Il volume raccoglie i risultati di un progetto di ricerca finanziato dall’Università di Pisa che si è proposto di studiare, in una prospettiva interdisciplinare, l’articolazione della prima “scuola di scienze corporative” creata in Italia, la quale costituì il modello al quale si ispirarono le esperienze successivamente replicate in numerose università italiane. La “Scuola di perfezionamento in legislazione corporativa”, fondata a Pisa nel 1928 grazie all’iniziativa di Giuseppe Bottai, Giovanni Gentile e di Armando Carlini, è stata il primo tassello di un’istituzione dall’architettura più complessa che ha assunto una fisionomia compiuta nei primi anni Trenta con la fondazione del “Collegio nazionale di scienze corporative”, l’avvio del corso di studi in Scienze politico-corporative, la pubblicazione della rivista Archivio di Studi corporativi e l’attivazione di un “Osservatorio economico”. Finalizzata alla formazione di una classe dirigente che avrebbe dovuto operare nelle istituzioni politiche, economiche e corporative dell’Italia fascista, fin dalle origini particolare attenzione fu rivolta alle discipline di carattere economico teorico e applicato – Economia corporativa, Tecnica aziendale, Scienza delle Finanze, Storia delle Dottrine economiche furono gli insegnamenti che caratterizzarono maggiormente la Scuola – e di carattere giuridico – in particolare il Diritto corporativo e quello del lavoro –, impartite da un gruppo di docenti – G. Bottai, W. Cesarini Sforza, A. Volpicelli, F. Carli, U. Spirito, C. Arena, F.M. Pacces, G. Bruguier Pacini – non omogeneo sotto il profilo culturale e accademico, e la cui interpretazione del corporativismo era tutt’altro che univoca. L’approccio interdisciplinare adottato dai membri del gruppo di ricerca ha consentito una ricostruzione articolata della proposta scientifica e culturale della Scuola pisana – la quale, peraltro, costituì uno dei canali attraverso i quali il dibattito italiano si raccordò alla riflessione che si svolse in Europa tra le due guerre sui problemi e sulle contraddizioni delle moderne società industriali – così come dell’ambiente universitario nel quale si formarono due generazioni di studenti che, in numerosi casi, avrebbero assunto ruoli di rilievo nell’Italia fascista e in quella repubblicana. Contributi di: Fabrizio Amore Bianco, Massimo M. Augello, Fabrizio Bientinesi, Marco Cini, Marco P. Geri, Daniela Giaconi, Marco E.L. Guidi, Francesca Dal Degan, Daniela Manetti, Alice Martini, Simone Misiani, Paolo Nello, Letizia Pagliai, Giovanni Pavanelli, Alberto Pench.

Un laboratorio economico del fascismo. La Scuola di Scienze corporative dell’Università di Pisa (1928-1944)

Cini Marco
2022-01-01

Abstract

Il volume raccoglie i risultati di un progetto di ricerca finanziato dall’Università di Pisa che si è proposto di studiare, in una prospettiva interdisciplinare, l’articolazione della prima “scuola di scienze corporative” creata in Italia, la quale costituì il modello al quale si ispirarono le esperienze successivamente replicate in numerose università italiane. La “Scuola di perfezionamento in legislazione corporativa”, fondata a Pisa nel 1928 grazie all’iniziativa di Giuseppe Bottai, Giovanni Gentile e di Armando Carlini, è stata il primo tassello di un’istituzione dall’architettura più complessa che ha assunto una fisionomia compiuta nei primi anni Trenta con la fondazione del “Collegio nazionale di scienze corporative”, l’avvio del corso di studi in Scienze politico-corporative, la pubblicazione della rivista Archivio di Studi corporativi e l’attivazione di un “Osservatorio economico”. Finalizzata alla formazione di una classe dirigente che avrebbe dovuto operare nelle istituzioni politiche, economiche e corporative dell’Italia fascista, fin dalle origini particolare attenzione fu rivolta alle discipline di carattere economico teorico e applicato – Economia corporativa, Tecnica aziendale, Scienza delle Finanze, Storia delle Dottrine economiche furono gli insegnamenti che caratterizzarono maggiormente la Scuola – e di carattere giuridico – in particolare il Diritto corporativo e quello del lavoro –, impartite da un gruppo di docenti – G. Bottai, W. Cesarini Sforza, A. Volpicelli, F. Carli, U. Spirito, C. Arena, F.M. Pacces, G. Bruguier Pacini – non omogeneo sotto il profilo culturale e accademico, e la cui interpretazione del corporativismo era tutt’altro che univoca. L’approccio interdisciplinare adottato dai membri del gruppo di ricerca ha consentito una ricostruzione articolata della proposta scientifica e culturale della Scuola pisana – la quale, peraltro, costituì uno dei canali attraverso i quali il dibattito italiano si raccordò alla riflessione che si svolse in Europa tra le due guerre sui problemi e sulle contraddizioni delle moderne società industriali – così come dell’ambiente universitario nel quale si formarono due generazioni di studenti che, in numerosi casi, avrebbero assunto ruoli di rilievo nell’Italia fascista e in quella repubblicana. Contributi di: Fabrizio Amore Bianco, Massimo M. Augello, Fabrizio Bientinesi, Marco Cini, Marco P. Geri, Daniela Giaconi, Marco E.L. Guidi, Francesca Dal Degan, Daniela Manetti, Alice Martini, Simone Misiani, Paolo Nello, Letizia Pagliai, Giovanni Pavanelli, Alberto Pench.
2022
978-88-351-4528-8
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