La capacità di scrivere in italiano è una delle più richieste nei sondaggi presso il mondo del lavoro. Tuttavia, viene spesso segnalato il disallineamento tra le pratiche scolastiche e l’uso reale (De Mauro 2018). Una delle cause di questo disallineamento, oggi, è forse la mancanza di informazioni precise sull’uso della scrittura nel mondo del lavoro, in un contesto di vernacular litercy ormai strettamente legato alle nuove tecnologie (Barton e Lee 2012). Se per le attività burocratiche esiste una tradizione di studi che ha portato alla pubblicazione di opere di riferimento (Piemontese 1996), in altre aree le informazioni sono molto meno definite e riguardano spesso contesti non italiani (Sellen e Harper 2001). Inoltre, anche dove esistono, spesso le informazioni non vengono collegate a pratiche didattiche. Il contributo presenterà in quest’ottica i risultati di un confronto tra le descrizioni della scrittura professionale e la trattatistica didattica (Carrada 2012). Da questo confronto emerge il ruolo positivo che l’introduzione di attività riprese dal mondo del lavoro può avere anche nell’insegnamento scolastico e universitario. Dall’altro, si mostra l’influenza positiva che la didattica della scrittura può assumere sulle stesse pratiche professionali; in particolare, sarà presa in esame la tendenza a sostituire testi scritti articolati con presentazioni su diapositive, concepite spesso anche in ambiti in cui non sono previste presentazioni reali (Tufte 2006).

Gli usi reali della scrittura e la didattica della scrittura

Mirko Tavosanis
2023-01-01

Abstract

La capacità di scrivere in italiano è una delle più richieste nei sondaggi presso il mondo del lavoro. Tuttavia, viene spesso segnalato il disallineamento tra le pratiche scolastiche e l’uso reale (De Mauro 2018). Una delle cause di questo disallineamento, oggi, è forse la mancanza di informazioni precise sull’uso della scrittura nel mondo del lavoro, in un contesto di vernacular litercy ormai strettamente legato alle nuove tecnologie (Barton e Lee 2012). Se per le attività burocratiche esiste una tradizione di studi che ha portato alla pubblicazione di opere di riferimento (Piemontese 1996), in altre aree le informazioni sono molto meno definite e riguardano spesso contesti non italiani (Sellen e Harper 2001). Inoltre, anche dove esistono, spesso le informazioni non vengono collegate a pratiche didattiche. Il contributo presenterà in quest’ottica i risultati di un confronto tra le descrizioni della scrittura professionale e la trattatistica didattica (Carrada 2012). Da questo confronto emerge il ruolo positivo che l’introduzione di attività riprese dal mondo del lavoro può avere anche nell’insegnamento scolastico e universitario. Dall’altro, si mostra l’influenza positiva che la didattica della scrittura può assumere sulle stesse pratiche professionali; in particolare, sarà presa in esame la tendenza a sostituire testi scritti articolati con presentazioni su diapositive, concepite spesso anche in ambiti in cui non sono previste presentazioni reali (Tufte 2006).
2023
979-12-5496-072-1
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11568/1185809
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