Il poemetto su San Cipriano dell’imperatrice Eudocia (400-460), parafrasi esametrica di un modello agiografico in prosa (un ricco dossier trasmesso in molte lingue), presenta un indubbio interesse sul piano culturale, stilistico e storico-religioso, ma è ancora uno dei più sottovalutati dell’intera produzione letteraria tardo antica, nonostante alcuni ottimi studi recenti di Salvaneschi, Livrea, Bevegni. Il presente lavoro pone le premesse per un’analisi letteraria della parte del II libro (che corrisponde alla 'Conuersio' agiografica) dedicata alla storia delle iniziazioni ai culti pagani da parte di Cipriano, un vertiginoso viaggio attraverso la geografia sacra ed esoterica della religiosità tradizionale, dalla Grecia alla Frigia, alla Scizia, all’Egitto, alla ‘regione dei Caldei’. La riscrittura eudociana ('S. Cypr.' II 1-274) presenta motivi di interesse per più aspetti: a) le allusioni alla realtà antiochena, ancora da indagare in modo dettagliato; b) le modalità di recitazione del testo (esplorando gli indizi di una performance orale); c) le informazioni sui culti misterici, che devono essere analizzate caso per caso, al fine di stabilire quale redazione della 'Confessio' Eudocia utilizzava e gli scarti e le modifiche (abbreviazioni, espansioni, aggiunte di dettagli) del modello, vale a dire i fattori che hanno determinato il suo progetto culturale. L’analisi di alcuni passi, come la descrizione dell’Egitto o l’esperienza di Cipriano a Babilonia, mostra come Eudocia volesse disegnare una sorta di ‘geografia religiosa’ negativa del paganesimo, attraverso la demistificazione della sapienza profana e la trasformazione in senso cristiano del linguaggio della tradizione epica.
Versificare i riti pagani. Per uno studio del catalogo delle iniziazioni nel San Cipriano di Eudocia
Gianfranco Agosti
2013-01-01
Abstract
Il poemetto su San Cipriano dell’imperatrice Eudocia (400-460), parafrasi esametrica di un modello agiografico in prosa (un ricco dossier trasmesso in molte lingue), presenta un indubbio interesse sul piano culturale, stilistico e storico-religioso, ma è ancora uno dei più sottovalutati dell’intera produzione letteraria tardo antica, nonostante alcuni ottimi studi recenti di Salvaneschi, Livrea, Bevegni. Il presente lavoro pone le premesse per un’analisi letteraria della parte del II libro (che corrisponde alla 'Conuersio' agiografica) dedicata alla storia delle iniziazioni ai culti pagani da parte di Cipriano, un vertiginoso viaggio attraverso la geografia sacra ed esoterica della religiosità tradizionale, dalla Grecia alla Frigia, alla Scizia, all’Egitto, alla ‘regione dei Caldei’. La riscrittura eudociana ('S. Cypr.' II 1-274) presenta motivi di interesse per più aspetti: a) le allusioni alla realtà antiochena, ancora da indagare in modo dettagliato; b) le modalità di recitazione del testo (esplorando gli indizi di una performance orale); c) le informazioni sui culti misterici, che devono essere analizzate caso per caso, al fine di stabilire quale redazione della 'Confessio' Eudocia utilizzava e gli scarti e le modifiche (abbreviazioni, espansioni, aggiunte di dettagli) del modello, vale a dire i fattori che hanno determinato il suo progetto culturale. L’analisi di alcuni passi, come la descrizione dell’Egitto o l’esperienza di Cipriano a Babilonia, mostra come Eudocia volesse disegnare una sorta di ‘geografia religiosa’ negativa del paganesimo, attraverso la demistificazione della sapienza profana e la trasformazione in senso cristiano del linguaggio della tradizione epica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.