Il saggio indaga l’esplorazione della mente resa possibile dall’esperienza poetica. L’occasione è fornita dalla ricostruzione di quella che T.S. Eliot considerava una vera e propria corrente estetica, fondata da Baudelaire ispirandosi al saggio di E. A. Poe The Philosophy of Composition. I caratteri di questa corrente sarebbero poi stati delineati da Mallarmé e Valéry. L’idea di fondo è che l’autore tragga piacere dall’apparire ispirato al proprio lettore celando il lavoro e la riflessione in realtà richiesti dall’atto della composizione e a loro volta fonte di piacere nel momento della creazione artistica. Accogliendo un suggerimento dello stesso Eliot si individua in J.L. Borges quel poeta che ha integrato e trasceso l’idea di un primato della composizione sull’ispirazione, confrontandosi nei suoi scritti con Valéry ed elaborando il concetto di memoria inconscia. Il saggio non è solo un’indagine storico-estetica ma anche una riflessione teoretico-gnoseologica su quello che il filosofo come scrittore potrebbe apprendere su se stesso e sul proprio modo di operare se si confrontasse con le esplorazioni della mente condotte da poeti-filosofi come Valéry e Borges. Si indagano così in chiave teoretica riletture del problema della scrittura in Platone che risentono dell'influenza di Nietzsche e che sono state d'ispirazione per le riflessioni di autori come Derrida che individuano nel fatto che il filosofo debba comunicare i propri pensieri e i propri vissuti per iscritto il problema teoretico più profondo per la stessa filosofia.
La disputa su ispirazione e composizione. Valéry fra Poe e Borges
MANCA D
2018-01-01
Abstract
Il saggio indaga l’esplorazione della mente resa possibile dall’esperienza poetica. L’occasione è fornita dalla ricostruzione di quella che T.S. Eliot considerava una vera e propria corrente estetica, fondata da Baudelaire ispirandosi al saggio di E. A. Poe The Philosophy of Composition. I caratteri di questa corrente sarebbero poi stati delineati da Mallarmé e Valéry. L’idea di fondo è che l’autore tragga piacere dall’apparire ispirato al proprio lettore celando il lavoro e la riflessione in realtà richiesti dall’atto della composizione e a loro volta fonte di piacere nel momento della creazione artistica. Accogliendo un suggerimento dello stesso Eliot si individua in J.L. Borges quel poeta che ha integrato e trasceso l’idea di un primato della composizione sull’ispirazione, confrontandosi nei suoi scritti con Valéry ed elaborando il concetto di memoria inconscia. Il saggio non è solo un’indagine storico-estetica ma anche una riflessione teoretico-gnoseologica su quello che il filosofo come scrittore potrebbe apprendere su se stesso e sul proprio modo di operare se si confrontasse con le esplorazioni della mente condotte da poeti-filosofi come Valéry e Borges. Si indagano così in chiave teoretica riletture del problema della scrittura in Platone che risentono dell'influenza di Nietzsche e che sono state d'ispirazione per le riflessioni di autori come Derrida che individuano nel fatto che il filosofo debba comunicare i propri pensieri e i propri vissuti per iscritto il problema teoretico più profondo per la stessa filosofia.File | Dimensione | Formato | |
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