Il libro propone una riflessione su alcuni aspetti del copiare nell’arte antica. La ripetizione di oggetti, stili e motivi costituisce un fatto centrale nelle culture artistiche greca e romana, delle quali investe le produzioni e gli ambiti più disparati: collezionismo pubblico e privato, esperienza religiosa, comunicazione politica. L’analisi affronta i meccanismi, il messaggio e le aspettative che le immagini ripetute presupponevano, all’atto creativo così come nella fruizione. In particolare, le fonti letterarie greche e latine forniscono la materia per un’indagine ad ampio raggio sulla presenza e l’impatto delle repliche e delle loro tecnologie nel giudizio sull’arte. Ne emergono la trama e la consistenza di un ‘discorso sulle copie’, trasversale ai generi letterari e alle sfere artigianali. Riletti come veri ‘oggetti della memoria’, le repliche d’arte costituiscono documenti preziosi per la conoscenza del gusto, delle idee e delle possibilità tecniche entro quel vasto insieme di luoghi e culture che definiamo ‘mondo greco-romano’. Allo stesso tempo, confrontarsi con i modi della ripetizione nell’antichità e con le categorie ermeneutiche moderne restituisce la vivacità del dibattito che, da oltre duecento anni, caratterizza lo studio delle copie in archeologia.
“Difficillima imitatio”. Immagine e lessico delle copie tra Grecia e Roma
anna anguissola
2012-01-01
Abstract
Il libro propone una riflessione su alcuni aspetti del copiare nell’arte antica. La ripetizione di oggetti, stili e motivi costituisce un fatto centrale nelle culture artistiche greca e romana, delle quali investe le produzioni e gli ambiti più disparati: collezionismo pubblico e privato, esperienza religiosa, comunicazione politica. L’analisi affronta i meccanismi, il messaggio e le aspettative che le immagini ripetute presupponevano, all’atto creativo così come nella fruizione. In particolare, le fonti letterarie greche e latine forniscono la materia per un’indagine ad ampio raggio sulla presenza e l’impatto delle repliche e delle loro tecnologie nel giudizio sull’arte. Ne emergono la trama e la consistenza di un ‘discorso sulle copie’, trasversale ai generi letterari e alle sfere artigianali. Riletti come veri ‘oggetti della memoria’, le repliche d’arte costituiscono documenti preziosi per la conoscenza del gusto, delle idee e delle possibilità tecniche entro quel vasto insieme di luoghi e culture che definiamo ‘mondo greco-romano’. Allo stesso tempo, confrontarsi con i modi della ripetizione nell’antichità e con le categorie ermeneutiche moderne restituisce la vivacità del dibattito che, da oltre duecento anni, caratterizza lo studio delle copie in archeologia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.