Sebbene sia noto per la sua remota antichità, il toro Apis è per lo più studiato in relazione ai monumentali aspetti funerari e alla complessa connotazione teologica che lo caratterizzano a partire dal Nuovo Regno; il fascino esercitato dall’animale sugli autori classici – con la conseguente ricchezza di dettagli tramandati – così come lo status di simbolo nazionale che il suo culto sembra acquisire nel corso del I millennio a.C., rappresentano altrettanti motivi d’interesse. In questa prospettiva, attenta alle formulazioni discorsive e alle elaborazioni narrative, il materiale più antico non offrirebbe potenzialità informative utili (al di là della mera attestazione documentaria), limitandosi piuttosto a rappresentare un orizzonte arcaico e mal definito su cui proiettare, appiattendoli, aspetti di una religiosità più tarda. Il contributo intende, dunque, sviluppare una discussione articolata su questa particolare figura animale, iscrivendola all’interno di una più ampia riflessione teorica sul fenomeno del cosiddetto “culto degli animali” e circoscrivendo l’analisi alla documentazione di III millennio. La finalità è triplice: (1) presentare una rassegna esaustiva delle attestazioni pertinenti; (2) precisare il valore e il ruolo dell’animale all’interno del sistema religioso contemporaneo, prestando attenzione alle modalità attraverso cui tale significato viene costruito (ritualmente), elaborato e comunicato; (3) valutare le implicazioni sociali che è possibile desumere dai modi e contesti della presentazione di Apis nel record materiale e testuale disponibile, tentando così di evidenziare possibili diversi livelli di partecipazione alle pratiche religiose in cui quello viene inserito.
Il toro Apis nel periodo protodinastico e nell'Antico Regno. Appunti per una ricerca
Angelo Colonna
2020-01-01
Abstract
Sebbene sia noto per la sua remota antichità, il toro Apis è per lo più studiato in relazione ai monumentali aspetti funerari e alla complessa connotazione teologica che lo caratterizzano a partire dal Nuovo Regno; il fascino esercitato dall’animale sugli autori classici – con la conseguente ricchezza di dettagli tramandati – così come lo status di simbolo nazionale che il suo culto sembra acquisire nel corso del I millennio a.C., rappresentano altrettanti motivi d’interesse. In questa prospettiva, attenta alle formulazioni discorsive e alle elaborazioni narrative, il materiale più antico non offrirebbe potenzialità informative utili (al di là della mera attestazione documentaria), limitandosi piuttosto a rappresentare un orizzonte arcaico e mal definito su cui proiettare, appiattendoli, aspetti di una religiosità più tarda. Il contributo intende, dunque, sviluppare una discussione articolata su questa particolare figura animale, iscrivendola all’interno di una più ampia riflessione teorica sul fenomeno del cosiddetto “culto degli animali” e circoscrivendo l’analisi alla documentazione di III millennio. La finalità è triplice: (1) presentare una rassegna esaustiva delle attestazioni pertinenti; (2) precisare il valore e il ruolo dell’animale all’interno del sistema religioso contemporaneo, prestando attenzione alle modalità attraverso cui tale significato viene costruito (ritualmente), elaborato e comunicato; (3) valutare le implicazioni sociali che è possibile desumere dai modi e contesti della presentazione di Apis nel record materiale e testuale disponibile, tentando così di evidenziare possibili diversi livelli di partecipazione alle pratiche religiose in cui quello viene inserito.File | Dimensione | Formato | |
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