Fatta l’Italia, bisognava Fare gli ebrei italiani, ovvero cercare di capire cosa potesse — o dovesse — significare essere ebrei e italiani dopo l’emancipazione e l’Unità, che avevano alterato in maniera sostanziale gli orizzonti politici e giuridici, ma anche simbolici ed emotivi entro i quali le due identità, l’ebraica e l’italiana, erano vissute per secoli. Protagonisti del libro sono testi prodotti da rabbini, maestri di scuola, dirigenti delle comunità, avvocati e intellettuali ebrei alle prese con queste nuove sfide, in costante dialogo con il più ampio panorama politico-culturale italiano ed europeo. Temi come integrazione, famiglia, nazione, religione, sionismo si intrecciano all’analisi della rielaborazione da parte della minoranza delle diverse (e in genere non positive) rappresentazioni dell’ebreo circolanti nella cultura dell’epoca. Pienamente partecipi dello spirito del tempo, gli autori fanno largo uso di immagini e termini attinti al linguaggio della razza, che non evocava allora i fantasmi che suscita oggi. Attraverso l’analisi di periodici, sermoni, catechismi, opuscoli di varia natura, racconti e romanzi il volume propone per la prima volta una storia culturale del discorso nazionale ebraico-italiano fra l’Unità e l’avvento del fascismo, un periodo ancora poco indagato dalla storiografia ma cruciale per la comprensione degli eventi successivi. È un libro originale e innovativo non solo per la storia dell’ebraismo italiano, ma anche per quella dell’articolazione delle idee di nazione, cittadinanza e appartenenza.

Fare gli ebrei italiani. Autorappresentazioni di una minoranza (1861-1918)

FERRARA DEGLI UBERTI C
2011-01-01

Abstract

Fatta l’Italia, bisognava Fare gli ebrei italiani, ovvero cercare di capire cosa potesse — o dovesse — significare essere ebrei e italiani dopo l’emancipazione e l’Unità, che avevano alterato in maniera sostanziale gli orizzonti politici e giuridici, ma anche simbolici ed emotivi entro i quali le due identità, l’ebraica e l’italiana, erano vissute per secoli. Protagonisti del libro sono testi prodotti da rabbini, maestri di scuola, dirigenti delle comunità, avvocati e intellettuali ebrei alle prese con queste nuove sfide, in costante dialogo con il più ampio panorama politico-culturale italiano ed europeo. Temi come integrazione, famiglia, nazione, religione, sionismo si intrecciano all’analisi della rielaborazione da parte della minoranza delle diverse (e in genere non positive) rappresentazioni dell’ebreo circolanti nella cultura dell’epoca. Pienamente partecipi dello spirito del tempo, gli autori fanno largo uso di immagini e termini attinti al linguaggio della razza, che non evocava allora i fantasmi che suscita oggi. Attraverso l’analisi di periodici, sermoni, catechismi, opuscoli di varia natura, racconti e romanzi il volume propone per la prima volta una storia culturale del discorso nazionale ebraico-italiano fra l’Unità e l’avvento del fascismo, un periodo ancora poco indagato dalla storiografia ma cruciale per la comprensione degli eventi successivi. È un libro originale e innovativo non solo per la storia dell’ebraismo italiano, ma anche per quella dell’articolazione delle idee di nazione, cittadinanza e appartenenza.
2011
FERRARA DEGLI UBERTI, C
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