Le «rivoluzioni finanziarie» hanno seguito processi di coevoluzione con lo sviluppo economico. Le peculiarità dei percorsi hanno segnato i caratteri del capitalismo industriale e finanziario nazionale. Così è stato anche per l’Italia dove «miseria e nobiltà» del capitalismo nazionale sono in parte dipesi dal modo e dalle ragioni di evoluzione di un sistema bancario e finanziario caratterizzato da crisi frequenti e particolarmente gravi per affrontare le quali sono intervenuti cambiamenti istituzionali rilevanti per importanza dell’intervento dello Stato, forme di regolazione strutturare e assetti specifici delle relazioni di governance nel sistema bancario e in quello industriale. Creare il credito e arginare i rischi sono le linee guida nelle quali iscrivere i percorsi di sviluppo del sistema finanziario. In un sistema finanziario, in formazione o maturo, non vi sono solo istituzioni creditizie o solo mercati, ma una combinazione dei due. L’analisi tiene conto della dimensione comparata nella quale valutare l’esperienza italiana. Il primo capitolo analizza la costituzione dei sistemi finanziari e le loro peculiarità secondo due orientamenti di fondo: quello rivolto alle banche o quello rivolto ai mercati. L’evoluzione verso un tipo di configurazione finanziaria o verso l’altra è fatto dipendere dalle modalità prevalenti di gestione dei rischi finanziari e dalla coerenza istituzionale che li rende compatibili in termini di crescita e stabilità. All’interno della stessa cornice interpretativa viene considerata l’evoluzione del sistema bancario e finanziario italiano per spiegare l’esperienza ambivalente della banca mista: di successo in una prima fase e di declino dopo la Grande guerra. Rientra sempre in un percorso di lungo periodo di formazione e consolidamento delle funzioni della banca centrale che, nel caso italiano, è stato segnato dalle necessità di governare i rapporti valutari con l’estero, tentare di mantenere una qualche forma di indipendenza nei riguardi del sistema politico e del governo, di sviluppare metodi e forme efficaci di trasmissione degli impulsi di politica monetaria al resto del sistema bancario, e, infine, poter intervenire come prestatore di ultima istanza e in un’azione costante di sorveglianza sul sistema per prevenire le crisi bancarie locali e sistemiche.
Creare il credito e arginare i rischi. Il sistema finanziario tra nobiltà e miserie del capitalismo italiano
CONTI, GIUSEPPE
2007-01-01
Abstract
Le «rivoluzioni finanziarie» hanno seguito processi di coevoluzione con lo sviluppo economico. Le peculiarità dei percorsi hanno segnato i caratteri del capitalismo industriale e finanziario nazionale. Così è stato anche per l’Italia dove «miseria e nobiltà» del capitalismo nazionale sono in parte dipesi dal modo e dalle ragioni di evoluzione di un sistema bancario e finanziario caratterizzato da crisi frequenti e particolarmente gravi per affrontare le quali sono intervenuti cambiamenti istituzionali rilevanti per importanza dell’intervento dello Stato, forme di regolazione strutturare e assetti specifici delle relazioni di governance nel sistema bancario e in quello industriale. Creare il credito e arginare i rischi sono le linee guida nelle quali iscrivere i percorsi di sviluppo del sistema finanziario. In un sistema finanziario, in formazione o maturo, non vi sono solo istituzioni creditizie o solo mercati, ma una combinazione dei due. L’analisi tiene conto della dimensione comparata nella quale valutare l’esperienza italiana. Il primo capitolo analizza la costituzione dei sistemi finanziari e le loro peculiarità secondo due orientamenti di fondo: quello rivolto alle banche o quello rivolto ai mercati. L’evoluzione verso un tipo di configurazione finanziaria o verso l’altra è fatto dipendere dalle modalità prevalenti di gestione dei rischi finanziari e dalla coerenza istituzionale che li rende compatibili in termini di crescita e stabilità. All’interno della stessa cornice interpretativa viene considerata l’evoluzione del sistema bancario e finanziario italiano per spiegare l’esperienza ambivalente della banca mista: di successo in una prima fase e di declino dopo la Grande guerra. Rientra sempre in un percorso di lungo periodo di formazione e consolidamento delle funzioni della banca centrale che, nel caso italiano, è stato segnato dalle necessità di governare i rapporti valutari con l’estero, tentare di mantenere una qualche forma di indipendenza nei riguardi del sistema politico e del governo, di sviluppare metodi e forme efficaci di trasmissione degli impulsi di politica monetaria al resto del sistema bancario, e, infine, poter intervenire come prestatore di ultima istanza e in un’azione costante di sorveglianza sul sistema per prevenire le crisi bancarie locali e sistemiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.