Nel contributo si esamina la riflessione teorica di Luciano Della Mea intorno alle teorie sul “neocapitalismo” elaborate e discusse nei primi anni ’60 dalla rivista “Quaderni rossi”. In particolare, l’analisi fa perno sul dialogo/confronto intercorso fra il principale teorico del “neocapitalismo”, Raniero Panzieri, e il citato Luciano Della Mea, un intellettuale militante nel Psi - ascrivibile alla corrente del “morandismo” - che di Panzieri fu assiduo collaboratore e interlocutore privilegiato. Oggetto del confronto fra i due intellettuali, i quali contrapposero alle principali teorie istituzionaliste una rinnovata lettura del marxismo, furono le principali trasformazioni sperimentate dall’economia internazionale, così come da quella italiana, partendo da una critica alla politica di “programmazione economica” elaborata all’inizio degli anni ’60 e presentata come strategia imposta all’Italia per estendere la “pianificazione capitalista” e le politiche di regolazione dei processi di produzione, interpretandola dunque alla stregua di un meccanismo diretto a sostenere lo sviluppo capitalistico senza alterarne l’orientamento.
Luciano della Mea, Raniero Panzieri e il neocapitalismo
Marco Cini
2020-01-01
Abstract
Nel contributo si esamina la riflessione teorica di Luciano Della Mea intorno alle teorie sul “neocapitalismo” elaborate e discusse nei primi anni ’60 dalla rivista “Quaderni rossi”. In particolare, l’analisi fa perno sul dialogo/confronto intercorso fra il principale teorico del “neocapitalismo”, Raniero Panzieri, e il citato Luciano Della Mea, un intellettuale militante nel Psi - ascrivibile alla corrente del “morandismo” - che di Panzieri fu assiduo collaboratore e interlocutore privilegiato. Oggetto del confronto fra i due intellettuali, i quali contrapposero alle principali teorie istituzionaliste una rinnovata lettura del marxismo, furono le principali trasformazioni sperimentate dall’economia internazionale, così come da quella italiana, partendo da una critica alla politica di “programmazione economica” elaborata all’inizio degli anni ’60 e presentata come strategia imposta all’Italia per estendere la “pianificazione capitalista” e le politiche di regolazione dei processi di produzione, interpretandola dunque alla stregua di un meccanismo diretto a sostenere lo sviluppo capitalistico senza alterarne l’orientamento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.