Giordano Bruno

In un’epoca in cui era ancora difficile e pericoloso concepire l’idea che la Terra girasse attorno al Sole, e prima che Galileo puntasse il cannocchiale al cielo scoprendo miriadi di stelle che nessuno a occhio nudo aveva mai osservato, Giordano Bruno teorizzò l’esistenza di uno spazio infinito senza alcun centro, disseminato di innumerevoli mondi abitabili e di stelle. Le sue idee sull’universo, su Dio, sull’essere umano, su Cristo e sulla religione cristiana – e il modo appassionato in cui le sosteneva – lo costrinsero a una lunga peregrinazione in Italia e in Europa: per questo sul finire del Seicento, nel suo Dizionario storico-critico, Pierre Bayle lo presentò come un «cavaliere errante» della filosofia, ardito nel sostenere tesi che lo esposero a molte persecuzioni. Oltre che per le sue opere, Bruno è passato alla storia per la scelta, che pagò con la vita, di non abiurare e di non sottomettersi all’imposizione di un’autorità dal suo punto di vista ignorante e ostinatamente cieca sulla propria ignoranza.