La città dell'Oltremondo

I mondi si rappresentano tramite l’architettura, attraverso forme governate da rapporti matematico-geometrici. La vita dell’uomo tramite un percorso spaziale. La nostra proposta per “città di Dio, città degli uomini” opera per analogia sull’universo della Commedia. Il tema dell’opera è la rappresentazione del percorso di redenzione dell’uomo attraverso i tre regni dell’Oltremondo, che qui sono restituiti attraverso citazioni di spazi architettonici resi astratti e governati dalla medesima matematica che costituisce la struttura del poema dantesco. Abbiamo immaginato l’universo ultraterreno come una città ideale costruita da alcune forme archetipali: una sala ipostila come simbolo della “selva oscura” (confermando la scelta di Terragni-Lingeri), una cisterna a gradoni del Rajastan per il grande pozzo dell’Inferno, che ribalta se stessa in un monumento illuminista per il Monte del Purgatorio. Infine, una sfera sospesa, come quelle progettate da Leonidov, mima i cieli del Paradiso.