Il volume prende in esame la produzione breve di Nathaniel Hawthorne cercando di identificare in essa le tracce della tradizione storico- letteraria del saggismo ottocentesco, di cui furono maestre personalità del calibro di Charles Lamb, Washington Irving, Leigh Hunt, Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau. La specificità dello sguardo saggistico di cui Hawthorne decide di dotare i propri personaggi indagata nella sua dimensione formale quale ingrediente fondamentale amalgamato contrappuntisticamente a quello narrativo, che spesso sembra dominante. La natura saggistica della prosa breve di Hawthorne, spesso liquidata dalla critica come puramente funzionale alla struttura diegetica, permette di riconoscere in questa ‘provincia’ letteraria dell’opera hawthorniana una fucina aperta di sperimentazione e non una mera palestra per un narratore che trover la sua piena maturit con la fase dei romances. Di testi come “Sights from a Steeple”, “The Haunted Mind”, “A Bell’s Biography”, “A Virtuoso’s Collection”, “Fire-Worship”, e “The Old Apple Dealer” – forse meno noti di “Young Goodman Brown” o “Rappaccini’s Daughter” (e sicuramente meno letti di The Scarlet Letter o The House of the Seven Gables) – vengono esaminati i legami con una tradizione saggistica che, inaugurata in Inghilterra con le sperimentazioni di Addison e Steele sullo Spectator, aveva trovato in America un terreno molto fertile e si presentava a Hawthorne come un dominio testuale in cui dar prova della propria originalità. Grande attenzione dedicata anche alle caratteristiche precipue della voce che Hawthorne plasm per questi testi così incantevoli e iridescenti, in cui creatività narrativa e candore saggistico si fondono in un amalgama multiforme e seducete che rappresenta un campo di indagine meritevole di pi frequenti incursioni da parte della critica.
La quinta lettera. Lo sguardo del saggista nella prosa breve di Nathaniel Hawthorne
Paolo Bugliani
2022-01-01
Abstract
Il volume prende in esame la produzione breve di Nathaniel Hawthorne cercando di identificare in essa le tracce della tradizione storico- letteraria del saggismo ottocentesco, di cui furono maestre personalità del calibro di Charles Lamb, Washington Irving, Leigh Hunt, Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau. La specificità dello sguardo saggistico di cui Hawthorne decide di dotare i propri personaggi indagata nella sua dimensione formale quale ingrediente fondamentale amalgamato contrappuntisticamente a quello narrativo, che spesso sembra dominante. La natura saggistica della prosa breve di Hawthorne, spesso liquidata dalla critica come puramente funzionale alla struttura diegetica, permette di riconoscere in questa ‘provincia’ letteraria dell’opera hawthorniana una fucina aperta di sperimentazione e non una mera palestra per un narratore che trover la sua piena maturit con la fase dei romances. Di testi come “Sights from a Steeple”, “The Haunted Mind”, “A Bell’s Biography”, “A Virtuoso’s Collection”, “Fire-Worship”, e “The Old Apple Dealer” – forse meno noti di “Young Goodman Brown” o “Rappaccini’s Daughter” (e sicuramente meno letti di The Scarlet Letter o The House of the Seven Gables) – vengono esaminati i legami con una tradizione saggistica che, inaugurata in Inghilterra con le sperimentazioni di Addison e Steele sullo Spectator, aveva trovato in America un terreno molto fertile e si presentava a Hawthorne come un dominio testuale in cui dar prova della propria originalità. Grande attenzione dedicata anche alle caratteristiche precipue della voce che Hawthorne plasm per questi testi così incantevoli e iridescenti, in cui creatività narrativa e candore saggistico si fondono in un amalgama multiforme e seducete che rappresenta un campo di indagine meritevole di pi frequenti incursioni da parte della critica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.