Un’analisi sociologica che ripercorre l’utilizzo della cinematografia come “fabbrica di consenso” nell’opinione pubblica in occasione dei conflitti bellici. In particolare come la cinematografia hollywoodiana fin dagli inizi del ‘900 sia stata utilizzata sistematicamente per orientare l’opinione pubblica in relazione agli interessi strategici dell’amministrazione statunitense. Contro questa abitudine radicata, l'analisi sociologica dei prodotti visivi rivela la relazione per quello che è: un gigantesco dispositivo in cui il potere politico, militare e cinematografico si compenetrano, inscrivendosi intimamente nella storia strategica americana e determinandone la singolarità. La produzione di strategia e la sua attuazione sono quindi legate a una produzione cinematografica specifica, un «cinema di sicurezza nazionale» pervaso da grandi temi sociopolitici che propongono un'interpretazione per immagini. Siamo nell'ambito di uno dei settori caratteristici della sociologia visuale, quello sulle immagini, il cui obiettivo è far entrare l'immagine nel processo di conoscenza della realtà sociale e in cui la particolare dimensione scelta (visuale) viene considerata un fenomeno sociale totale, rivelatore di quella rete di interconnessioni che costituisce il sistema socio-culturale o, più semplicemente, la «società umana», a cui il sociologo o l'antropologo rivolgono la propria attenzione.
Visioni di guerra. La fabbrica del consenso nel cinema hollywoodiano
Alpini S
2011-01-01
Abstract
Un’analisi sociologica che ripercorre l’utilizzo della cinematografia come “fabbrica di consenso” nell’opinione pubblica in occasione dei conflitti bellici. In particolare come la cinematografia hollywoodiana fin dagli inizi del ‘900 sia stata utilizzata sistematicamente per orientare l’opinione pubblica in relazione agli interessi strategici dell’amministrazione statunitense. Contro questa abitudine radicata, l'analisi sociologica dei prodotti visivi rivela la relazione per quello che è: un gigantesco dispositivo in cui il potere politico, militare e cinematografico si compenetrano, inscrivendosi intimamente nella storia strategica americana e determinandone la singolarità. La produzione di strategia e la sua attuazione sono quindi legate a una produzione cinematografica specifica, un «cinema di sicurezza nazionale» pervaso da grandi temi sociopolitici che propongono un'interpretazione per immagini. Siamo nell'ambito di uno dei settori caratteristici della sociologia visuale, quello sulle immagini, il cui obiettivo è far entrare l'immagine nel processo di conoscenza della realtà sociale e in cui la particolare dimensione scelta (visuale) viene considerata un fenomeno sociale totale, rivelatore di quella rete di interconnessioni che costituisce il sistema socio-culturale o, più semplicemente, la «società umana», a cui il sociologo o l'antropologo rivolgono la propria attenzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.