ed impliciti) in cui si mostra e viene collocato. Le domande di ricerca che da queste analisi sono state individuate sono le seguenti: E' possibile formare un'insegnante attraverso il paradigma della differenza? Se sì, come è possibile farlo? Può questo processo, che investe le metodologie didattiche, permettere all'insegnante di cogliere gli impliciti, i backgrounds, gli impensati che ogni scelta didattica comporta? Se sì, come è possibile? Per indagare queste domande di ricerca, avendo come “segnavia” le differenze che si mostrano nell’esplicitarsi dei background culturali attraverso gli esempi che svelano queste stesse differenze, abbiamo costruito il progetto di formazione insegnanti e la serie di attività che hanno tentato di modificare le rappresentazioni, le convinzioni e le modalità di operare didatticamente nella classe, da parte degli insegnanti stessi. Per fare ciò il disegno della ricerca pone al centro la trasposizione come elemento a cui esporre gli insegnanti proprio durante l’attività di formazione, per poi costruire, con loro, partendo dalla trasposizione stessa, possibili percorsi didattici. Tale prospettiva è volta a collegare il paradigma della differenza (che diviene trasposizione della variazione) ai processi d'insegnamento-apprendimento della didattica della matematica. Questa diventa quindi la chiave di lettura attraverso cui rileggere il quadro generale del progetto di ricerca. La trasposizione, quindi, diviene per noi il quadro di riferimento teorico, le “lenti” attraverso la quale si cerca di realizzare un continuo passaggio attraverso le differenze (di artefatti, dei problemi con variazione, delle cannucce, etc., e di culture) che sono implicite nelle metodologie didattiche.
2015
Ramploud, Alessandro
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1020542
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