Il cambiamento delle condizioni di produzione dell'architettura pubblica nella Toscana del Due-Trecento è al centro di uno studio basato sulle fonti documentarie e grafiche dell'epoca, che mette in luce l'ampliarsi del ruolo e della composizione sociale dei committenti durante quei secoli, in particolare nei cantieri pubblici di Firenze. I rapporti tra committenti ed artisti ne vengono ad essere profondamente modificati, e dal contatto diretto tra un unico committente e il capocantiere si passa alla creazione di commissioni di controllo del progetto e della costruzione, in grado di modificare l'aspetto dell'architettura realizzata durante tutto il percorso edificativo. In tale ottica, il prodotto finale appare frutto di una costante trattativa tra le parti responsabili della costruzione, e il ruolo dell'artista durante il Trecento diviene più corale e meno incentrato su un'unica grande personalità come si era visto sino ai primi decenni del secolo con Arnolfo e con Giotto. Di tale nuovo metodo concertativo sono riconosciute frutto le costruzioni del secondo Trecento, in specie il corpo longitudinale della cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore e il fusto del suo campanile, con un'organizzazione di controllo del progetto che apre la via ad altre grandi realizzazioni anche in ulteriori centri artistici come Milano e Bologna.
Modalità progettuali e fasi di controllo nell’edilizia monumentale di età gotica nell’Italia comunale: da Arnolfo di Cambio caputmagister alla progettazione corale
ASCANI, VALERIO
2006-01-01
Abstract
Il cambiamento delle condizioni di produzione dell'architettura pubblica nella Toscana del Due-Trecento è al centro di uno studio basato sulle fonti documentarie e grafiche dell'epoca, che mette in luce l'ampliarsi del ruolo e della composizione sociale dei committenti durante quei secoli, in particolare nei cantieri pubblici di Firenze. I rapporti tra committenti ed artisti ne vengono ad essere profondamente modificati, e dal contatto diretto tra un unico committente e il capocantiere si passa alla creazione di commissioni di controllo del progetto e della costruzione, in grado di modificare l'aspetto dell'architettura realizzata durante tutto il percorso edificativo. In tale ottica, il prodotto finale appare frutto di una costante trattativa tra le parti responsabili della costruzione, e il ruolo dell'artista durante il Trecento diviene più corale e meno incentrato su un'unica grande personalità come si era visto sino ai primi decenni del secolo con Arnolfo e con Giotto. Di tale nuovo metodo concertativo sono riconosciute frutto le costruzioni del secondo Trecento, in specie il corpo longitudinale della cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore e il fusto del suo campanile, con un'organizzazione di controllo del progetto che apre la via ad altre grandi realizzazioni anche in ulteriori centri artistici come Milano e Bologna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.