The contribution retraces the stages of the relationship between Giuseppe Parini and Carlo Firmian, investigating it in the light of the overall cultural policy promoted by the minister plenipotentiary of the Habsburgs, who lived in Milan from 1759 to his death (1782). In spite of the obvious asymmetry between their respective conditions, the poet of modest origins and the count were linked not only by a bond of mutual esteem and love of literature and the arts, but also by a sincere convergence on certain fundamental principles of civil life. Coming to Milan after many years of important diplomatic work in Naples, Firmian brought with him a background of culture and experience, which he immediately employed in planning the recruitment of those who - like Parini - were best suited to actively support the ambitious reform project launched in Vienna, in which the "resurgence of good studies" had a crucial place. The understanding with Parini was therefore nourished first and foremost by the common Enlightenment belief in the possibility and necessity of a non-classist and qualitatively guaranteed education. In fact, Parini adhered to these assumptions when taking on the positions that Firmian wanted to give him, up to the most coveted and prestigious, the chair of Eloquence and Fine Literature at the Scuole Palatine in Milan. Parini’s moral integrity and the high profile of his work, even as a teacher, corresponded well to the expectations of the minister, who in fact never failed to support him, helping him financially and also - a not inconsiderable detail - opening up to him his extraordinary library, particularly rich in English books and periodicals.

Il contributo ripercorre le tappe del rapporto tra Giuseppe Parini e Carlo Firmian, indagandolo alla luce della complessiva politica culturale promossa dal ministro plenipotenziario degli Asburgo, residente a Milano dal 1759 alla morte (1782). A dispetto infatti dell'evidente asimmetria tra le rispettive condizioni, il poeta e precettore di modeste origini e il conte furono legati non solo da un vincolo di stima reciproca, e dall'amore per le lettere e le arti, ma dalla sincera convergenza su alcuni principi fondamentali del vivere civile. Approdando a Milano dopo un importante e pluriennale incarico diplomatico a Napoli, Firmian portava infatti con sé un piccolo tesoro di cultura e di esperienza, messo subito a frutto nel pianificare il reclutamento delle figure che - come Parini appunto - meglio potevano prestarsi a sostenere attivamente l'ambizioso progetto di riforme varato a Vienna, nel cui ambito il "risorgimento dei buoni studi" aveva un posto cruciale. L'intesa con Parini fu dunque alimentata in primo luogo dalla comune fiducia illuministica nella possibilità e nella necessità di un’educazione non classista e qualitativamente garantita. A questi presupposti si attenne infatti Parini nell'assumere gli incarichi che Firmian volle conferirgli, fino al più ambito e prestigioso, la cattedra di Eloquenza e Belle Lettere alle Scuole Palatine di Milano. Il rigore morale e l'alto profilo dell'operato di Parini, anche come docente, ben corrisposero alle aspettative del ministro, che infatti non gli fece mai mancare il suo sostegno, aiutandolo economicamente di tasca propria e anche – particolare non trascurabile – aprendogli la sua straordinaria biblioteca, particolarmente ricca di libri e periodici inglesi.

Convergenze asimmetriche: Parini e il ministro Firmian

Fedi Francesca
2021-01-01

Abstract

The contribution retraces the stages of the relationship between Giuseppe Parini and Carlo Firmian, investigating it in the light of the overall cultural policy promoted by the minister plenipotentiary of the Habsburgs, who lived in Milan from 1759 to his death (1782). In spite of the obvious asymmetry between their respective conditions, the poet of modest origins and the count were linked not only by a bond of mutual esteem and love of literature and the arts, but also by a sincere convergence on certain fundamental principles of civil life. Coming to Milan after many years of important diplomatic work in Naples, Firmian brought with him a background of culture and experience, which he immediately employed in planning the recruitment of those who - like Parini - were best suited to actively support the ambitious reform project launched in Vienna, in which the "resurgence of good studies" had a crucial place. The understanding with Parini was therefore nourished first and foremost by the common Enlightenment belief in the possibility and necessity of a non-classist and qualitatively guaranteed education. In fact, Parini adhered to these assumptions when taking on the positions that Firmian wanted to give him, up to the most coveted and prestigious, the chair of Eloquence and Fine Literature at the Scuole Palatine in Milan. Parini’s moral integrity and the high profile of his work, even as a teacher, corresponded well to the expectations of the minister, who in fact never failed to support him, helping him financially and also - a not inconsiderable detail - opening up to him his extraordinary library, particularly rich in English books and periodicals.
2021
978-88-6680-395-9
Il contributo ripercorre le tappe del rapporto tra Giuseppe Parini e Carlo Firmian, indagandolo alla luce della complessiva politica culturale promossa dal ministro plenipotenziario degli Asburgo, residente a Milano dal 1759 alla morte (1782). A dispetto infatti dell'evidente asimmetria tra le rispettive condizioni, il poeta e precettore di modeste origini e il conte furono legati non solo da un vincolo di stima reciproca, e dall'amore per le lettere e le arti, ma dalla sincera convergenza su alcuni principi fondamentali del vivere civile. Approdando a Milano dopo un importante e pluriennale incarico diplomatico a Napoli, Firmian portava infatti con sé un piccolo tesoro di cultura e di esperienza, messo subito a frutto nel pianificare il reclutamento delle figure che - come Parini appunto - meglio potevano prestarsi a sostenere attivamente l'ambizioso progetto di riforme varato a Vienna, nel cui ambito il "risorgimento dei buoni studi" aveva un posto cruciale. L'intesa con Parini fu dunque alimentata in primo luogo dalla comune fiducia illuministica nella possibilità e nella necessità di un’educazione non classista e qualitativamente garantita. A questi presupposti si attenne infatti Parini nell'assumere gli incarichi che Firmian volle conferirgli, fino al più ambito e prestigioso, la cattedra di Eloquenza e Belle Lettere alle Scuole Palatine di Milano. Il rigore morale e l'alto profilo dell'operato di Parini, anche come docente, ben corrisposero alle aspettative del ministro, che infatti non gli fece mai mancare il suo sostegno, aiutandolo economicamente di tasca propria e anche – particolare non trascurabile – aprendogli la sua straordinaria biblioteca, particolarmente ricca di libri e periodici inglesi.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
2021 Parini e Firmian.pdf

solo utenti autorizzati

Tipologia: Versione finale editoriale
Licenza: NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione 413.07 kB
Formato Adobe PDF
413.07 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1101174
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact