Per una maggior tutela dell’ambiente e della salute umana, vengono oggi cercate soluzioni alternative per ridurre il massiccio utilizzo degli erbicidi; sempre con maggior frequenza si utilizzano, per il controllo delle infestanti, metodi biologici che consentono l’adozione di strategie per mantenere la presenza delle malerbe al di sotto di una soglia di danno “accettabile”. La natura fornisce già sostanze con attività biologica il cui impiego può rappresentare una soluzione a basso impatto ambientale per la loro alta biodegradabilità e specificità. In questo contesto si inquadra la nostra ricerca che si è rivolta a due specie ortive dove, considerata la fittezza dell’impianto, l’eliminazione delle malerbe meccanizzata è particolarmente problematica. È stata saggiata l’attività di scarti di lavorazione di Salvia officinalis L e Origanum vulgare nei confronti della germinazione e dello sviluppo di Ocimum basilicum L. e Raphanus sativus L. e di alcune tra le loro più comuni piante infestanti: Lolium perenne, Sorghum halepense, Portulaca oleracea, Digitaria sanguinalis, Amaranthus retroflexus. Sono state effettuate prove in capsula Petri, utilizzando come substrato carta da filtro imbevuta in decotto e infuso ricavato dagli scarti di salvia e origano; successivamente sono state realizzate indagini in contenitori riempiti con terreno mescolato a percentuali crescenti (0%, 5%, 10%, 20%) dei residui oggetto di studio; sono state infine condotte prove in vasi, nei quali sono state allevate le specie sopra menzionate impiegando come substrato terreno mescolato agli scarti delle piante aromatiche. E’ stata inoltre effettuata l’estrazione degli oli essenziali dai campioni di salvia e origano con identificazione dei composti presenti e mediante la tecnica SPME (Solid Phase Micro Extraction), l’estrazione dei i composti volatili disciolti nell’acqua di distillazione. Tra le due specie coltivate il ravanello è quello che senz’altro dimostra di adattarsi meno ai vari trattamenti, mentre il basilico reagisce sia pure con qualche decremento di produzione di biomassa, in maniera migliore. E’ stato constatato il notevole controllo delle malerbe da parte degli scarti utilizzati con un effetto più marcato nel caso dell’origano. Le dosi da noi utilizzate, alla luce di quanto è emerso dalla sperimentazione, sono da considerarsi eccessive e quindi una loro riduzione potrebbe portare a scoprire un equilibrio che poi rappresenterebbe il successo della sperimentazione.

Il controllo delle infestanti in Ocimum basilicum L e Raphanus sativus L. : risultati di una prova con l'impiego di scarti di lavorazione di Salvia officinalis L e Origanum vulgare L

MACCHIA, MARIO;MOLFETTA I;
2007-01-01

Abstract

Per una maggior tutela dell’ambiente e della salute umana, vengono oggi cercate soluzioni alternative per ridurre il massiccio utilizzo degli erbicidi; sempre con maggior frequenza si utilizzano, per il controllo delle infestanti, metodi biologici che consentono l’adozione di strategie per mantenere la presenza delle malerbe al di sotto di una soglia di danno “accettabile”. La natura fornisce già sostanze con attività biologica il cui impiego può rappresentare una soluzione a basso impatto ambientale per la loro alta biodegradabilità e specificità. In questo contesto si inquadra la nostra ricerca che si è rivolta a due specie ortive dove, considerata la fittezza dell’impianto, l’eliminazione delle malerbe meccanizzata è particolarmente problematica. È stata saggiata l’attività di scarti di lavorazione di Salvia officinalis L e Origanum vulgare nei confronti della germinazione e dello sviluppo di Ocimum basilicum L. e Raphanus sativus L. e di alcune tra le loro più comuni piante infestanti: Lolium perenne, Sorghum halepense, Portulaca oleracea, Digitaria sanguinalis, Amaranthus retroflexus. Sono state effettuate prove in capsula Petri, utilizzando come substrato carta da filtro imbevuta in decotto e infuso ricavato dagli scarti di salvia e origano; successivamente sono state realizzate indagini in contenitori riempiti con terreno mescolato a percentuali crescenti (0%, 5%, 10%, 20%) dei residui oggetto di studio; sono state infine condotte prove in vasi, nei quali sono state allevate le specie sopra menzionate impiegando come substrato terreno mescolato agli scarti delle piante aromatiche. E’ stata inoltre effettuata l’estrazione degli oli essenziali dai campioni di salvia e origano con identificazione dei composti presenti e mediante la tecnica SPME (Solid Phase Micro Extraction), l’estrazione dei i composti volatili disciolti nell’acqua di distillazione. Tra le due specie coltivate il ravanello è quello che senz’altro dimostra di adattarsi meno ai vari trattamenti, mentre il basilico reagisce sia pure con qualche decremento di produzione di biomassa, in maniera migliore. E’ stato constatato il notevole controllo delle malerbe da parte degli scarti utilizzati con un effetto più marcato nel caso dell’origano. Le dosi da noi utilizzate, alla luce di quanto è emerso dalla sperimentazione, sono da considerarsi eccessive e quindi una loro riduzione potrebbe portare a scoprire un equilibrio che poi rappresenterebbe il successo della sperimentazione.
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