Il testo numerato come 554a nell’edizione dei frammenti di Euripide curata dal Kannicht (TrGF 5.1 p. 581) consiste in una sequenza di quattro trimetri giambici che, a prima vista, sembra tipica del carattere sofistico-moralista di tanta parte della produzione frammentaria di questo poeta (nonché di sue ῥῆσεις conservate). L’interesse e la rilevanza di questo frammento non si esauriscono tuttavia in un confronto formale e stilistico tra esso ed altri passi simili dell’opera euripidea; l’intervento mira a mettere in luce il contributo che questo breve testo può dare per una più precisa definizione dei tratti peculiari assunti dal celeberrimo (ed in età classica scenicamente molto ben sfruttato) mito di Edipo nell’omonima tragedia euripidea. Nello specifico, si propone una lettura di fr. 554a in parallelo con le scene iniziali dell’Edipo a Colono di Sofocle, certamente più tardo dell’Edipo euripideo. In questo contesto, particolare attenzione viene dedicata al problema di setting dell’azione drammatica posto dal nostro frammento e da quello subito successivo nell’edizione del Kannicht, il n.° 554b (TrGF 5.1 p. 582). Lo studio di questi frammenti non può prescindere da quello delle fonti che li tramandano: l’intervento offre dunque anche spunti per la ricostruzione della storia della ricezione del testo di questa tragedia, che non dovette essere tra le più sconosciute del poeta, dall’epoca di Menandro fino alle soglie dell’età bizantina.
Edipo all’altare? Per una lettura ed interpretazione di Euripide, fr. 554a K. (Edipo)
Carrara Laura
2018-01-01
Abstract
Il testo numerato come 554a nell’edizione dei frammenti di Euripide curata dal Kannicht (TrGF 5.1 p. 581) consiste in una sequenza di quattro trimetri giambici che, a prima vista, sembra tipica del carattere sofistico-moralista di tanta parte della produzione frammentaria di questo poeta (nonché di sue ῥῆσεις conservate). L’interesse e la rilevanza di questo frammento non si esauriscono tuttavia in un confronto formale e stilistico tra esso ed altri passi simili dell’opera euripidea; l’intervento mira a mettere in luce il contributo che questo breve testo può dare per una più precisa definizione dei tratti peculiari assunti dal celeberrimo (ed in età classica scenicamente molto ben sfruttato) mito di Edipo nell’omonima tragedia euripidea. Nello specifico, si propone una lettura di fr. 554a in parallelo con le scene iniziali dell’Edipo a Colono di Sofocle, certamente più tardo dell’Edipo euripideo. In questo contesto, particolare attenzione viene dedicata al problema di setting dell’azione drammatica posto dal nostro frammento e da quello subito successivo nell’edizione del Kannicht, il n.° 554b (TrGF 5.1 p. 582). Lo studio di questi frammenti non può prescindere da quello delle fonti che li tramandano: l’intervento offre dunque anche spunti per la ricostruzione della storia della ricezione del testo di questa tragedia, che non dovette essere tra le più sconosciute del poeta, dall’epoca di Menandro fino alle soglie dell’età bizantina.File | Dimensione | Formato | |
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